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VACANZA CON SORPRESA!

Eccola! Finalmente era arrivata, posteggiò il suo furgoncino e scese. Aprì il portabagagli, prese la sua sacca degli incensi e il borsone. Era ora di dare vita alla casa delle vacanze! Che bello, aveva l'accesso privato alla spiaggia! Già pregustava le cene intorno ai falò e il suono delle chitarre. Si ravvivò i capelli rossi e si apprestò ad entrare.


Adorava le auto sportive! La sua nuova spider era un un portento! Aveva affittato una casetta sulla spiaggia e già pregustava la quiete e il silenzio ideali per scrivere il suo ultimo romanzo. Non appena fermò la macchina, si accorse di un furgoncino blu dipinto con fiori rossi e gialli: che orrore! Quell'obbrobrio doveva sparire! Scese dalla macchina. Lisciò una piega sui suoi pantaloni bianchi di lino, sbottonò il primo bottone della camicia, e buttò la giacchetta su di una spalla, trattenendola con due dita. Estrasse le chiavi dalla tasca e andò ad aprire la porta.
Che strano era già aperta. Entrò ed un forte odore di incenso lo colse alla sprovvista facendolo tossire. Una donna dai capelli rossi, vestita di bianco alla maniera indiana, stava al centro del salottino intenta a dare retta a qualche corbelleria. Forse era la precedente inquilina, ma in quel caso doveva essere già fuori, lui amava la puntualità.
<<Quando andrà via?>> chiese in tono deciso, la donna si riscosse all'istante e due straordinari occhi verdi lo fissarono.
<<Ma sei pazzo? Che vuoi?>> ribadì in tono acre, era giovane ma sgradevole come tutti quei debosciati come lei.
<<Prendere possesso della casa che ho affittato, lei doveva già averla lasciata.>>
<<Ma allora non stai bene! Io questa casa l'ho affittata per il mese d'agosto! Tho, guarda un po', casualmente oggi è il primo agosto!>> detto ciò prese il contratto d'affitto e glielo porse.
<<O mio Dio! Non è possibile!>> trasalì.
<<Visto? Ora smamma bello!>> lui si riprese subito.
<<Bello lo dice a suo fratello! Io ho il suo stesso contratto>> tornò alla macchina e recuperato il documento lo mostrò alla donna. Quello sì che era un bel pasticcio! Chiamò subito l'agente che gli aveva affittato la casa ben deciso a farsi rispettare: o sloggiava la piccola hippy o trovavano un altro alloggio per lui.
Restò al telefono parecchio tempo, ma non ricavò un ragno dal buco. L'unica soluzione era la convivenza! Diamine! Avrebbe preferito la morte! Ma non voleva neanche rinunciare alla sua vacanza, per Giove!


L'unica soluzione era coabitare! L'idea di passare un mese con quel pallone gonfiato non l'esaltava per nulla, semmai il contrario! Era furiosa. Si rimise a meditare, ignorandolo deliberatamente. Ma non riusciva a concentrarsi, la presenza dell'uomo la infastidiva.
<<Senta Indira, mettiamo le cose in chiaro, gli incensi qui devono sparire! >>
<<Senti tu, uno io mi chiamo Edna, due gli incensi non vanno da nessuna parte!>> ribadì nello stesso tono acre e deciso.
<<Ascolti, io sono qui per scrivere, non per sopportare certe stupidaggini!>>
<<Sei qua per scrivere? Fallo! Ma io non sono venuta qui a seppellirmi viva! >> gli fece una linguaccia.
<<Ma vada al diavolo!>>Disse e salì al piano di sopra.
<<Lei è un gran maleducato!>>gli urlò dietro. Lui si affacciò alla balaustra beffardo.
<<Ha parlato la regina Elisabetta!>> ribadì, prima di sparire nell'unica camera da letto disponibile.
<<E io dove dovrei dormire?>> urlò frustata
<<Si arrangi!>> Urlò lui di rimando dal piano di sopra.
I gironi cominciarono a passare e la convivenza si rivelò tutt'altro che facile. Lui cercava una quiete inesistente e lei voleva riempire la casa di musica. Finivano per litigare un giorno sì e l'altro pure, anche per i motivi più futili, non riuscivano a mettersi d'accordo su nulla, né su chi e quando dovesse usare la cucina, né sugli orari. Era scontro aperto su tutti i fronti: se lei meditava a lui dava fastidio l'odore d'incenso, se lui scriveva a lei dava fastidio il ticchettio della macchina da scrivere. Lui non sopportava la musica troppo alta, lei non poteva soffrire il silenzio totale. I momenti di tregua erano ben pochi.


