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L'ESTATE DEI GIRASOLI

Conosco un solo mare:
Quello degli addii in riviera 
E quello delle imbarcazioni arrabattate,
Che si staccano in tutta fretta 
Dallo scuro d'un monte;


Di esso ne conosco tutt'ora l'altura:
Un mero giaciglio per il riposo
Dei pastori e dei loro armenti addormentati.


Ciò che ricordo 
È riposto fra le onde ritiratesi al primo sole,
Sulla sabbia voraginosa,
Dove giocose e ognuna con una sua cadenza
S'incunearono quelle mie raggrinzite dita 
Di timido fanciullo.


Dal vecchio pontile,
Il vento notturno e il labbro morso dal suo impeto 
Mi conversero l'occhio nell'unica direzione 
Che un celere mercantile stava seguendo; 
Pensai a quanto potesse essere ingombrante la luna
Sulle altre coste da qui fin troppo distanti.


Se ne andò via così l'estate dei girasoli:
Contandone in solitudine i petali,come se gli stessi,
Precedendo la notte,
Fossero nient'altro che dei semplici ricettacoli
Per l'ossessivo scandire del giorno.


Le prime nevi non tardarono ad arrivare,
E in nessun nuovo attracco m'imbattei al porto,
Nessun volto conosciuto
Nessuna voce che si disponesse al mio udire;
Nulla c'era e nulla comunque sarebbe restato....


Oh madre!
Mai più ti rividi al fianco mio,
Ridente e protettiva;
Ma come ogni bella cosa 
Ti potei ergere vicino ad una qualunque stella,
Portatrice dei sogni lieti dell'oggi e del domani




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Poesia scritta il 19/05/2017 - 14:39
Da Mirko Faes
Letta n.1003 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Bellissima opera.. Complimenti sinceri

Francesco Gentile 22/05/2017 - 09:47

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Splendida nel suo intenso significato , complimenti

genoveffa frau 21/05/2017 - 18:59

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Molto intensa.Sempre bravo.

Sabry L. 20/05/2017 - 17:12

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Complimenti per questa tua, specialmente la chiusa è bellissima 5*

donato mineccia 20/05/2017 - 09:58

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