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Prigioniera di te

Dimmi ti prego che la vedi come una liberazione. Non come l'ennesima catena alla tua insicurezza.
Dimmi che non hai paura di passare un sabato sera da sola a guardare un film e che non piangi ogni volta guardandoti allo specchio.
Dimmi che hai ancora voglia di leggere un libro, di cantare a squarciagola in macchina con le amiche, di sorridere alla gente sconosciuta in metro quando incroci uno sguardo, di sentirti bellissima con il tuo nuovo taglio di capelli, di chiacchierare del più e del meno senza sentire un vuoto dentro..non dirmi, ti prego, che hai smesso di ballare.
Una volta ti sentivo dire "no", una carrellata di no. No alla maleducazione, al non rispetto e a chi ti rovinava una giornata di sole..no a chi era troppo scorbutico, che il cinismo guasta il mondo, no a chi non faceva attenzione ai dettagli. I dettagli fanno di te ciò sei, senza saremmo un branco di pecore vestite di nero.
E ora ..hai buttato tutti i tuoi no e ti limiti ad asserire piegando la testa. ti vedo costruire una bolla di apatia che diventa più grande ogni minuto che passa, ti circonda, ti chiude completamente e non lascia passare aria di vita..ti vedo persa in un limbo senza colori. Nei tuoi occhi un sacco di "ti volevo dire" ma preferisco non farlo, sulla tua bocca un espressione imbronciata o un sorriso di circostanza.
Ti aiuto io se vuoi, facciamo esplodere questa enorme sfera, cospargiamo il tragitto di sassolini o, che so, rendiamo la cosa mitologica e leghiamo un filo rosso per trovare poi l'uscita. Sono disposta a tutto, ma non dirmi che il tuo primo "no" dopo tanto tempo sarà questo. Non dirmi che va bene così.
Dimmi solo che fabbricherai una mega bomba e l'esplosione sarà enorme e che con quel filo rosso ci strozzerai tutti quelli che ti hanno fatto male. Dimmi che lascerai i sassolini lungo il percorso, ma non per tornare al principio ma solo per ricordarti da dove sei partita e quanta strada hai fatto.
Ho fiducia in te, ragazza, so che uscirai dalla gabbia e troverai la tua casa di marzapane.



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Racconto scritto il 04/10/2015 - 14:21
Da Michela Pomobello
Letta n.1128 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Un'altra cosa:
Al di là a chi è rivolta la composizione la scrittura è sicuramente una delle "chiavi" giusta per uscirne.
Se il testo invece è impersonale, allora ti faccio i complimenti doppi per essere riuscita ad immedesimare una condizione che non t'appartiene o al massimo che ti ricorda da vicino quella di qualcuno.
Il mio brava è insindacabile.

Giuseppe Scilipoti 26/04/2019 - 13:55

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Visto che si parla di prigionia, quando si è prigionieri di se stessi si diventa inevitabilmente egoisti, nel senso che tutto il mondo gira intorno alle tiranniche esigenze del proprio ego ferito. E’ da questa condizione che nascono le principali forme di dipendenza umana.
Quanto stai leggendo è la mia libera interpretazione, magari il testo potrebbe essere rivolto ad una persona speciale e amica.
Ad ogni modo lo stile è impeccabile, ricercato ma non pesante, metafore adeguatissime e concrete.

Giuseppe Scilipoti 26/04/2019 - 13:52

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Il componimento, datato 2015, sicuramente al termine della lettura ho pensato che di acqua e di riflessioni da sotto i ponti, ne è passata.
Comunque, anche questo scritto metaforico introspettivo dimostra che hai una predisposizione per questo genere di scritti.
Il testo non è altro che un dialogo e un esortare se stessi, "bollando" insicurezze, apatia, tediosità e credo del mal di vivere.
Potremmo riassumere quanto appena detto in questo modo:
Amare i propri demoni. Rappacificarsi con se stessi

Giuseppe Scilipoti 26/04/2019 - 13:49

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"Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante"

Simone Pazzaglia 15/10/2015 - 23:33

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