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Le cose che non mi piacciono

Se dovessi stilare una lista di cose che non mi piacciono sarebbe interminabile! Proprio non sopporto: Le guerre , L’ingiustizia, La prepotenza, La crudeltà, La schiavitù, La fame nel mondo, L’inquinamento planetario, Lo spreco, Il dio denaro, L’ipocrisia, L’invidia, La manipolazione, Il copyright, L’indifferenza, La malvagità, La falsità, L’Iter burocratico, L’abuso di potere, Le divisioni, supremazie e conflittualità etniche, I genocidi, Il razzismo, I furbetti, I parassiti, I predicatori, I profeti, L’incomprensione, Vivere senza consapevolezza, Usare l’istinto, senza il raziocinio e viceversa, Perdere tempo e dulcis in fundo Perdere me stesso.
La guerra è praticata a tutte le latitudini, ma i loro massimi esponenti sono gli americani, che hanno abbandonato il termine vetusto di “guerra” per sostituirlo con quello molto più simpatico e autoironico di “esportazione della democrazia”, o a volte, in uno sfoggio di irraggiungibile fantasia, “missione di pace”.
L’ingiustizia regna oggi ovunque nel mondo; l’umanità è sempre convissuta con le ingiustizie. Basta, infatti, dare una scorsa, anche sommaria, alla storia umana per rendersi conto che la forza e la violenza, il sopruso e l’ingiustizia hanno quasi sempre prevalso sulla giustizia e sul diritto; che i ricchi ed i potenti hanno sempre sfruttato e dominato i poveri e i deboli. Tante e di ogni tipo sono le ingiustizie che affliggono gli uomini del nostro tempo; c’è chi vive nel benessere e nell’abbondanza e quelli che vivono nella miseria più atroce, nella fame e nell’ignoranza, attanagliati dalle malattie e destinati ad una morte precoce.
La prepotenza una violenza diffusa che la società non riesce ad espellere perché la gente si piega, si adegua impotente. La vediamo già nei bambini, nelle scuole dove c'è il prepotente di turno, spesso grande grosso e stupido, che opprime i più piccoli o si mette a perseguitare qualcuno per il puro gusto di spaventarlo, vederlo tremare, piangere, scappare. L'essenza della prepotenza oltre al piacere di sentire l'altro in propria balia, di umiliarlo, di togliergli la dignità, ma è l'ostentazione della propria superiorità rispetto a tutte le regole sociali, morali, legali e al giudizio della comunità, in sostanza l'ostentazione del proprio arbitrio. Il prepotente agisce sempre in modo tale da dimostrare agli altri che può fare ciò che vuole. La sua dimostrazione di forza sarà tanto più efficace quanto più è in contrasto con i valori riconosciuti.
Lo psicologo inglese Simon Baron-Cohen ritiene che la crudeltà sia una malattia dovuta alla scarsa capacità empatica. Mi dissocio completamente da questa affermazione, che sia dovuta a fattori genetici e i geni non sono tutto ed anche il tipo di relazioni e affetti istaurati durante l’infanzia possono influenzare l’empatia; attribuire tutta la responsabilità al corredo genetico finirebbe per giustificare sia le scorrettezze quotidiane sia la crudeltà. L’empatia favorisce le relazioni umane, la cura, la condivisione della sofferenza altrui. In realtà non si tratta di una capacità garantita, che possiamo dare per scontata, al contrario è molto fragile, vulnerabile e soggetta a cadute, subisce delle variazioni individuali notevolissime; è anche importante considerare i fattori esterni che la possono minare. Ci sono situazioni sia patologiche come la schizofrenia o comunque in cui stress, depressione, alcolismo, deficit dello sviluppo psichico nell'età infantile possono compromettere notevolmente la capacità empatica. Insomma, la società moderna ci pone un’altra sfida individuale: quella di sentirci vicini al prossimo, quella di uscire dalla nostra dimensione individuale per calarci nei panni degli altri, solo questo quotidiano esercizio ci può salvare dalla crudeltà, caratteristica infamante della nostra specie.
