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La mucca Nina

Lo scampanellio della vecchia sveglia a carica resuscita Mauro dai meandri del
sonno e lo riporta violentemente alla nuda realtà.
Il sole accenna in lontananza un bieco raggio che non riuscirà a scaldare la
giornata che si ripete monotona e solitaria, salvo la compagnia obbligata delle povere
mucche che lo attendono nella Stalla.
La neve,ormai, ha preso il sopravvento e la piccola fattoria dista 50 chilometri
dal centro abitato più vicino, per non parlare della strada, se così si può chiamare
quella vecchia mulattiera che la natura ha inesorabilmente riassorbito, lasciandogli
solo un periglioso passaggio che Mauro percorre con la vecchia moto da cross,
compagna inseparabile ed unico trofeo rimastogli della sua giovinezza.
Il camino nell’angolo della stalla ha ormai esaurito la catasta di legna, ma le poche
faville rimaste, sotto l’ultima legna asciutta, che Mauro sacrifica con dispiacere,
ridanno vita alla fiamma ed alla giornata appena iniziata.
La colazione si limita ad un bicchiere di latte appena munto, non potendolo
consegnare alla centrale non ha soldi per il cibo ed anche se avesse dei risparmi,
al momento, non avrebbe la possibilità di andare in città.
Mungere e cantare, questo gli resta da fare nell’attesa che migliori il tempo, sperando
che il repertorio delle canzoni che conosce non si esaurisca troppo in fretta.
Suo fratello aveva ragione quando gli aveva regalato una radio trasmittente, ma
la ricerca di una vita naturale , per trovare se stesso, e per non essere distratto dal
consumismo, gli avevano imposto di rifiutare ogni comodità, come il generatore di
corrente e la pompa per l’acqua.


La legna sta esaurendo e la sua mente ripensa a ciò che è diventato,
un essere che ha realizzato i suoi sogni “ la vita naturale”,
a quale costo.
Aveva deluso prima la famiglia, abbandonando la fattoria nel periodo
estivo, quando il tempo non basta per fare tutto il lavoro, poi ha costretto
Grazia, la compagna di una vita , a seguirlo nella sua avventura.
Per più di un anno aveva sopportato le sue lezioni di vita,” l’esistenzialismo
di Mauro”, quante volte gli diceva di scrivere un libro, venderlo
e con i soldi vivere da vero consumista.
Forse aveva ragione, forse era solo utopia, la sua idea di vita.
Adesso la fame si fa sempre più violenta, con i suoi morsi sembra un lupo
intento a sbranargli le interiora.
La sua mente vede la vecchia mucca Nina rosolare al fuoco e sente
l’odore del grasso che si infiamma gocciolando sulle braci.
Un colpo di vento spalanca la porta della vecchia stalla e la neve
turbina nell’ambiente già freddo, le due mucche, sdraiate sull’esile letto
di biada ed escrementi, emettono l’ultimo muggito prima di lasciarsi
andare ad un sonno senza fine.
Mauro si è appisolato in un angolo della stanza, sta gelando, la sua
mente gli dice di indossare dei vestiti, ma lui è convinto di non averne,
sogna di essere sull’Artico, unico superstite di una catastrofe aerea.
“Ancora la fame si fa sentire e niente da mangiare, neve solo neve.
Forse potrei cercare tra i rottami dell’aereo un po di cibo, forse potrei
mangiare della carne umana, ma non riesco a muovermi.
Se riuscissi perlomeno a dormire la vita fuggirebbe via da me in un
sogno alato.... già e poi nell’aldilà non prenderò più un aereo!”
La sua mente inizia un elenco di cose da non fare nell’eventuale ritorno alla vita
civile: non vivere isolato dalla civiltà, apprezzare il consumismo, occuparsi degli
altri, andare d’accordo con i familiari, amare Grazia come parte eccezionale di
una società che nonostante tutto può andare.
Un orso lo afferra... no è una mano che gli afferra la spalla e lo scuote energicamente,
gli occhi si schiudono con difficoltà.
La voce sembra un lontano gracchiare, poi il sole dalla finestra lo scalda a tal
punto da doversi scuotere per riprendersi.
“Mauro! Mauro!!” Continua a chiamarlo la voce.
“Mauro! svegliati sono Grazia.”
-(Grazia! ma allora l’elenco di poc’anzi stava funzionando!) -
La stanza intorno a sé non è altro che una camera di città, la finestra mostra
una giornata pomeridiana e soleggiata.
“Dove sono?” chiede Mauro.
“sei a casa tua reduce dalla colossale sbornia che hai preso, dopo il nostro matrimonio!”
“Auguri marito, adesso sbrigati, tra un’ora dobbiamo prendere un aereo.”
“ Un aereo!”
Un barlume di disagio passò per la mente di Mauro, ma fu solo un momento.
LA REPUBBLICA 11 maggio 2001
“Cade un aereo mentre sorvola l’Artico, nessun superstite dopo l’esplosione.”




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Racconto scritto il 14/11/2014 - 19:44
Da paolo signorini
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