Mi circonda il totale caos del mondo
e la gente e la sua guerra infinita,
per un misero pugno di polvere,
per un'inutile spasmo del vivere.
Io sto seduto tra chi va e chi viene,
con le mani sul capo, chino e basso,
annegando in domande da mortale,
e voglio anch'io qualcosa per vivere,
forse Dio o forse amare
e voglio anch'io trovare quel rimedio.
Invece è la condanna: "È morto, è morto!
Dio è morto! Siamo stati noi a ucciderlo!"
mi gridano le voci del passato,
mentre scivola come sabbia calda,
irraggiata, l'amore tra le dita.
Questa sabbia di me rimane e fluisco
nel Silenzio, di nuovo dentro quel caos.
e la gente e la sua guerra infinita,
per un misero pugno di polvere,
per un'inutile spasmo del vivere.
Io sto seduto tra chi va e chi viene,
con le mani sul capo, chino e basso,
annegando in domande da mortale,
e voglio anch'io qualcosa per vivere,
forse Dio o forse amare
e voglio anch'io trovare quel rimedio.
Invece è la condanna: "È morto, è morto!
Dio è morto! Siamo stati noi a ucciderlo!"
mi gridano le voci del passato,
mentre scivola come sabbia calda,
irraggiata, l'amore tra le dita.
Questa sabbia di me rimane e fluisco
nel Silenzio, di nuovo dentro quel caos.
Poesia scritta il 26/05/2015 - 23:33
Letta n.956 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Di superfluo in questa tua opera ci trovo ben poco, anzi....i tuoi versi sono molto profondi e riflessivi. ciao.
Maria Cimino 27/05/2015 - 17:55
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...superfluo, solo il titolo !
intensa. bella.
intensa. bella.
Federica Copertini 27/05/2015 - 14:41
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Un introspettivo testo che rivela lo scoramento profondo dell'autore dinanzi alla superficialità del mondo che lo confonde, ancora di più, per mezzo della perdita di valori anche spirituali. Testo molto riflessivo, dal contenuto odierno.
Arcangelo Galante 27/05/2015 - 14:32
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