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STORIA DI UN AMORE GRANDE E INFINITO - Seconda Parte

All’inizio dell’anno1964 nacque il primo figlio, che in memoria di mamma Alfonsina, fu chiamato Alfonso. Durante il ricovero in Ospedale, abbiamo preso una stanza a pagamento con due lettini (a quel tempo era consentito) così ho potuto dormire vicino a Maria Pia ed assisterla notte e giorno. La Capo Sala era Suora Eugenia, molto affabile e sorridente con tutti. Quando m’incontrava ripeteva dolcemente: è nato un bel bambino per la gioia di mamma e papà! Io e mia moglie non l’abbiamo mai dimenticata, anzi spesso ne parlavamo con tanto affetto e tenerezza.
Era un bimbo bello e sano ed effettivamente era la gioia di tutti, ma soprattutto di mamma e papà. Nel frattempo, Maria Pia aveva lasciato il lavoro da esattrice e faceva la mamma a tempo pieno. Ricordo perfettamente ancora oggi le nostre preoccupazioni, le paure, ma anche la nostra immensa gioia per questo piccolo angioletto, frutto del nostro grande amore
Passarono altri quattro anni, con la famiglia Affinita che man mano cresceva, perché ormai tutti i figli di Domenico e Alfonsina si erano sposati e ogni tanto arrivava un nuovo o una nuova erede.
Anche nella nostra casa, con il caldo d’Agosto la cicogna portò un altro bel maschietto, e fu di nuovo una grande gioia, una felicità immensa, una profonda soddisfazione per tutti, anche se io al contrario di mia moglie, mi aspettavo una femminuccia! Maria Pia, era consapevole del fatto che mio padre ci teneva ad avere un nipotino che portasse il suo nome, così volle chiamarlo Giovanni, ma essendo anche molto devota alla Madonna, aggiunse il nome di Maria e quindi l’abbreviazione di Gian Maria. Maria Pia, fin da quando eravamo fidanzati, mi chiamava spesso con dei vezzeggiativi, come Paperino e successivamente Papero o Paperone: io contraccambiavo chiamandola cruschina, ma il più delle volte la chiamavo Paperina e in seguito anche mamma o nonna Papera. Era un modo affettuoso e dolce per scambiarci semplici ma profondi tenerezze d’amore! La vita andava avanti, i figli crescevano bene, Maria Pia molto orgogliosa dei suoi due gioielli, li educava con molta saggezza, li vestiva sempre alla moda andando frequentemente nei migliori negozi di Roma in Via Condotti, Via Frattina, Via del Corso, Piazza di Spagna. Arriva il giorno dell’Asilo e delle Scuole Elementari, si comincia a pensare anche alla casa, una nuova casa più grande per noi e per i nostri figli. Così acquistammo un appartamento nel palazzo che stava per essere costruito in via Bainsizza, a due passi dalla vecchia abitazione. Con molti sacrifici e tanta volontà, dal primo Agosto del 1970 abbiamo realizzato un altro dei nostri sogni, siamo andati ad abitare nella nuova casa che per noi e soprattutto per Maria Pia, è stata per tanti anni la nostra Reggia.
Abbiamo sempre mantenuto un ottimo rapporto con la mia famiglia in Abruzzo, con frequenti e memorabili visite e lunghi soggiorni sia in casa dei miei e spesso anche negli alberghi della Costiera Teramana, instaurando e rafforzando sempre più un fortissimo legame, non solo con tutti i parenti, ma anche con tanti loro amici.
Nel frattempo, anche la famiglia Affinita continuava ad essere sempre unita, nel perenne ricordo e stimolo dell’ormai nonna Alfonsina e con la sapiente regìa di nonno Mimì. Spesso, si andava in vacanza, si festeggiava tutti insieme il Natale, il Capodanno, i vari compleanni, i weekend al lago, le gite in campagna e quant’altro, sempre in un clima di serenità, di affetto e stima reciproca, pur se si avvertiva nell’aria e nei nostri cuori un velo di tristezza e malinconia, per la mancanza della nostra cara e indimenticabile “Nonna Alfonsina”. Ancora oggi, dopo tanti anni, da solo e senza la mia Pia, questi ricordi anche se belli ma per me fortemente malinconici, mi mettono nell’anima una tristezza infinita e vorrei fare un passo in dietro e tornare a quei tempi o un passo in avanti per anticipare il futuro!