Era l'alba e la casa era immersa nel silenzio, ma Rick sapeva che non sarebbe durato a lungo. Scese in cucina per prepararsi un caffè. Lei dormiva sul divano i capelli arruffati e un braccio sopra la testa, sembrava una bambina: tenera e fragile. Le si avvicinò per scostarle una cicca ribelle dal viso, lei si mosse appena e non si svegliò. Ma perché non poteva essere sempre così? Si chiese recandosi in cucina. E poi risalì subito in camera, meglio approfittare finché il silenzio durava.


Si svegliò col ticchettio della macchina da scrivere in testa. Ma che ore erano? Le otto? Così presto? No, così non poteva farcela. Salì al piano di sopra per dirgli il fatto suo, ma si fermò sulla soglia. Lui non l'aveva sentita e stava continuando a scrivere tutto concentrato sulle parole. Portava gli occhiali con una montatura sottile e aveva i capelli arruffati come se ci avesse passato più volte le dita. Indossava un paio di jeans e una camicia bianca, aperta. Era a piedi nudi e aveva un'aria assorta. Visto così sembrava quasi normale, ed era anche molto attraente. Peccato che era solo un illusione. Tornò indietro senza far rumore e andò a prepararsi qualcosa per colazione. Preferiva far tesoro di quel momento di calma, tanto sarebbe durato poco.


Era sera, ed era stata raggiunta da alcuni amici. Avrebbe preferito che non l'avessero fatto. In quegli ultimi due giorni con Rick si era creata una sottospecie di rapporto, se non altro avevano smesso di urlarsi contro a vicenda. Quella festa, invece rischiava di rovinare tutto!
<<Che ti importa di quel vecchio?>> Le disse uno dei suoi amici cercando di baciarla, lei si ritrasse non amava quel tipo di approcci. Gli altri cantavano, o meglio ululavano attorno al fuoco e suonavano le chitarre, quel baccano cominciava ad infastidirla, che Rick l'avesse contagiata?


Cosa diamine era quel chiasso infernale? Si affacciò alla finestra. Birre a casaccio sulla spiaggia, ragazze seminude e ragazzi coi capelli lunghi, Edna che si lasciava baciare...per non parlare delle altre. Ora basta ne aveva le tasche piene! Che stupido pensare che lei fosse diversa! In quegli ultimi giorni si era solo ingannato! Scese di sotto arrabbiatissimo.
<<Ragazzi, la festa è finita. Ho chiamato la polizia!>> Il tono deciso, avvalorò le sue parole e i ragazzi sparirono in un fuggi fuggi generale. Rimase solo un gran disordine e un silenzio spaventato. Il petto di Edna si alzava e abbassava ritmicamente.
<<Davvero hai chiamato la polizia?>>Chiese, aveva il cuore in gola.
<<No.>> Rispose secco.
<<Allora perché l'hai detto?>>
<<Per togliermi quelli come te dai piedi.>>
<<Quelli come me, cosa?>> A lei il velato insulto non era sfuggito e le faceva male, non aveva organizzato lei la festa!
<<Debosciati e sgualdrine!>> A quelle parole divenne furiosa.
<<Cosa hai detto!?!>> Urlò
<<Sgualdrina!>> Era arrabbiato con lei e con sé stesso per averla creduta diversa. Edna era indignata, furiosa ed afflitta.
<<Sei un falso ipocrita infame!>> Gli urlò contro e fece per schiaffeggiarlo ma lui le bloccò il polso, baciandola con foga. Doveva essere un modo per punirla, ma ben presto si trasformò in qualcosa di più: lui intensificò la stretta e il bacio e lei rispose con trasporto. Rick la sollevò da terra senza staccare le sue labbra da quelle di lei, la portò nella sua stanza e l'amò con tutta la foga e l'ardore di cui era capace. Malgrado tutto si era innamorato di lei, dovette riconoscere in quel momento.
Edna gli si addormentò tra le braccia e lui desiderò poterla proteggere da tutto e da tutti, anche da lui. La baciò sulla fronte era bella la sua Edna, si era davvero sbagliato sul suo conto, lei non era come le altre, e lui quella sera si era comportato come uno stupido, ma era terribilmente geloso!


