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miraggio

Il viver travagliato
sereno si rinnova,
trasportato dal lieto canto,
salgo le irti vette
lasciando indietro
l'odio è le vendette;
e dove putrida
la piaga affonda
casta vi fiorirà
una rosa bionda,
che
come pegno
serberai nel petto.


Placido tabernacolo d'affetto,
placa il terrore
che discende il cuore:
paura per la notte
che s'appressa,
muta, persecutrice,
con la ressa
di viscosi ricordi,
e la pupilla
attonita al miraggio
che là brilla,
alle soglie del sogno,
e quieta trema
l'ala del tempo:
portami da te..


E tal messaggio sia
tregua all'inarrestabil frenesia
degli incalzati sensi:
irrequieti levrieri
sulla pesta dei segreti
moti del cuore,
attratto ad inseguire
l'inafferrabile: così finire!
finire nella
culla dell'immenso,
la delirante corsa.


Apri lo scrigno
della virtù,
quando l'amor benigno
provoca palpiti
e lusinghe,
in forme bizzarre e folli;
o stella,dall'enorme
alto sacello,
tomba dei naviganti
sospiri della notte,
ai naviganti
speranza
e guida di lassù,suprema:
indivisibile
sarò con te..




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Opera scritta il 06/01/2018 - 00:37
Da Davide Giacomello
Letta n.905 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Grazie Laisa e Enio, complimenti per le vostre stupende opere, un abbraccio..

Dave Giacobs 09/01/2018 - 00:18

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letta 3 volte e la leggerò una quarta
tanto mi cattura grande Dave

enio2 orsuni 06/01/2018 - 15:09

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Dalla culla dell'immenso, i miei complimenti

laisa azzurra 06/01/2018 - 11:48

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