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DUE SOLITUDINI

<<Basta!>>. Ora aveva chiuso col passato e con quel luogo. Chiuse la valigia con un colpo secco e l'accostò alle altre. Era davvero arrivato il momento di voltare pagina. Con una mano si ravvivò i capelli biondi e chiamò i figli.


Grida e voci di bambini lo strapparono dal sonno. Impiegò qualche istante a svegliarsi completamente, ma quelle voci non smettevano. Da quando sua moglie e suo figlio erano morti, tutte le mattine si svegliava con voci di bambini in testa, ma duravano solo pochi istanti erano solo il prolungarsi del sogno...ora invece non smettevano, stava forse impazzendo? Pochi attimi dopo bussarono alla porta. Faceva parte anche quello della sua pazzia? Si chiese, ma i colpi si ripeterono e lui andò ad aprire. Davanti si ritrovò una giovane donna bionda coi capelli arruffati dal vento. La sconosciuta indossava degli shorts marrone chiaro e un top nero.
<<Cosa vuole?>> le chiese con malgarbo, ma da dove era saltata quella donna?
<<Scusarmi per i miei bambini, forse l'hanno disturbata..>>
<<Ah, sono suoi...bene spero che non vi fermiate a lungo.>> disse in tono secco non voleva un'allegra famigliola attorno.
<<Ve...veramente ci siamo trasferiti>> fece lei un po' imbarazzata.
<<Be' allora lei e suo marito...>>
<<Sono divorziata.>> lo interruppe.
<<Ah!>> Fece lui chiudendole la porta in faccia.
Samantha impiegò qualche istante a focalizzare l'accaduto. Era livida di rabbia, a grandi passi si diresse verso casa sua. Ecco se l'era cercata! Così imparava a chiudere le trattative per telefono! Ma in fondo se quell'uomo era un pazzo arrogante mica era colpa sua? Entrò in casa dopo aver richiamato all'ordine i suoi figli. Era bello constatare che la casa non era una delusione come il vicinato. Era arredata bene comoda e funzionale, sebbene un po' piccola ma le permetteva di realizzare il suo sogno e questo le bastava. Sistemò i bambini sulla veranda e si mise a scaricare le valige, era ancora molto presto, forse per l'ora di pranzo sarebbe riuscita a sistemare tutto, o almeno lo sperava. Era ancora furiosa per l'incontro di poco prima e faceva fatica a restare lucida.


Chiuse il telefono con un colpo deciso. Dannazione! Non poteva fare nulla per mandare via quella donna, ma perché era venuta a vivere proprio lì? La loro era una piccola comunità ed era raro vedere facc0e nuove. Dannazione! Imprecò di nuovo, il perché non aveva importanza. L'unica cosa che importava era che ora lei era lì e lui non poteva mandarla via.
Aveva appena finito di parlare con l'agente immobiliare che aveva avuto la brillante idea di chiudere la trattativa senza informarlo, ma non era valso a nulla. Guardò fuori dalla finestra, la donna stava portando dentro le valige e i bambini ridacchiavano sulla veranda. Avevano pressapoco 4 anni l'età di suo figlio. Il suo volto si indurì. Dannazione! Imprecò ancora e ancora. Ma perché tra tante località marittime dovevano scegliere proprio quella? Il paese era diviso in due parti, quella interna dove c'erano la chiesa la scuola, l'agglomerato urbano più grande nonché qualche negozio e un supermarket, e la spiaggia, un tratto era totalmente libero, l'altro, dove poi era lui, era occupato da case con l'accesso privato al mare. Per questo lui e sua moglie l'avevano scelto a Danny piaceva il mare. I ricordi gli riaffiorarono in mente. Dannazione! Prese il primo oggetto che gli capitò a tiro e lo scagliò contro la parete. Perché quella donna era venuta a turbare la sua quiete?


