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Saggio sull\'etica

Affinché la morale spirituale dei lettori credenti non venga urtata si ricordi che, comunque, è una presa in considerazione di vari aspetti e non si deve far passare per scibile indiscussa. Il saggio seguente non ha fini dottrinali.
Secondo il dizionario Treccani l'etica è un "complesso di norme morali e di costume che identificano un preciso comportamento nella vita di relazione con riferimento a particolari situazioni storiche" e data una definizione con parametri generali possiamo affermare due cose: la prima, senz'ombra di dubbio, che l'etica è un prodotto umano; la seconda è, più propriamente, una normativa che serve a regolarizzare il percorso di ogni singolo individuo. Un chiaro e più limpido esempio di etica sono in maniera indiscussa i dieci comandamenti, quei comandamenti che disciplinano ogni cristiano praticante. Ma se risalissimo al concepimento dei comandamenti con una chiave di lettura non più enigmatica ma interpretandoli con un punto di vista più critico? Si badi che non si deve leggere tra le righe nessun tipo di ateismo o scetticismo, vi si pone soltanto un occhio più vigile ad alcune inesattezze bibliche e storiche. Partendo da fonti bibliche, Mosè ricevette le tavole di pietra dal Regno dei celi e aveva il compito di consegnare e far sì che ogni pre-cristiano rispettasse queste norme, questo in un piccolo quadro generale. Ma fu realmente Dio a donare quel Décalogos a Mosè sul monte Sinai? E se invece quei che non oserei definire comandamenti divini bensì il prodotto etico e morale di Mosè fossero stati scritti dal Mosè in persona? Se analizzassimo parola per parola e leggessimo in maniera approfondita e, probabilmente, uscendo anche un po' dagli schemi apriremo il "vaso di Pandora".
Partendo dal primo dove Dio indica la sua più totale unicità nello spettro religioso di ogni individuo si può evincere che: la parola Dio, Dios in greco e in latino Deus e in forma arcaica latina, probabilmente di origine pre-litteram latinorum, Dex ovvero guida. Interroghiamoci sul "non avrai altro Dio al di fuori di me" e se quel Dex, quella guida, in realtà, fosse Mosè? Ribadiamo sempre sulle linee generali che la presa in considerazione dei dieci comandamenti come frutto dell'etica di Mosè, ovvero norme che secondo solamente Mosè giuste e non per altri. Dunque Mosè si pone come guida di questo gruppo già dal primo "comandamento". Il secondo e il terzo impongono di non immaginare Dio altrimenti punito anche solo a nominarlo. Un po' assurdo pensare che Mosè non volesse essere immaginato poiché reale, carne ed ossa ma quello che non dev'esser' ragionato è il suo concetto di legge. Dev'essere indiscusso e irremovibile. La questione e la presa in considerazione che sia tutto frutto di un'idea di giusta convivenza all'interno del gruppo sociale di Mosè è un po' grottesca, ironica e divertente tuttavia dal quinto al decimo "comandamento" l'etica moseica, se si può utilizzare un termine più adatto ad una critica letteraria che ad un saggio, diventa complessa e articolata. Dal "non uccidere" al "non desiderare la casa del tuo prossimo", Mosè, rende la sua etica complessa ponendo più di una legge morale che, essendo, comunque, l'etica prodotto umano e quindi opinabile, i restanti cinque comandamenti non lo sono affatto, anzi: se prima potevamo vedere in Mosè la figura della guida spirituale, colui che aveva il compito di disciplinare, con basi enigmatiche e mistiche, il suo popolo; ora abbiamo una figura con un potere giurisdizionale. Fonda, dunque, una prima tipologia di leggi -applicabili e sanzionabili- non solo etiche ma anche fini a disciplinare come appunto detto, con dovute sanzioni, la propria gente. Che la sanzione sia un artificio letterario come l'inferno per indicare una pena, ad esempio, quaranta frustate è tutto da intendere e interpretare. Dunque abbiamo una figura, una guida, ch'è quella di Mosè che ha non solo un potere che per intenderci chiameremo temporale, anche se così non è, e un potere giurisdizionale. Nessuna teoria complottista nei riguardi della religione ebraica, cristiana o il che sia. Il saggio che è seguito è solo la presa di coscienza di alcuni punti che, tuttavia, possono sembrare poco chiari e che da secoli le persone seguono senza mai interrogarsi sui perché siano stati prodotti ma testa bassa e ci si butta a capofitto.
L'etica, dunque, essendo il prodotto di ogni singola civiltà, o meglio, di ogni singolo individuo, che si è occupato attraverso la divulgazione o l'ostentazione di una propria concezione morale delle norme che ogni individuo che vuole far parte di una comunità deve rispettare, di disciplinare, anche, quei componenti del gruppo sociale. Però essendo l'etica prodotto di un singolo individuo che diffonde la propria, sottolineare la parola propria è fondamentale a questo punto, idea di etica è opinabile. Quindi quello che può essere giusto per alcuni, da un punto di vista etico, può non esserlo per qualcun altro. Abbiamo rapportato questo ragionamento su di un qualcosa accaduta milioni di anni fa e, secondo alcuni, neanche vera essendo il testo biblico allegorico, ma possiamo attualizzarlo anche ai giorni nostri. Si badi che non non si sta prendendo alcuna posizione in quanto segue. Quando troviamo donne che subiscono la cucitura delle labbra vaginali, inorridiamo. Quando troviamo ragazzine che si prostituiscono, impallidiamo. E altri esempi che non sono davanti ai nostri occhi ogni secondo. Tutto questo ci inorridisce e lo troviamo disumano, ma perché? Perché siamo sensibili, forse o praticamente no. Siamo etici. Abbiamo una componente che caratterizza non solo il nostro modo di pensare, agire o relazionarsi ed è l'etica ossia qualcosa che ci siamo costruiti, attraverso le epoche, che è il solo frutto del nostro pensare. Il pensare di un singolo individuo che diventa dottrina per tanti altri quando quest'ideologia morale viene assecondata. Tuttavia se l'uomo non avesse questa etica sarebbe impassibile persino allo stupro di un neonato o alle barbarie della guerra. Tante immagini crude, per concludere, servono a ricordarci che è sbagliato puntare il dito contro il paese che maltratta le donne oppure quello che appoggia il genocidio perché è tutto un artificio della nostra coscienza che si è sviluppato nel corso dei secoli e non dalla nascita. L'etica è comune a tutti gli uomini e qualunque cosa può essere giusta per alcuni o sbagliata per altri, l'etica è opinabile e dunque prima di alzarsi e urlare "assassino" o dare del mostro ad un altro essere umano ricordiamoci che senza il nostro artificio di coscienza quell'atto ci rimarrebbe impassibile.



