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POVERI/MAL VESTITI/ AFFAMATI/ MA FELICI

POVERI/ MAL VESTITI/ AFFAMATI/ MA FELICI
Io sono nato in una povera casa del monte Amiata
di polenta e di minestra di pane ne ho mangiata,
ogni mattina sin dall’alba acceso il fuoco il solito rito
sulla spianatoia dove il pane e pasta veniva lavorato
dal paiolo annerito dal fuoco la polenta veniva rovesciata
con un filo per cucire tra le due mani veniva affettata
ancor bollente si mangiava per la fame del giorno prima,
in tanti intorno al tavolo se non ti affrettavi presto finiva.
Figlio di contadini con l’uscio di tavole dove l’aria entra ( porte di un tempo )
quando tirava la tramontana sembrava desser alla poventa (dietro un cespuglio)
ci scaldavamo intorno il camino con il ciocco in fiamme
pantaloni corti goccia al naso fredde le mani gelate le gambe.
Il pranzo del giorno avveniva quando l’ombra girava a est
la sveglia era l’alba, il pozzo segnava l’ora con l’ombra,
il pranzo era minestra di pane con verdure colte la mattina,
gioivo se assieme a quella minestra mi capitava una bietolina,
la cena eran gli avanzi se ne rimaneva, del giorno e della mattina
altrimenti quattro giuggioli in un paiolo d’acqua era la cena.
Oggi sembra sia tutto dovuto e sempre esistito questo benestare,
per chi non ha visto con i suoi occhi il grano a mano tagliare,
per chi non ha mai avuto scarpe rotte e pantalone mal rattoppato,
tornerete a quel tempo questo benessere non può esser supportato.



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Poesia scritta il 25/04/2017 - 13:38
Da GIANCARLO POETA DELL'AMORE
Letta n.1201 volte.
Voto:
su 14 votanti


Commenti


Chi ha una certa età, ed io tra quelli, può fare il confronto tra quello che era e quello che oggi è e quindi può trarre le dovute differenze. Il punto è se questa generazione si rende conto o meno che questo ritmo di vita dipendente dal consumismo sfrenato non può durare in eterno...Bravo Lupo hai rappresntato quei tempi con grande realtà e sapienza. Ciao

Francesco Scolaro 26/04/2017 - 10:40

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con molta umiltà mi inchino a voi amici miei che commentate e vi giuro che fa bene al cuore vedere i vostri commenti le belle parole che mi traboccano nel cuore GRAZIE GRAZIE DI CUORE

GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 26/04/2017 - 00:15

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Fa riflettere e mi fa pensare a molti aneddoti che m sono stati raccontati ...
Mi domando se un giorno vivró anche io esperienze simili ...

Bea G 25/04/2017 - 23:43

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Fa riflettere e mi fa pensare a molti aneddoti che m sono stati raccontati ...
Mi domando se un giorno vivró anche io esperienze simili ...

Bea G 25/04/2017 - 23:43

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Tempi di fatiche ma tanta semplicità e rispetto per ciò che si riusciva a conquistare, anche la più piccola era un dono, oggi non si riesce ad apprezzare ciò che si possiede, un ritorno al passato oggi non appare più cosi lontano, molto bella

genoveffa frau 25/04/2017 - 23:31

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Piena di ricordi passati che ora con quello che sta succedendo sembrerebbe voler ritornare, ma non penso che l'atmosfera di una volta potrebbe continuare! Intensa e riflessiva poesia!

Ilaria Romiti 25/04/2017 - 22:45

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Ormai, caro Giancarlo la strada è stata riaperta ... più di qualcuno è già lì diretto. Ciao

Wilobi . 25/04/2017 - 22:03

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vero Poeta
e sarà tt più complicato
per tutti...per chi ha conosciuto il benessere ed anzi, ci è nato
ma la colpa è di tt noi
di noi che nn abbiamo saputo gestire e gestirci
di noi che abbiamo detto: stavamo bene quando mangiavamo tutti
ed ora, l'impoverimento è talmente tangibile e bramato dai poteri forti, che nulla possiamo
un popolo senza più identità sarà ridotto alla schiavitù...e tt questo è assolutamente voluto
Poeta, la tua poesia è dolcezza e meraviglia di quei giorni
ora, lo sconforto è di chi sa di nn poter far nulla

laisa azzurra 25/04/2017 - 21:26

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La tua poesia ci ricorda tempi lontani in cui una fetta di polenta bastava a sfamare, tempi duri ma veri che si sono indubbiamente persi. Bella davvero. Giulio Soro

Giulio Soro 25/04/2017 - 20:08

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Semplicità ed umiltà caratterizzavano quei tempi, specialmente quando era in vigore la mezzadria, dove non bastava per sfamare le famiglie numerose.... ricordo ancora i racconti di mio nonno davanti al camino con gli occhi luccicanti dal fumo e dalla curiosità...bravissimo e sensibile nello scrivere per ricordare!