Gli anni continuano a trascorrere in perfetta armonia, i rapporti di coppia sono stabili, direi ottimi sotto tutti i punti di vista, i nostri bambini ormai ragazzi frequentano le Scuole Superiori, Maria Pia sempre instancabile e vigile nel controllare i compiti, il rendimento scolastico, il comportamento in generale dei nostri figli. Io ero preso costantemente dal lavoro che mi dava tante soddisfazioni, ma m’impegnava moltissimo.
Tra tante cose belle, accadono anche eventi dolorosi: l’improvvisa malattia di nonno Mimì, che purtroppo rimane semi-paralizzato per lunghi anni e che, anche se contornato e confortato dall’affetto e sostegno di noi tutti, ha sofferto molto per la condizione fisica che si è trascinata fino alla morte avvenuta il 18 Marzo del 1976, lasciando in ognuno di noi un profondo dolore e un vuoto incolmabile. Da quel giorno, ci è mancato tantissimo perché era il nostro comandante, la nostra guida, la luce che indicava il nostro cammino.
Dopo qualche anno, acquistammo un terreno in località Romanella sulla Strada Querciaiolo, nelle vicinanze di Bagnaia, dove facemmo costruire un “casaletto” nel quale abbiamo fatto negli anni tante feste insieme a parenti ed amici. Ci divertivamo a coltivare la terra; avevamo la vigna, le olive, la frutta e verdura, gli animali da cortile. Eravamo tutti felici e Maria Pia collaborava attivamente alla raccolta dell’uva, delle olive e degli ortaggi, aiutata dalle sorelle, dalle cognate e dalle amiche, trascorrendo tutti insieme delle giornate indimenticabili!
Nel mese di Agosto del 1987, abbiamo celebrato le Nozze d’Argento con una bella e toccante cerimonia religiosa, contornati da tanti parenti ed amici, venuti anche dall’Abruzzo per festeggiare tutti insieme l’importante ricorrenza. Nel frattempo i nostri figli diventavano adulti; terminate le Scuole Superiori, prima uno e poi l’altro iniziarono gli studi Universitari presso la Sapienza di Roma. Pertanto prendemmo in affitto un appartamento nelle vicinanze dell’Ateneo, dove i nostri ragazzi frequentavano regolarmente i corsi laureandosi brillantemente, il primo in Scienze Geologiche e il secondo in Scienze Politiche.
Inutile descrivere il nostro orgoglio e la nostra felicità, soprattutto quella di Maria Pia, da sempre, grande artefice dei risultati ottenuti, ovviamente senza sminuire i meriti dei nostri giovani che hanno profuso tanto impegno e serietà negli studi.
Terminati gli studi universitari, i nostri figli si sono trovati quasi subito un lavoro e pian piano, sono diventati indipendenti e quindi hanno formato una propria famiglia. Infatti nel 1992 il figlio più grande si è sposato e nel 1993, ci ha regalato Luca, il primo nipotino. Figuriamoci la nostra gioia e l’orgoglio di nonna Pia, una nonna ancora giovane con tanto amore ed affetto da riversare su quella splendida creatura.
Anche il secondo figlio, finiti gli studi, rimane quasi stabilmente a Roma dove ha trovato il suo primo lavoro. Successivamente è tornato a Viterbo e quasi subito ha ripreso a frequentare gli ambienti politici della città. In seguito è stato eletto Consigliere e quindi Assessore presso la locale Amministrazione Provinciale per più legislature. Per noi è stato motivo di soddisfazione e orgoglio, nel vederlo impegnato con capacità, perizia e serietà nell’amministrare i beni pubblici. Maria Pia ed io, rimaniamo ad abitare da soli e a volte ci assaliva una certa malinconia e un po’ di solitudine che cercavamo di sconfiggere stando quasi ininterrottamente insieme e rafforzando la nostra unione, rinnovando e potenziando il nostro vincolo d’amore, che da sempre, fin da quando ci siamo conosciuti è stato veramente un meraviglioso ed interminabile sogno!


