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Azzurro

Tutti i miei muscoli sono contratti, tesi, pronti a scattare come sul blocco di partenza di una gara di nuoto, prego perchè non ci sia lo sparo che dà irrevocabilmente il Via...
sono accovacciata con un ginocchio che poggia sulla roccia sotto di me, l'umidità bagna i miei stivaletti, i capelli si appiccicano in un misto di sudore e gocce di acqua sospese nell'aria, il cuore batte troppo, i colpi galoppano, troppo il rumore, vorrei silenziarlo, vorrei rallentare il vortice del mio cervello, concentrarmi perchè... “ indietro non si torna”.
La notte mi aveva tormentato, a tratti torturato, le gambe rispondevano alla mia ansia come collegate da una linea telefonica, smaniavano perchè io non dormissi, non potevo dormire finquando non avessi preso una decisione, quando la luce del giorno nuovo si era insinuata nella fessura dello scurolo, il mio corpo aveva fatto pace con il letto, mi ero addormentata scivolando sulle parole che quella domenica avrei detto a Marco, mio marito.
Al mattino, avevo truccato i miei occhi in bagno, inutilmente, al contrario di me essi liberi lasciavano trasparire tutta l'angoscia, anche l'azzurro si era scolorito; avevo tentato con una scusa quella del mal di testa ma mio marito aveva replicato deciso, che non potevamo rinunciare all'ultimo momento, l'aria mi avrebbe fatto bene... “ Eh sì di aria alla Grotta del vento ce ne sarà “ pensai, pensare ma mai parlare, questa era la regola degli ultimi mesi della mia vita. La gita alla Grotta del vento era programmata, con Sandro e Giulia ci saremmo ritrovati alla piazza dei giardini e da lì sarebbe iniziata la nostra domenica.
Siamo entrati per mano io e Marco, la grotta si presentava con fascino, il percorso pedonale si snodava su passerelle di legno delimitate da corde per tenersi, la luce apriva ai miei occhi un vero spettacolo, le rocce chiarissime a tratti scendevano come sculture incompiute dal soffitto andando a cercare l'unione con quelle che dal fondo salivano, un punto d'incontro sembrava essere il loro scopo , Marco mi strattonava perchè incantata restavo bloccata, a bocca aperta, respiravo l'aria intrisa di acqua. I nostri amici, davanti a noi, ridevano, non so perchè ma immagino che in quell'atmosfera si fossero sussurrati, desiderio o piacere, tra loro si notava spesso una tensione emotiva fisica... “ Buon per loro...” di nuovo, pensai.
Dopo alcuni minuti di cammino arrivammo in una zona dove a terra si potevano vedere laghetti, direi bozzitelli, dove alcune forme di vita si erano adattate “ Meravigliosa la vita con la sua forza! “
Questa volta presa dallo stupore avevo creduto di pensare mentre le parole coraggiose più di me erano arrivate chiare all'orecchio di mio marito, si voltò,urlando sottovoce “ Ti avevo detto di lasciare a casa la tua filosofia quando usciamo con qualcuno” e nel silenzio un ceffone, nel momento preciso in cui le luci si spensero, avevo solo avuto il tempo di vedere la mano arrivare verso il mio viso, mi ero voltata a destra per attutire il colpo e in un attimo avevo impresso nei miei occhi i pesciolini nell'acqua , vivi ma bianchissimi, anzi non bianchi, trasparenti.
Il buio era piombato sulla mia guancia insieme alla mano, quella che poco prima mi teneva, ho sentito l'aggancio della mandibola spostarsi, dandomi una fitta all'orecchio, l'umidità è piovuta sul mio viso, graffiando le guance, le rocce trovavano il loro punto di incontro, i pesci senza luce erano quasi fantasmi... mi sono abbassata e nel buio ho indietreggiato, come un gambero, urtando le persone dietro di me, ho intuito un varco, sono scesa dalla passerella, e di lato mi sono accovacciata.
Non vedo ma vedo la scena, mio marito tace, si gira, cerca nel buio di intravedermi ma lo fa sicuramente senza farsi notare, senza dir niente agli altri, aspetta che la luce si accenda per riprendermi, so di avere poco tempo perchè la luce presto tornerà, quella artificiale, quella naturale è fuori, dalla grotta, mi alzo, il cuore è fragile, vulnerabile ma vuole battere ancora per molto, per me, per tenermi in vita, le luci , come un soffio aprono il sipario, Marco è lontano, io di più, volevo spiegargli al ritorno dalla gita che me ne sarei andata, che non volevo più vivere con lui, ma ora non serve più, lo guardo mi fa pena, trasparente, umido, alza la mano verso di me minacciosa, Sandro gliela blocca e mi sorride...
Cammino sulla passerella, controcorrente torno verso l'entrata, con garbo evito le persone, alcune sbuffano, altre sorridono, la mandibola ha ripreso la giusta posizione, posso sorridere, lo faccio con tutti, i miei occhi riprendono colore, sento l'azzurro, sento la vita nei polmoni.