ANNA BAGLIONI 25/04/2017 - 19:00

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Molto bella ,Giancarlo
ricordo ,una famiglia numerosa
ogni qualvolta un indumento diveniva piccolo per un ragazzo
passava al successivo
fino ad esaurimento dei ragazzi oppure dell'indumento
così le scarpe.
Ciao piaciuta.

Bruno Abbondandolo 25/04/2017 - 17:45

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Giancarlo hai sempre la capacita di arrivare dritto dritto al cuore.
bellissimi versi
commuove.. per forza, verità, intensità,
la semplicità delle piccole cose, la semplicità del semplice sentire quello vero.
grazie....leggerti e scuola di poesia e scuola di vita.
*****

Paolo Pedinotti 25/04/2017 - 17:40

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Molto bella

Rosi Rosi 25/04/2017 - 17:27

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Il passato... i nostri sacrifici e l'allegria per le cose semplici.
Straordinariamente d'impatto...
Lieta serata.
*****

Rocco Michele LETTINI 25/04/2017 - 16:51

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Le cose semplici di una vita...tra sapori veri e profumi di nostalgia!
Molto bella e riflessiva...Ciao Lupo *****

margherita pisano 25/04/2017 - 16:31

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LUPO...erano altri tempi....e posso dire che il tenore di vita anche nelle campagne è molto cambiato. Si sta molto meglio quello che manca è la solidarietà. Il vivere sano, quella felicità guadagnata con la fatica dei giorni sudati per mancanza delle tecnologie che ci sono oggi. Sai cosa penso che un giorno forse lontano si ritornerà a questi valori e saranno ambiti perche rari. Il progresso non si ferma....

mirella narducci 25/04/2017 - 15:48

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Il paradosso: "Si stava meglio prima, quando si stava peggio"! Con malinconia, mirabimente hai descritto di tempi andati; una cultura contadina che conserva i valori della vita, che la frenesia e il logorio del tempo moderno, li ha letteralmente fatti sparire del tutto!

Savino Spina 25/04/2017 - 15:44

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La semplicità e la genuinità anche nel sacrificio, il godersi quello che si ha senza pensare a quel che non si ha.Bella riflessione Lupetto

Sabry L. 25/04/2017 - 15:32

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Il fascino delle cose semplici che oggi si è perduto!
Bravo!

Mimmi Due 25/04/2017 - 15:14

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Giulia mi ha rubato il concetto che riprendo. Una volta c'era poco di tutto ma c'era più solidarietà. Si aspettava la primavera per andare a "rubare" i frutti sugli alberi, ma il fattore faceva finta di non vedere.
Mettevamo le ciliegie in tasca per prenderne un pò di più ed immancabilmente si schiacciavano scendendo dagli alberi.
Quando il granoturco era alto, sparivano le pannocchie da fa bollire.
In autunno inoltrato com'erano buoni i cachi.
Oggi prova a raccontare queste circostanze, non ti crede nessuno, anzi i ragazzi ridono e ti dicono che sei un bravo narratore.
Altro che pane e niente, c'è il panino McDonald's da 4,5 euro. Nessuno vuole che oggi si viva quello che si è vissuto in passato, ma perchè buttare tonnellate di cibo, quando potremmo sfamare il mondo.
Su questo dovremmo riflettere e tu Giancarlo ci richiami con toni forti all'essere più PARSIMONIOSI.
Grazie.



ALFONSO BORDONARO 25/04/2017 - 14:56

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Si viveva con poco e si gioiva per poco. Nostalgia, questa poesia genera in me nostalgia. *****

Ken Hutchinson 25/04/2017 - 14:40

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Hai ragione, oggi sembra che tutto sia dovuto è non si apprezza nulla. Io lo dico ai miei figli che non buttavamo mai il pane, nemmeno se cadeva per terra. Ci avevano insegnato che dovevamo soffiare per togliere eventuale polvere, mangiarlo comunque. Lupo, hai detto mille verita'.

Teresa Peluso 25/04/2017 - 14:37

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Certo altri tempi quelli in cui non si buttava nulla né il cibo né i vestiti che venivano rattoppati. Oggi la nostra società è basata su una liquidità delle cose, oggetti che dopo un po'non servono più perché diventano sorpassati e inoltre quanto cibo buttato. Apprezziamo poco la vita.

Giulia Bellucci 25/04/2017 - 14:20

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