Nel frattempo la vita continuava abbastanza tranquillamente, siamo tornati spesso in Abruzzo, per stare vicino ai miei genitori. Anche in queste occasioni, Maria Pia si è distinta con grande generosità e altruismo nel collaborare con le cognate per l’assistenza ai suoceri anziani e bisognosi di amorevoli cure.
Purtroppo, insieme a tante gioie, ci sono stati dei momenti di smarrimento e di dolore per la morte di mio padre e successivamente per quella di mia madre. Due figure determinanti non solo per me, ma anche per i miei fratelli e sorelle. Due persone eccezionali, dotati di un grande spirito di solidarietà e altruismo, che hanno dedicato la loro vita al lavoro e al benessere della famiglia. Arriviamo alla soglia dell’anno 2000, per me giunge anche il momento della pensione; avrei voluto e potuto rimanere ancora per qualche altro anno a lavorare, perché sono stato da sempre molto legato all’Azienda alla quale ho dato tanto e dalla quale ho ricevuto attestati di stima e riconoscenza. Purtroppo però, i tempi stavano cambiando così come cambiava la struttura dell’Azienda e dei suoi dirigenti. Per questo, ho preferito lasciare il lavoro e dedicare il mio tempo e il mio affetto alla famiglia. Ho alternato i miei impegni tra la casa, la campagna e l’Associazione dei Seniores Enel, dedicando anche più tempo alla famiglia e soprattutto a mia moglie. Rimanendo spesso vicino a Maria Pia, si è creato un rapporto ancora più stretto, ancora più forte e profondo, un legame inscindibile, insomma un nuovo tenero, dolcissimo ed interminabile amore!
Indubbiamente è stato un periodo molto bello, ma ci sono stati anche dei momenti meno belli o addirittura brutti.
Un avvenimento bello e quasi inaspettato, è stato la nascita del secondo nipotino Gianmarco, che ha portato una ventata di aria fresca e uno spirito nuovo a noi nonni e a tutta la famiglia. Eravamo tutti molto impegnati ed orgogliosi dei nostri due nipotini e felici nel vederli crescere sani e belli. Purtroppo però, successivamente ci sono stati ancora altri lutti che hanno colpito le nostre famiglie portandoci dolore e sconforto.
I rapporti tra noi e i parenti d’Abruzzo, sono stati sempre ottimi e sono proseguiti ancora con frequenti visite e contatti telefonici. Maria Pia si era integrata benissimo con tutti i componenti della mia famiglia d’origine ed era molto felice tutte le volte che potevamo trascorrere un periodo più o meno lungo con loro. Abbiamo passato dei momenti veramente indimenticabili; Maria Pia che era “Napoletana” di nascita, è diventata una perfetta “Abruzzosella”, integrandosi completamente con i nostri usi e costumi. Spesso mi diceva: andiamo a trovare i parenti Abruzzesi, io con loro mi trovo veramente bene, sono tutti così bravi e affettuosi, insieme a loro ritrovo sempre tanta pace e serenità.
Così siamo andati avanti per altri anni con tante gioie, ma anche con qualche imprevedibile dolore con la morte di alcuni congiunti nelle rispettive famiglie.
Arriviamo nell’anno 2010 e Maria Pia comincia ad avere piccoli problemi di salute e si sottopone pertanto a dei controlli clinici, che rivelano qualche anomalia nei valori del sangue.
La situazione rimane stabile per circa un anno, durante il quale ha proseguito periodicamente con i controlli ematologici presso l’Ospedale di Ronciglione.
Purtroppo nel Luglio 2011, quasi all’improvviso, si è verificato un crollo vertebrale e un costante peggioramento dello stato di salute ed è stata pertanto ricoverata presso l’Ospedale di Viterbo, dove in seguito ad accertamenti è stata diagnosticata una setticemia dovuta ad un rene infetto, che è stato subito asportato.
Le condizioni, si sono brevemente aggravate ed è stata trasferita in Sala di Rianimazione, dove è rimasta in condizioni molto gravi per ventiquattro giorni.
E’ stato per me un periodo veramente duro e tormentato, pieno di paure, di preoccupazioni e di forti timori di perdere per sempre la mia cara e adorata Maria Pia. Per fortuna, grazie a Dio, pian piano si è ripresa ed è stata trasferita a Villa Immacolata, clinica specializzata per la riabilitazione che è durata circa tre mesi.
Sembrava ormai quasi tutto a posto, ma a seguito di ulteriori controlli è risultata essere affetta da Mieloma Multiplo.
E’ stato necessario pertanto iniziare un’adeguata terapia presso l’ospedale di Ronciglione, dove tra disagi, sofferenze, timori e speranze sono passati altri due anni.
Nel frattempo, stavamo pensando di organizzare un’altra cerimonia per festeggiare degnamente le nostre Nozze d’Oro con tutti i parenti e alla quale Maria Pia teneva particolarmente. Speravamo in un miglioramento delle condizioni di salute e invece le cose sono quasi all’improvviso precipitate e siamo stati costretti a rinviare la festa, che purtroppo non si è mai più potuta fare. E’ rimasta tuttavia la soddisfazione di essere stati felicemente sposati per cinquantuno anni e cinque giorni, e vissuti in una casa piena di affetti con tanto amore e reciproco rispetto.