Ormai erano passate alcune settimane e si erano perfettamente ambientati. Gli altri vicini erano deliziosi e anche gli altri abitanti erano molto gentili. Avevano già preso le loro abitudini come andare al mare nel pomeriggio o fare una passeggiata la domenica dopo la messa, e sebbene i rapporti col suo vicino fossero pressoché inesistenti si era creata una tregua tra loro e qualche volta, quando si incontravano sulle rispettive verande, che erano confinanti scambiavano qualche parola, specialmente la sera. Anche se si trattava di argomenti futili o comunque impersonali sentiva che forse col tempo le cose sarebbero migliorate. Tra loro c'era come una corrente sotterranea che li avvicinava e li allontanava nel contempo. Perché un uomo tanto arrogante come Greg doveva essere anche tanto bello? E perché non poteva vedere i bambini? Una volta gliel'aveva chiesto ma lui aveva lasciato la questione in sospeso uscendosene con una frase tipo:<< Non è che li odio, ma tu non puoi capire>>. Lei aveva provato a fare altre domande ma lui si era infastidito ed era rientrato in casa troncando ogni possibilità di dialogo. Ma perché si interessava solo a uomini sbagliati? Se fosse stata un po' furba gli avrebbe evitati a cominciare dal suo ex marito. Il vento cominciava ad infastidirla, si voltò per richiamare i suoi gemelli, Tommy e Kelly, ma rimase scioccata.


Era quasi sera e come sempre Greg si concedeva una pausa dal lavoro per bere un Wiskey. A volte si trovava a pensare a Samantha mentre scriveva, perché quello era il suo lavoro e lei la sua distrazione. Lei e quella coppia pestifera di gemelli. Anche se quel pomeriggio non li aveva sentiti quasi per nulla, che non ci fossero? Si chiese. Sorseggiò un altro po' di wiskey... ogni tanto si fermava a parlare con la donna e per quanto alle volte lei era più insistente di un martello pneumatico era piacevole conversare con lei. Anche il suo dolore negli ultimi giorni si era attenuato, che si stesse innamorando? Samantha gli ricordava un poco Catherine, la stessa solarità e la stessa incoscienza, ma anche la stessa grinta. Chissà perché aveva divorziato. Non si fermava mai coi bambini, ma li osservava da lontano quando giocavano in giardino, la bambina era molto sveglia, mentre il bambino gli ricordava fin troppo suo figlio. E questo gli faceva male. Guardò l'orologio, si stava facendo tardi. Uscì un attimo sulla veranda. Si era alzato il vento. Samantha e i bambini non c'erano, dovevano essere fuori pensò e rientrò in casa. Poi il rumore della risacca che giungeva più forte lo distolse dai suoi pensieri. Ebbe un brutto presentimento. Uscì di nuovo sulla veranda e vide che il cancello per l'accesso alla spiaggia era aperto. Dannazione! Imprecò, perché diavolo non erano ancora tornati? Entrò in casa afferrò il giubbotto di salvataggio e uscì di nuovo sarebbe sceso a controllare. Non poteva succedere di nuovo. Se veramente era così non l'avrebbe permesso non questa volta