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Racconto scritto il 10/11/2015 - 22:47
Da Pasquale Sazio
Letta n.1084 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Caro Francesco ti ringrazio per aver avuto la pazienza di leggere il mio saggio, o meglio, il mio atto di follia di coscienza. Concordo pienamente sulla filosofia greca anche perché hanno dato le basi della nostra civiltà erano sempre sul pezzo e avanti anni luce!
Caro Rocco, ti ringrazio infinitamente per la costanza con cui leggi i miei scritti e hai sempre un qualcosa di positivo e ti sensibile per me. Come tirare su le persone, praticamente!
Un abbraccio ad entrambi!

Pasquale Sazio 11/11/2015 - 19:35

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Osservazioni sagge... Non c'è che elogiarti per quanto trasmesso... Lieta giornata Pasquale...

Rocco Michele LETTINI 11/11/2015 - 10:55

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Un lavoro articolato e ragionato che mi trova concorde. Mi limito ad osservare - e solo come elemento aggiuntivo e non polemico - che sarebbe sufficiente nella nostra epoca attingere alla cultura classica (filosofi dell'antica grecia)invogliando i giovani a tali discipline.. cosa certamente utile per migliorare la qualità del sentimento etico comune. Ci sarebbe da dire molto.. ma devo per forza limitarmi a complimentarmi per il lavoro che hai svolto..

Francesco Gentile 11/11/2015 - 00:14

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