La cura, che all’inizio sembrava facesse il suo effetto, successivamente non ha prodotto i risultati sperati, nonostante il grande e lodevole impegno di tutti gli operatori sanitari. Infatti, il 14 luglio 2013 a seguito del peggioramento improvviso delle condizioni di salute, ho provveduto a farla ricoverare presso l’ospedale Belcolle di Viterbo, dove purtroppo gli accertamenti clinici hanno immediatamente evidenziato un aggravamento della malattia. Nonostante avessero intensificato la somministrazione dei farmaci, dopo qualche settimana, i medici hanno constatato nuovamente che la cura era inutile e inefficace, visto il costante peggioramento delle condizioni. A questo punto, hanno iniziato a parlare sempre più chiaramente di malattia irreversibile e di imminente pericolo di vita. Io non riuscivo a pensare alla morte, o forse non volevo crederci; ero preso dall’ottimismo, dalla speranza e dalla fede. Maria Pia invece, forse si stava rendendo conto del progressivo avanzamento della malattia e del calo costante delle forze fisiche e mentali, perchè nei momenti di lucidità, mi parlava con un velato sorriso e con dolcezza della nostra vita, del nostro grande amore, dei nostri figli, dei nipoti, dei vari episodi più importanti, dell’impegno e dell’amore riversato su tutti noi. A volte mi ripeteva: in fondo sono serena perché ho dedicato tutta me stessa con grande gioia, impegno e serietà alla casa, ai miei due figli, ai nipoti e al mio unico uomo, che sono stati e saranno per sempre i grandi amori della mia vita. Quando andrò via, non devi piangere, tu devi avere coraggio, non sarai solo, dovrai aiutare i figli, i nipoti, hai la campagna e tanti amici, soprattutto all’Enel; certamente non ti annoierai, vedrai. Potrai anche andare più spesso dai tuoi parenti in Abruzzo; loro saranno contenti, sono così affettuosi e ti vogliono tutti molto bene. E poi, io ti sarò sempre vicino, ti sorveglierò continuamente e ti guiderò sulla retta via! Stai tranquillo, non ti libererai di me così facilmente! Dopo alcuni giorni, i sanitari hanno dovuto abbandonare definitivamente la speranza di salvarla e hanno provveduto a trasferire la paziente nell’Ospice della Clinica Salus di Viterbo, dove purtroppo è deceduta nella notte tra il 13 e il 14 Agosto 2013.
Io ero al suo capezzale, l’ho vista morire lentamente; alle ore 1,45 circa senza neanche un lamento, ha emesso l’ultimo respiro. Per me, è stato veramente un dramma inaspettato, inimmaginabile e indimenticabile che ha distrutto definitivamente la mia vita.
Ho passato gli ultimi tre anni costantemente accanto a Maria Pia, le visite mediche, gli ospedali, le cure, i controlli, la dieta alimentare, i viaggi da Padre Pio e in Abruzzo.
Ho lottato con tutte le mie forze, per assisterla, per curarla, per salvarla! Mi sentivo un leone, avevo tanta fede, tanta speranza, ho saltato i pasti, l’ho vegliata tutte le notti, mano nella mano, guancia nella guancia, ho pregato, ho pianto, ho sperato e ho creduto anche in un miracolo che purtroppo non c’è stato.
Adesso, ho perso tutto, compreso la speranza, sono solo con le mie fragilità, con i miei dubbi, con i miei tormenti, con i miei sogni svaniti nel nulla, con la sensazione d’impotenza e con un profondo vuoto che mi circonda.
Lo so, che non sono solo, ho i figli, i nipoti, tanti parenti e amici che mi vogliono bene, sia a Viterbo che in Abruzzo. Ma, a me manca “il mio Grande Amore”, mi manca Maria Pia con la quale nonostante tutto, ho trascorso ben oltre cinquant’anni della mia vita, una vita lunga e meravigliosa, anche se purtroppo finita in modo così tragico e doloroso.
Quelle sofferenze, quel continuo contatto fisico e mentale, quel calore dei nostri cuori ci hanno legato tenacemente per sempre, come un potente collante che nessun solvente al mondo riuscirà mai a separare.
In verità, negli ultimi mesi ho trovato un po’ di pace e conforto, dopo che finalmente con impegno e caparbietà sono riuscito, in collaborazione con i suoi fratelli e sorelle, a far traslare il corpo di Maria Pia dalla dimora provvisoria a quella definitiva, accanto a mamma Alfonsina e papà Domenico, esaudendo così il suo desiderio che aveva espresso quando ancora era in vita.
Come dicevo, sono rimasto solo in una casa piena di ricordi, una casa ormai triste, vuota e silenziosa, una casa che aspetta la sua padrona, la sua Regina che per quarantatre anni l’ha curata ed amata con tutta sé stessa.
Parafrasando il grande Modugno: “piange il telefono perché Lei non verrà”. Qui, oltre a me, è la casa che piange perché ha capito, che anche se grida forte, purtroppo la padrona, la nostra Regina, non tornerà mai più!
Ringrazio sentitamente tutti i parenti e gli amici che mi sono stati vicino e mi hanno aiutato a sopportare il peso di questo grande e interminabile dolore.
Sono certo che continueranno a farlo per il resto della mia vita che purtroppo è completamente cambiata e alla quale dovrò pian piano abituarmi.
Soprattutto però, voglio ringraziare Maria Pia per tutto quello di bello e importante che mi ha dato nel corso dell’intera vita.
Il suo esempio, la sua bontà d’animo, la sua generosità, l’amore per la famiglia sarà per me la luce che mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni. Grazie Maria Pia; grazie eterno, grande e infinito Amore Mio!




