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Delirio al Diagonylon

Sabato scorso mi son trasferito dal Palindromo RoToR,
( vedi Delirio al Rotor ) al Diagonylon, detto anche
il Circolo Vizioso.
Infatti al Diagonylon si parla, si beve, si fuma e poi
si va al bagno.
Poi si riprende il discorso, si beve e si fuma ancora e
poi si va al bagno; questo per tutta la sera fino a che
non si è troppo bevuti per parlare, la gola è troppo
infiammata per fumare, ed il bagno diventa un miraggio
al contrario.
Nei miraggi infatti si cerca acqua e la mente è obnubilata,
nel miraggio al contrario bisogna fare acqua da obnubilati
e spesso capita che al bagno si venga accompagnati da
un amico dello stesso sesso, come le donne in
condizioni normali, per farmi capire.
Non appena entro noto subito quel bel figo di Otappàto,
quello che fa strage di cuori al RoToR.
Sembra disperato in quanto avrebbe pubblicato sul web
degli ottimi palindromi che sono stati in seguito attribuiti
ai grandi del palindromo italiano.
E quindi vuole parlare del più e del meno ma ben presto
salta fuori la verità, vuole bere, fumare e sfogarsi...
Immagino con me a questo punto.
Gli consiglio di parlare anche del per e del diviso
per avere una visione più completa delle sue paranoie.
Cominciamo parlando della " più " bella ragazza
del Diagonylon e lui me la indica con una delle sue dita.
Poi parliamo della " meno " mata del Circolo e lui non
la indica ma sappiamo che si tratta di Claudia Zoppi,
una fanciulla stupenda se seduta.
Chiedo ad Otappàto il motivo " per " il quale si senta
attratto da queste due avventrici e con lo sguardo cotto
mi dice che son belle " diviso " .
Abbiamo bevuto fumato parlato, parlato fumato e bevuto
ed ora il bagno è quasi un miraggio ma ce la possiamo
fare, possiamo guadagnarci la nostra pisciata
autonomamente, lui ci arriva con i pantaloni bagnati ed io, perso
come lui, seguo come Pollicino la traccia dello sgoccolìo
di Otappato.
Ordiniamo un' altra birra ma la appena giunta in Italia
barista russa non capisce il gutturale alcolico tricolore.
E così lo scriviamo su un foglietto, lei capisce, sorride,
e ci manda fuori dal locale quasi a mezzanotte.
Otappàto va a casa ma io mi soffermo ancora per pochi
minuti quando, tic tac, scatta la domenica sui tacchi.
Intuivo che sarebbe stato un weekend interessante,
passando la notte con vari amici ed amiche ed alcune
nuove conoscenze disponibili tutte a tirare tardi;
arriva finalmente il sole timido del mattino , non certo
come me che son bevuto da un turno di otto ore.
E così domenica mattina è stata una bella mattinata
ma anche una bella mattinata trascorsa con Domenica.
Il padre le ha dato questo nome in quanto concepita
senza la sua influenza, chi si crederà di essere ?
Un dio o un Cornuto, dipende.
Domenica ha due fratelli ed una sorella, rispettivamente
Martedì, Mercoledì e Sabatina, il padre si chiama Venerdì
ed è piuttosto stanco ed in famiglia non c' è alcun Lunedì
causa stress per il quale di venerdì non si sente proprio
di concepire.
Va da sé che a questa famiglia manchi un Giovedì.
Ma era domenica ed io stavo con Domenica nel suo
giorno settimanale, mi sentivo in dovere di renderla felice.
Pensai di portarla al conad pagando io ma era domenica.
Pensai di portarla al ristorante, niente da fare,
lei di domenica non faceva nulla.
Aspettai il lunedì ma era davvero intrattabile,
ci provai di martedì e mi faceva paura solo a guardarla,
ci provai di mercoledì ma era quello delle ceneri,
niente carne.
Infine me la diede al giovedì, dopo ben quattro giorni;
nel giorno più fragile psicologicamente per una donna
che ha una famiglia del genere, e non me ne vanto.
Il venerdì ero a casa sua con la sorella del giorno
dopo ma mi mandò via in quanto stanca.
Conobbi comunque la Sabatina un poco in anticipo,
forse non era ancora pronta e così decidetti
di provarci il giorno dopo,
sfortunatamente era ebrea e non faceva nulla di sabato
a parte lavarsi e mangiare con altri ebrei.
Son quindi tornato al Diagonylon ed ho trovato Otappàto
al tavolo con Martedì e Mercoledì a discutere degli ultimi
palindromi della settimana.
Per fortuna arriva la mia Susy che tradisce un...
" Li conosco quelli, non c' è giorno che non passino
a trovarmi, giovedì son libera, Domenica e Sabatina
vorrebbero conoscerti meglio, che ne dici ? , verrebbe
anche Otappato..." .
Susy, giovedì andiamo al ristorante,
io e te, e poi facciamo l' amore.
" Ma che palle lavorare dopo cena ! .
Susy, sono io, non è lavoro, ti abbraccio forte mentre
ti addormenti, io ti rispetto.
" Va bene ma ho un po' di lavoro arretrato, scusami ma
domani mattina all' alba devo essere fresca,
scusami ancora ma devo lavorare con altri tre
questa sera, sono addii al celibato
e non posso certo deluderli,
divertiti pure con Otappato ed offri da bere ai tuoi amici,
appena posso passo a saldare ".
Ho capito allora che i giorni della settimana
vanno dimenticati, ogni giorno che sta per finire, tic tac,
c' è una donna in avvicinamento sui tacchi, e trovare
il sistema di togliere ad una donna i tacchi di notte,
rende questa più calma e lunga, e la donna è più
soddisfatta con molta meno ansia e fretta;
fino alla successiva alba.
Me lo ha scritto la Susy quando era ancora una
ragazzina che sognava l 'amore collettivo
come un miraggio dissetante,
non certo come questo suo miraggio al contrario,
infatti non ha neanche il tempo per pisciare e lo
sfrutta pisciando in bocca ai pervertiti paganti.
Tic Tac, il tempo passa ma sono francamente
pochi i ticchettii nella vita che scandiscono
davvero il passaggio da un giorno lungo notti
dal successivo con una mattinata duratura.



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Racconto scritto il 30/08/2011 - 20:04
Da Andrea Castellini
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