Schiavitù, una parola antica, un’omertà moderna! In catene bambini, donne, migranti, in tutti i continenti e tutto offuscato dall’omertà, dall’ignoranza, dalla povertà, dall’arretratezza dei sistemi giuridici, dalla pochezza dei mezzi di tracciabilità. Esistono lavori forzati, tratta di minori e di donne, schiavitù domestica, prostituzione forzata, schiavitù sessuale, matrimoni forzati, vendita delle mogli, reclutamento di bambini in guerra. Ma ancora oggi sono tantissimi i lavoratori sfruttati sull’orlo della schiavitù e il confine tra questa e i lavori più infami e degradanti è labile, a seconda delle coordinate geografiche e culturali. Migranti impiegati nella raccolta degli agrumi vivono in acre condizioni di sfruttamento, costretti ad abitare in contesti degradanti, senza alcuna tutele igienica, con paghe al di sotto del salario minimo contrattato fra imprese e sindacati, pagamenti ritardati o mancati pagamenti e lunghi orari di lavoro. I bambini soldato non chiedono paghe, si fanno indottrinare e controllare più facilmente di un adulto, affrontano il pericolo con maggior incoscienza, attraversano campi minati o si intrufolano come spie nei territori nemici. E questi sono solo alcuni aspetti della schiavitù moderna e fino a quando si penserà solo al profitto, le cose non cambieranno facilmente.
Quello della fame nel mondo è un problema attuale che negli ultimi anni sta diventando molto grave, anche a causa della crisi economica che si sta verificando nei vari paesi del mondo. Il cibo è essenziale per la vita. Per essere sani e ben nutriti, dobbiamo disporre di alimenti vari, in appropriate quantità, di origine sicura e di buona qualità. Senza un’alimentazione appropriata i bambini e i giovani non possono sviluppare al massimo il proprio potenziale. Gli alimenti ci forniscono l’energia per fare attività, per crescere e solo nel cibo troviamo questa energia. Le cause della fame nel mondo sono tante: eccessiva espansione demografica, deforestazione, desertificazione ed effetto serra, analfabetismo, colonializzazione, mancanza di industrie o industrie a vantaggio di altri paesi. La conseguenza della Fame nel mondo è sicuramente un indebolimento delle difese immunitarie, e quindi malattie e spesso anche morte. Oltre alla morte, la malnutrizione causa indebolimento della vista, uno stato permanente di affaticamento che causa una bassa capacità di concentrarsi e lavorare, una crescita stentata ed un'estrema suscettibilità alle malattie. Le persone estremamente malnutrite non riescono a mantenere neanche le funzioni vitali basilari. Ci sono dei rimedi che potrebbero essere messi in atto contro questo problema: azzerare il debito pubblico accumulato dai paesi sottosviluppati nei confronti dei paesi ricchi; avviare nuove iniziative per migliorare le condizioni di salute e di istruzione, per consentire la partecipazione dei paesi in via di sviluppo al sistema commerciale globale, per sostenere ed incrementare il trasferimento di tecnologie; sviluppo delle energie rinnovabili; massicci interventi della comunità internazionale per soccorrere gli affamati in pericolo di morte; destinare ingenti risorse alimentari per fronteggiare l’emergenza; autonomia dei Paesi poveri.
Ad oggi nell’era dell’inquinamento, è stato sfiorato il punto di non ritorno, gas serra, buco dell’ozono, emissioni radioattive, hanno fatto si che le più grandi scoperte dell’umanità, ponessero la angosciosa certezza della sua estinzione. Molte le cause che hanno portato ad un degrado ambientale, non solo fabbriche, mezzi di trasporto ma anche la cultura, la musica, l’arte e il cinema. La cellulosa usata per realizzare diversi tipi di carte per libri o confezioni di LP, vhs, dvd e quant’altro, è stata non solo causa di una devastazione forestale senza precedenti, ma ha anche contaminato le falde acquifere dove venivano (vengono) riversati, barili e barili di materiali liquidi tossici di scarto. Così come prodotti derivati dal petrolio, plastiche e custodie, coloranti nocivi e via-via un insieme di veleni che hanno causato la fine di una percentuale del ciclo vitale terrestre. Per evitare il sicuro disastro alcuni tra i più brillanti scienziati, cercano di produrre quell’energia pulita, ricalcando le stesse impronte lasciate da grandi inventori come Charles Fritz che già alla fine dell’ottocento, produce la prima cella solare funzionante.
Lo spreco di cibo, è proprio il caso di dirlo, è un problema difficile da digerire. Uno dei grandi paradossi del nostro tempo. Immaginate ogni giorno di cucinare un piatto di pasta e poi gettarlo direttamente nella spazzatura, anziché ad esempio riscaldarlo per cena. Non si tratta di una situazione paradossale, ma della realtà. Fra le cause di questo spreco di massa ci sono le cattive abitudini di milioni di persone, che non conservano i prodotti in modo adeguato. Ma anche le date di scadenza troppo rigide apposte sugli alimenti, le promozioni che spingono i consumatori a comprare più cibo del necessario, i numerosi passaggi dal produttore al consumatore nelle catene di montaggio dei cibi industriali. Lo spreco non lo si commette solo nel caso alimentare, ma viene esteso in tutti i settori, con il bene placido del consumismo indotto.