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Opera scritta il 15/10/2017 - 17:30
Da Grazia Giuliani
Letta n.1151 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Bello questo racconto ambientato in una grotta, ma la riflessione che ne viene fuori è di tutt'altro spessore, la violenza di un uomo sulla donna. Complimenti. Giulio Soro

Giulio Soro 17/10/2017 - 20:11

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Grazie, siete generosi!
Grazie a Laisa, Millina, Teresa, Aurelia, Margherita,Paola,Francesco G., Francesco S.,Enio

Grazia Giuliani 16/10/2017 - 20:19

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bello trascinante fino alla chiusa brava Grazia

enio2 orsuni 16/10/2017 - 15:14

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Originale l'ambientazione per affrontare un tema molto dibattuto che non fa onore agli uomini di quel genere. Il racconto scorre armonico e si fa leggere anche perchè sa corroborare l'argomento suscitanto la giusta attenzione ..... ed interesse. Veramente un ottimo lavoro, bravissima!!!

Francesco Scolaro 16/10/2017 - 15:01

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Molto piaciuto, di profonda tensione emotiva.. Sei molto brava

Francesco Gentile 16/10/2017 - 10:18

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Grazia...bella questa tua scrittura piena di enfasi, e di tensione emotiva, com'è giusto che sia per un tema così importante, un tema su cui anch'io ho scritto un racconto, magari lo postero'...
Letto tutto d'un fiato, molto bello!
Brava!

PAOLA SALZANO 16/10/2017 - 10:07

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La forza delle donne... sorprendente sempre!
Splendido racconto, splendida scrittura... e quell'azzurro è sublime!!!

margherita pisano 15/10/2017 - 22:56

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Semplicemente perfetto. 5* Aurelia

Aurelia Strada 15/10/2017 - 22:38

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Un racconto coraggioso, intriso di quel coraggio che ogni donna maltrattata dovrebbe trovare. Mi é piaciuto molto, anche perché scritto benissimo. Complimenti.

Teresa Peluso 15/10/2017 - 20:57

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Ti assicuro che il gesto di Marco arriva improvviso ed inaspettato anche per il lettore, quasi lo gela, e viene naturale vivere la libertà insieme alla protagonista che esce, finalmente, dalla "caverna" in cui era tenuta prigioniera.
Bel racconto!

Millina Spina 15/10/2017 - 20:54

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Grazia
raramente leggo i racconti. Questa è una scrittura creativa e mi ha incuriosita. Beh, è stata magia....
intanto desidero complimentarmi con te per la tua proprietà di espressione...assolutamente impeccabile. Inoltre, il testo, ilcontenuto è meraviglioso...un ritorno alla vita, una decisione sofferta, ma che il caso (la grotta) ha fatto sì che fosse molto più semplice del previsto.
Complimenti sinceri, stupendo!

laisa azzurra 15/10/2017 - 19:49

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