Edna si mosse nel sonno, si stava svegliando. Quando fu desta lo guardò arrossendo e gli si strinse contro.
<<Buongiorno>> le disse sfiorandole le labbra con un bacio.
<<Buongiorno>> rispose lei.
<<Ti amo>> le disse stringendola un poco di più a sé
<<Davvero?>> Gli chiese guardandolo con quei suoi grandi occhi verdi spalancati per l'emozione.
<<Sì, davvero. Sei il mio piccolo fiore>>
<<E le cose che hai detto ieri?>> gli chiese con fil di voce
<<Non le pensavo, non nei tuoi confronti.>>La strinse ancora un poco a sé.
<<Capisco>>fece una pausa<<allora mi ami davvero?>> chiese ancora, sembrava proprio una bambina, la sua bambina.
<<Sì, con tutto il cuore!>> Le sorrise e lei gli sorrise di rimando
<<Anch'io>> disse Edna.
Rick la cinse tra le braccia e la cullò mentre l'aurora tingeva di luce il cielo.


Il racconto è frutto della fantasia dell'autrice, per cui ogni riferimento a fatti o cose reali è puramente casuale.




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Racconto scritto il 25/01/2016 - 12:25
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.1046 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Scusami se sono tornato, ma dimenticavo, puoi portare l'incenso?

salvo bonafè 27/01/2016 - 15:43

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Cara Mariarosa,
sarà frutto di fantasia, ma io mi sono lasciato trasportare come fosse una storia che mi capitava all'improvviso. E' questa la tua colpa, la tua maniera di scrivere è come un nastro trasportatore che ti conduce dove esso vuole. Continua così ed io, vecchio rimbambito, potrò tornare ai miei giorni gloriosi grazie ad essa.Ora devo alzarmi, fare la doccia e uscire...dopo tanta foga.5*

salvo bonafè 27/01/2016 - 15:40

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Loris e Francesco vi ringrazio molto dei vostri commenti, sono contenta che il racconto vi sia piaciuto!

Marirosa Tomaselli 26/01/2016 - 14:58

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Gennarino, la ringrazio per aver letto e commentato la mia storia, lieta che le sia piaciuta! Riguardo al consiglio, lo accetto volentieri, anche se devo ammettere che solitamente adopero le lineette caporali« », in quanto le conosco bene...purtroppo la fretta è nemica di noi scrittori Le auguro un buon pomeriggio!!!

Marirosa Tomaselli 26/01/2016 - 14:56

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Dialoghi ben costruiti nel tuo racconto, su un tema molto fantasioso, che sfocia nella bella nota romantica..Piaciuto

Francesco Gentile 26/01/2016 - 13:41

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Bel racconto e bel finale, piaciuto molto. Ciao buona giornata. Loris.

Loris Marcato 26/01/2016 - 13:27

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Ciao Nadia, grazie per essere passata e per il tuo commento a risentirci presto!

Marirosa Tomaselli 26/01/2016 - 11:54

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... per trovare il modo si può seguire le indicazioni che si trovano su qualche link di google oppure posso insegnartelo io...uè...*****

Gennarino Ammore 26/01/2016 - 08:10

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Bel racconto, e complimenti per la vivida fantasia. Un consiglio mi sento di dartelo: i dialoghi, peraltro belli ed incisivi, ci sono due modi per aprirli e chiuderli, o le virgolette caporale oppure la doppia lineette continua come questa -- che in genere nei programmi di scrittura si unisce automaticamente diventando più lunga.
Sostituire le virgolette caporale con il doppio simbolo di maggiore o minore, << non va bene.In base al tipo di programma usato c'è modo di battere le lineette caporale

Gennarino Ammore 26/01/2016 - 08:09

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Simpatica e molto romantica. Ci mostri come gli opposti si attraggono
complimenti!
Nadia
5*

Nadia Sonzini 25/01/2016 - 22:50

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