Il culto del Dio Denaro serpeggia nell'eresia osteggiato da importanti ordini monacali ha negli ultimi decenni raggiunto risultati invidiabili per numero di adepti e zelo dei praticanti. Oltre all'indubbio vantaggio dato dall'esistenza del soggetto di venerazione, tale successo è dovuto alle enormi prestazioni di questa religione rispetto alle altre, in termini di richieste e offerte ai suoi adepti, e ha posto codesto culto nell'ambito delle religioni mondiali e in lizza tra queste per la supremazia totale e assoluta. Questo Dio manifesta la sua potenza con dei santini, chiamati banconote, che consistono in rettangoli di carta coperti di disegni raffinatissimi. Esistono anche altre versioni dei santini, come i titoli di stato, i BOT; molte altre raffinate raffigurazioni della mitologia pecunioteistica, sia sotto forma di reliquie cartacee che sotto forma di statue d'oro raffiguranti il sacro profeta Lingotto, di solito custodite dai fedeli in piccole cappelle personali chiamate cassette di sicurezza che si trovano nei silenziosi templi di questa religione, chiamati banche. La maggior celebrazione verso il Dio denaro è detta "borsa mercato", un gioco in cui i fedeli danno delle banconote a delle "aziende", ossia dei gruppi dediti alla venerazione organizzata, per poi ottenerne altri, possibilmente più di quelli dati. Il marketing è lo spirito supremo che si occupa di far ottenere nuovi santini ai suoi fedeli grazie allo studio dei desideri e alla loro soddisfazione materiale. Gli uomini possono risolvere tutti i loro prodotti psicologici, sociali e esistenziali, semplicemente ricorrendo ai prodotti in commercio ma solo grazie al Venerabile Marketing, che si manifesta con degli insistenti mantra detti pubblicità possono comprendere questa verità.
L'ipocrisia è raffigurata da Clemente Alessandrino nella neve e l'ipocrita è paragonato ad un letamaio coperto di neve, perché nasconde sotto la candida apparenza di virtù i suoi vizi. La finzione ipocrita toglie consistenza alla sostanza; ha un ruolo enormemente distruttivo per le relazioni, infatti l’ipocrisia dissolve le relazioni, destruttura la personalità di chi la subisce, impedisce l’emersione dell’autenticità della vita, umilia l’umanità. Oggi mi appare lampante la necessità di smascherare, ed invitare a smascherare ,l’ipocrisia per raggiungere il proprio benessere, per dare soddisfazione agli altri e per realizzare il bene comune.
Nella sua forma più distruttiva, l’invidia non è emulazione, ma è desiderio di distruggere ciò che altri ottengono e che per demeriti non potranno conseguire! La via per uscirne è quella di utilizzare le proprie risorse per conquistare qualcosa di personale e non accanirsi in qualcosa che non si può avere. È importante trovare la soluzione alla sensazione di impotenza, cercando delle alternative nella propria vita, che risollevino la propria autostima; pensare ciò che si può fare grazie alle proprie capacità e non accanirsi su qualcuno, perdendo tempo ed energia, nel tentativo o speranza di distruggerlo.
Un uomo condizionato ad odiare un dato simbolo può arrivare a dirottare un aeroplano o lanciarsi contro edifici pieno di esplosivo. Tramite l’addestramento le reclute di alcuni gruppi combattenti vengono persuase a odiare ciecamente uno specifico nemico, permettendo poi loro la piena capacità di condurre operazioni e pianificazioni. Se condizioniamo un cane a odiare un dato simbolo e poi gliene mostriamo uno su una maglietta di un uomo, il cane lo attaccherà. Tra il cieco assalto furioso di un animale e quello freddamente organizzato di un commando di dirottatori kamikaze, l’odio espresso è identico ed ha la medesima matrice: il condizionamento. Uno dei metodi più efficaci per controllare la mente altrui consiste nell’isolare l’individuo, allontanarlo dalla sua casa, dai suoi affetti, dalle amicizie e da tutto ciò che gli appartiene. La privazione di questi elementi indebolisce il soggetto e lo rende più vulnerabile agli attacchi di tipo mentale. A rimostranza di ciò, i