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Sensazione

E' che mi chiedo
se sia solo io a sentirmi così:
ad avvertire
incastonato
dentro il petto
il peso di tutte le stagioni,
ad aggirarmi stanco
come uno spettro eterno,
vivendo sospeso
tra coltri
plumbee di nembi.
Di speranze
ne ho nutrite molte
e di ognuna non ne
restano che cumuli di ossa,
lembi di profili maciullati,
arenati
sul bordo remoto
dei miei sogni.
E quelle stelle lassù poi
si circondano di ombre,
ne vengono inghiottite,
il loro lucido alone ora
è un pallore distante
che non so più scorgere.
Nella solitudine
ho trovato me stesso
ma ci son rimasto così a lungo
da essermi perso di nuovo,
ed ora è il silenzio
a suggerirmi i passi
quelli già percorsi,
e nei cammini
questi già tracciati,
rinvengo timida l'ombra
di ciò che ho già vissuto.
Il tempo è di tessuto:
pieghe di cotone
e lino di cui
cucio insieme
lembi stracciati.
Di quelle toppe voglio farci
la mia fermata sicura,
dove adagiarmi
nella ricerca
di questo qualcosa
che però non conosco ancora.



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Poesia scritta il 24/03/2017 - 12:22
Da Matih Bobek
Letta n.912 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti



margherita pisano 24/03/2017 - 21:15

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Il cammino dentro se stessi e un viaggio senza fine...basta fermarsi un attimo e ti perdi di nuovo, ma ogni passo che avanza e nuova speranza! Molto bella

margherita pisano 24/03/2017 - 21:14

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una malinconia dettata dalla solitudine voluta, ma anche speranza
bellissima

laisa azzurra 24/03/2017 - 20:26

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Poesia che mi ha affascinato molto! Ciaooo

Fabio Garbellini 24/03/2017 - 15:35

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Bellissima.

Mimmi Due 24/03/2017 - 14:40

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Impervio il cammino che conduce alla fermata sicura in un tempo dove tutto è incerto, molto bella !

genoveffa frau 24/03/2017 - 13:37

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