RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Come molecole impazzite (versione riadattata)

Avete mai sentito il termine pogare? Bhe, si dai. Chi di rock campa, non può non sapere cosa significhi. "Ballare saltellando contro chi gli sta intorno", questa è la definizione che più mi piace. E questa è la storia di Reneè e Charlotte e quel che fu quella cosa che li divise. Fino ad un certo punto.

Vivevano a Parigi. La città dell'arte, della poesia, della musica. La città dell'amore. Ma per uno scherzo del destino, nella sua periferia più squallida. Nelle banlieue. Non Versailles o Neuilly-sur-Seine ma a Clichy-sous-Bois che era come Aulnay-sous-Bois o Sevran. Posti dimenticati dal mondo dove la depressione della gente viaggiava a pari passo con la violenza, con la droga, con la privazione della volontà di essere un umano a volte. Scene di stupro si nascondevano quotidianamente dietro cassonetti in fondo a ciechi vicoli. C'erano occhi che guardavano, bocche che tacevano. E lo schiacciarsi del cielo sopra quella parte di mondo, provocava a volte, a dire il vero troppe ... (continua)


Massimo 17 10/01/2017 - 12:18
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Il bambino

In una notte in cui le stelle non riuscivano a prendermi, me ne andavo in strada lontano dalle mie fatiche quotidiane, quando la luce di una finestra ancora accesa, mi fece abbassare la testa e commettere il reato di guardar senza esser visto.

Lì, un bambino davanti al vetro, appariva e scompariva con fare precipitoso. Lasciava quel suo posto innanzi al mondo per poi tornare lì, ancora, con il mento appoggiato e le braccia conserte. Non venne in me un'allucinazione, ma si dispiegò in quella notte il reale.

Il suo respiro formava un alone sul vetro, che sgombrava quand'egli scompariva. Per secondi, trentasette per l'esattezza. Li contai. Il bambino tornava alla finestra puntualmente, col far di colui che nell'assentarsi, avesse perso qualcosa di prezioso. Tornava a mirare le stelle. Ma che dico, non vi erano. Tornava a recuperare il buio forse. Allora stetti a guardare ancor di più. Sicuro che il suo sguardo non raggiungeva il mio, mi mossi cautamente al di fuori di quella vil... (continua)


Massimo 17 02/01/2017 - 09:02
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