riflessi condizionati sono provocati più facilmente in un ambiente privo di disturbo e questo perché la personalità di un individuo è costantemente riconosciuta nel suo vissuto quotidiano: sentirsi chiamare “caro” in casa o per nome dai propri amici e familiari, ogni giorno per anni, ci fornisce un’immagine riflessa di chi siamo e di come veniamo percepiti. Per esempio, essere riconosciuti tramite un numero, come avviene in molti sistemi carcerari, può avere un impatto emotivo sconvolgente e, al tempo stesso, costringerci a identificarci con una ben diversa immagine di noi stessi. Non appena un uomo resta solo, allontanato dal mondo e dalle notizie su cosa stia accadendo, la sua normale attività mentale viene rimpiazzata da ben diversi processi. Ansie dimenticate riemergono, memorie represse da tempo tornano alla mente. La sua immaginazione assume proporzioni immense. Non può più confrontare le sue fantasie con la realtà e molto presto rimane vittima dei suoi stessi incubi. La tecnica dell’isolamento fa leva sulla necessità di avere un contatto con altri simili. Più a lungo l’individuo viene mantenuto isolato, più intensa e insopportabile sarà la necessità del prigioniero di stabilire un contatto. Il soggetto, uscito da un periodo di isolamento dai precedenti legami affettivi, viene inserito in una cerchia di persone che hanno già aderito alla nuova ideologia. Egli riceverà con gratitudine i contatti affettivi con il nuovo gruppo e sarà bendisposto ad accettarne il controllo sociale. Il gruppo a sua volta trasmetterà o rafforzerà in lui concetti e i modelli interpretativi inerenti alla cerchia, modelli che egli si troverà ad assorbire associandoli alla sensazione di riconoscimento del suo “nuovo Io”. I processi di controllo mentale riescono a sottomettere una persona tramite espedienti come regressione o rimozione completa delle opinioni bollate dal manipolatore come “sbagliate” o “malate” e innescano patologie come “necessità di dipendenza”, “masochismo mentale” o “desiderio di morte”. Nel corso di un processo di condizionamento è essenziale indurre il soggetto a una regressione più o meno ampia. Una volta regredito a livello infantile, il soggetto recepirà il condizionamento non soltanto come mutamento della propria realtà, ma come trasformazione dell’intero universo: proprio questo è l’obiettivo finale di qualsiasi indottrinamento.
Odio la burocrazia, per ottenere tutti i documenti necessari per la realizzazione di una cosa qualsiasi, limiti, regole, norme e tutto ciò che è necessario sapere per ottenerla; cito un esempio che genera anche voluta inefficienza: “Ho da una settimana consegnato le pratiche per il rinnovo dell’esenzione ticket, mi viene detto che massimo 2 giorni, l’esenzione in via telematica, apparirà sul terminale del vostro medico. Sono passati 7 giorni e l’esenzione ancora non risulta; intanto siamo costretti a pagare il corrispettivo dei farmaci, le analisi e le visite specialistiche. Vado all’Asl per chiedere spiegazioni, nessuno sa niente! Vado dalla dottoressa Speranza ( dirigente dell’Asl ) che gentilmente mi accoglie e tenta di darmi delle spiegazioni, per motivarmi del ritardo dell’esenzione, adducendo che le pratiche erano oltre 5000 e che sarebbero state evase in base alle date di consegna. Ho ribadito, non era meglio, come in passato, apporre il timbro sui tesserini ed era premura del medico, apportare le modifiche al suo terminale? Non mi ha saputo rispondere! Ho incalzato dicendo che mi offrivo gratis e in un solo giorno, pratiche alla mano, avrei risolto in via telematica le esenzioni di tutta l’utenza; la mia provocazione non è stata accettata! Ho fatto presente alla dottoressa Speranza che non mancano i mezzi, ma la non volontà nel risolvere le problematiche, aldilà della burocrazia e che la gente è stufa di subire e di essere trattata come numeri”!