Sentiva di non potercela fare,.era stata un incosciente a tentare, ma poi due forti braccia la strinsero costringendola a nuotare verso riva. Fece appena a tempo a vedere i lineamenti duri del volto del suo vicino che questi si rituffò in acqua. Non era del tutto cosciente di quanto stava accadendo. Un dolore al petto la costrinse a tossire espellendo acqua.
Dopo alcuni istanti che le sembrarono durare in eterno, l'uomo tornò a riva e lei poté tirare un sospiro di sollievo, con lui c'erano anche i gemelli, tossivano forte e sputavano acqua ma erano tutti interi. Greg avvolse una coperta intorno ai gemelli e poi fece lo stesso con lei.
<<Grazie>> mormorò. Lui annuì.
<<Non ti sforzare>>. Era davvero bello e li aveva salvati.
<<Come facevi a sapere?>> Lui la guardò negli occhi.
<<Loro sono morti così>>
<<Loro chi?>> La domanda gli sfuggì dalle labbra prima che potesse riflettere.
<<Mia moglie Catherine e mio figlio Denny, anche lui aveva 4 anni. Oggi ne avrebbe 7. la mia vita si è fermata allora.>>
<<Scusami. Capisco perché ti dia tanto fastidio la mia presenza>>
<<Non ti scusare>> Replicò asciutto
<<No?>> Gli chiese di rimando.
<<No>> Confermò
<<Posso chiederti una cosa?>> Lui annuì.<<Come facevi a sapere?>> gli chiese ancora.
<<Lo sentivo>> sì lo sentiva e se era arrivato a sentire una cosa del genere voleva dire che lei gli era entrata nel cuore.
<<Andiamo>> disse porgendole la mano. Recuperarono i bambini e si incamminarono in silenzio verso casa. Greg chiamò un medico per i bambini ed insistette che visitasse anche Samantha.


Quando il medico se ne fu andato sedettero in veranda, sul dondolo. I bambini dormivano. Era strano parlare a lui che le stava accanto e non dall'altro lato della ringhiera. Il vento si era calmato, il rumore della risacca era tornato normale, i grilli frinivano e il cielo era puntellato di stelle, l'atmosfera della notte era rilassante così cominciarono a parlare, lei gli parò del suo breve e disastroso matrimonio, di come il marito si ubriacasse, giocasse d'azzardo e non volesse figli. L'aveva lasciata non appena aveva saputo che era incinta e lei si era cresciuta i gemelli da sola. Lui le parlò dei suoi anni con Catherine e di quando era nato Denny. Poi restarono in silenzio indecisi se colmare il vuoto che li separava o lasciar perdere, eppure desiderosi di sfiorarsi. Rimasero qualche attimo ancora in silenzio e immobili, proprio come l'aria, ora che il vento si era calmato, anche i grilli tacevano come in attesa. Poi Greg si mosse calando il viso verso il suo e sfiorandole le labbra in un bacio. Poi si scostò un poco.
<<Mi sei entrata nel cuore>> disse solo, non aggiunse altro e lei non rispose, non c'era più bisogno di parole. Lei lo abbracciò ed entrambi si lasciarono cullare in silenzio aspettando l'alba e il nuovo giorno, quando si sarebbero lasciati le loro solitudini alle spalle per voltare pagina insieme.


Il racconto è un'opera di fantasia, eventuali riferimenti a fatti o cose reali sono puramente casuali.




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Racconto scritto il 30/08/2015 - 11:33
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.1051 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Non so come fai ma i tuoi scritti sono come calamite che mi tengono incollato allo schermo (che sia del mio PC o del mio Smarthpone) finché non arrivo alla fine! Due anime in pena che si incontrano, due anime che si sono "riconosciute" fin dall'inizio ma che solo alla fine dopo varie peripezie (grazie principalmente al sesto senso dell'uomo che aveva avvertito il pericolo che stavano per correre Samantha e i figli) suggellano la loro unione per un amore che non avrà mai fine. Brava!

Giuseppe Scilipoti 21/01/2017 - 18:12

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Grazie a tutti, dei commenti!!! Sono contenta che il racconto vi sia piaciuto!!!

Marirosa Tomaselli 31/08/2015 - 12:37

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Un bellissimo racconto con un finale ancor più bello! Buona giornata,

Chiara B. 31/08/2015 - 11:15

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Bel racconto, molto brava Mariarosa. Ciao

Anna Rossi 30/08/2015 - 23:54

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Un finale ove trionfano i sentimenti più puri. Del passato? L'abbandono di solitudini, non più sconce. Lieta Domenica Marirosa.

Rocco Michele LETTINI 30/08/2015 - 15:28

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