Sperduta armonia
invadi le stanze
splancando la porta.
Che benvenuta fu
la tristezza del giorno
che infausto fu
il torpore dei sogni.
E cogli margherite e viole
all'insaputa del Dio
che lascia soli in mezzo ai lupi.
E respira come randagio
che annusa odori nascosti
l'aria che rarefatta
si mescola al profumo dei fiori.
Dispersa allegria
accarezza il capo
filtrando dalle persiane socchiuse.
Che gentili furono
i tempi dell'oblio
Che incoscienti furono
le risa di bambina.
E distogli lo sguardo dall'orizzonte
all'insaputa del mondo
che impazza senza tregua.
E cela la tua linfa
ai sentieri dei giardini
affollati da piedi frettolosi.
invadi le stanze
splancando la porta.
Che benvenuta fu
la tristezza del giorno
che infausto fu
il torpore dei sogni.
E cogli margherite e viole
all'insaputa del Dio
che lascia soli in mezzo ai lupi.
E respira come randagio
che annusa odori nascosti
l'aria che rarefatta
si mescola al profumo dei fiori.
Dispersa allegria
accarezza il capo
filtrando dalle persiane socchiuse.
Che gentili furono
i tempi dell'oblio
Che incoscienti furono
le risa di bambina.
E distogli lo sguardo dall'orizzonte
all'insaputa del mondo
che impazza senza tregua.
E cela la tua linfa
ai sentieri dei giardini
affollati da piedi frettolosi.
M.M.M.
Poesia scritta il 12/03/2018 - 15:44
Da Lylas Lena
Letta n.904 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Scusa, volevo dare cinque stelle e me ne sono venute solo quattro.. E' l'ultima volta che provo a votare dal telefono. Scusa ancora
Roberto L 12/03/2018 - 19:38
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Grande sensibilità e consapevolezza in questa poesia che mi e' piaciuta molto. Complimenti
Roberto L 12/03/2018 - 19:36
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