Dedico questi racconti, che sono ricordi di una vita,
alla memoria di mia moglie Maria Pia ,
fedele compagna di una vita durata oltre cinquant’anni.
Una donna onesta, generosa e instancabile,
da sempre dedita alla casa, alla famiglia e agli altri.
Ha lasciato a noi tutti una eredità di fede, di pace e di amore.




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Racconto scritto il 07/03/2015 - 19:09
Da Sabatino Santucci
Letta n.1460 volte.
Voto:
su 11 votanti


Commenti


Racconto d'una vita spesa per l'amore e da esso ripagata in un modo meraviglioso
e commovente. Per chi legge sono versi
che toccano profondamente il cuore e ti fanno sentire vicino con tutto l'animo.

Giancarlo Gravili 08/03/2015 - 16:47

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Capisco il tuo dolore, ma penso che tu sia un uomo fortunato, perché hai conosciuto l'amore vero, non quello di facciata., che si spegne quando la passione dovrebbe lasciare campo al profondo affetto. Racconto ben scritto. Saluti, Fabricio

Fabricio Guerrini 08/03/2015 - 11:53

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Storia egregiamente scritta che racconta di un'amore che ciascuno di noi vorrebbe poter vivere!
I lettori, sentono le persone delle quali si narra così vicine!

Maria Valentina Mancosu 08/03/2015 - 08:57

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Storia egregiamente scritta che racconta di un'amore che ciascuno di noi vorrebbe poter vivere!
I lettori, sentono le persone delle quali si narra così vicine!

Maria Valentina Mancosu 08/03/2015 - 08:27

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Una storia commovente di una vita colma d'amore,la sua luce ti accompagnerà nel tuo cammino,una grande donna

genoveffa 2 frau 07/03/2015 - 22:06

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...Dal tuo profilo ho letto di che particolare Storia tratta questo tuo racconto. Sarà il primo che leggerò, <con grande partecipazione>, appena mi sarà possibile.

Vera Lezzi 07/03/2015 - 21:02

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Sono felice di vedere ogni tanto anche Adriano Martini tra noi, con un suo commento...anche se so bene che <tra di noi> è continuamente... Io invece, per ora, non posso proprio leggerti, Sabatino, e con te anche Altri, per qualche giorno, poco potrò seguire. Vi mando un aforisma e...a presto!
Vera

Vera Lezzi 07/03/2015 - 20:57

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Beh, che dire. Una storia forte , introspettiva, propria. Ci hai reso partecipi del tuo amore, della tua vita con tanta grazia e forza . Si effettivamente un ottimo esempio per tanti e per tutti.

luciano rosario capaldo 07/03/2015 - 20:31

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ho letto l'intera tua storia ed ho immaginato quanto importante sia per te non tanto perchè racconti la tua vita quanto perchè la ripercorri tenendo per mano tua moglie che, non temere, ti è sempre accanto. Questo solido legame sia d'esempio ai giovani. A me ha fatto molta tenerezza e ti ringrazio di averci fatto partecipi di una storia così bella nella sua semplicità.

Adriano Martini 07/03/2015 - 20:24

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