La consapevolezza è la capacità di osservare e comprendere la realtà per come è davvero, al di là dei nostri schemi mentali, dei pregiudizi e dei nostri punti di vista, che ci permette di comprendere, cosa ci rende felici. Siamo consapevoli quando riusciamo a vedere le cose per come sono, senza lasciare che qualsiasi condizionamento renda distorta la nostra visione. Sapete qual è un’altra grande presa di consapevolezza? Rendersi conto che non siamo migliori, o peggiori, di nessuno! Ovviamente essere consapevoli ha come obiettivo quello di essere liberi; quindi di vivere pienamente. La peggiore delle prigioni, però, è la nostra mente, senza sbarre, quindi la si nota poco, la costruiamo con le nostre stesse mani, o meglio con i pensieri, per cui non ce ne rendiamo conto, ed è uguale a quella di tutti coloro che ci circondano, per cui sembra normale. Pensiamo di essere liberi perché crediamo di fare quel che vogliamo, ma ci riduciamo fare solo quello che tutti approvano. La coscienza è stata spesso definita come consapevolezza che abbiamo di noi stessi e del mondo esterno con cui ci rapportiamo, con la nostra identità e del complesso delle nostre attività interiori. Una conoscenza di sé nel e del mondo, che appare nell'esperienza soggettiva come una sorta di dialogo interiore. La capacità dell’essere umano di mantenere una consapevolezza di se stesso, di narrare se stesso, e di percepirsi come unitario attraverso il tempo è strettamente legata alla funzione della memoria. Senza memoria, e nello specifico senza quella che è definita memoria autobiografica, l’esperienza dell’uomo con se stesso e col mondo apparirebbe come una successione di accadimenti istantanei, slegati l’uno dall'altro, ed il senso di continuità e di unitarietà del sé andrebbe perso. La memoria partecipa a far sì che il sé possa percepirsi come unitario, nonostante l’incessante azione che l’eterno divenire ha sul sé e sul mondo. In altre parole, per dirla con Eraclito, tutto passa, tutto cambia, ed il mondo, noi compresi, è soggetto al cambiamento.
Solo l'istinto sa veramente cosa ci serve per superare i disagi e vivere felici. Riportare nella nostra vita le passioni e il desiderio è fondamentale per riappropriarci del fiuto e dell'intuito. Insieme a loro ritroveremo la spontaneità, il vero segreto per vivere bene. L' istinto è come le fondamenta della casa, le radici della pianta, la sorgente del fiume: la base su cui poggia l'esistenza degli uomini; fa compiere imprese incredibili, se fluisce liberamente, il nostro comportamento sarà in armonia.
Perdere me stesso e il controllo della mia vita è una delle cose più brutte che possono capitare e spesso non me ne rendo nemmeno conto. Per riprendere il controllo di se stessi bisogna lavorare molto ed è per questo che è necessario capire in tempo che cosa sta succedendo per evitare di rimanere intrappolati in una situazione che mi procurerà solo dolore e sofferenza oltre che una vita apatica. Se non sappiamo controllarci, allora agiremo impulsivamente e quindi senza ragionare, senza valutare pro e contro e arriveremo a fare cose delle quali possiamo pentirci poco dopo quando saremo a mente più lucida. Se non ho il controllo delle mie emozioni avrò una vita poco serena e vivrò in balìa delle emozioni negative che poco si adattano alla risoluzione del problema. Se ho difficoltà a controllare le mie reazioni, allora non sarò padrone di me stesso. Non piacersi è un chiaro sintomo di perdita di controllo di se stessi; ci sono persone che vivono (meglio dire che sopravvivono) tutta la vita come se loro stessi fossero la persona peggiore al mondo e dalla quale stare alla larga. Accettarsi è la chiave che apre molte serrature e per avere questa preziosa chiave dobbiamo essere sempre padroni di noi stessi, consapevoli e comprensivi. Ho saltato alcune cose, che più o meno si riallacciano con argomenti già trattati è hanno la stessa matrice delle stesse!



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Opera scritta il 20/06/2017 - 08:32
Da Savino Spina
Letta n.2849 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


UN DILIGENTE SEGUITATO LETTERARIO.
LIETA GIORNATA.
*****

Rocco Michele LETTINI 21/06/2017 - 09:02

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Il culto del Dio Denaro è il comune denominatore di tutti i mali ed è alla base di tutte le nefandezze e dei crimini dell'umanità! Lo ritengo la causa principale, dove ruota tutto; per soldi si fanno guerre, s'inquina, si sfrutta, si manipola, si corrompe, si è ipocriti, si è invidiosi, si affamano popolazioni, si è crudeli e malvagi.

Savino Spina 20/06/2017 - 14:00

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be basta che a chi non spetta sia esente per quelli come noi Italiani non c'è trippa

GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 20/06/2017 - 12:25

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