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Il Batavo

Attraversava la piazza: non mi sembrava cambiato.


Magro come lo avevo conosciuto quando da ragazzetto frequentava l'istituto per geometri. La chitarra era la sua altra passione, perlomeno sembrava così nei primissimi anni novanta.
Dopo il diploma si era buttato sull'informatica ed era diventato bravo, tanto da lavorare come professionista prima in Italia, per un ministero, poi fuori per grandi multinazionali.
Ora era in ferie a casa, ma sarebbe dovuto tornare in Irlanda per il suo lavoro. Prodotto felice della Generazione Erasmus.


Poche parole scambiate però mi hanno fatto capire quanto poco invidiabile considerasse lui, la sua vita che sembrava piana, ma aveva scoperto quanto giocasse d'azzardo.
"Mi accorgo, mi ha detto, quanto di volta in volta mi allontani sempre più da casa e per sempre più tempo. "La trama è sempre più spessa e difficile da passare; a questo punto sarebbe meglio non tornare più per poi non dover nuovamente andarsene."
La vita lo aveva birillato come bocce da biliardo. I birilli le stava abbattendo con la sua boccia.
"Perché non torni qua, un lavoro lo troveresti con le tue specializzazioni e la tua esperienza"- gli ho detto.
"Dovrei accontentarmi di molto meno, di un lavoro che non sarebbe allo stesso livello; anche dal punto di vista economico, là guadagno il triplo".
Pagava anche il suo conto il triplo, anche se non c'erano osti a cui pagare.
L'ho salutato con la sensazione che non lo vedrò più. Il Batavo ripartiva per la sua vita errante, preso dal suo gioco da giocare fino in fondo, a tutti i costi.


Attraversava di nuovo la piazza: dentro era cambiato.




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Racconto scritto il 10/02/2016 - 08:29
Da Glauco Ballantini
Letta n.1264 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Grazie Gabriella, in una canzone di Vecchioni c'è un verso che dice "...perchè si parte per vedersi ritornare" che da il senso del viaggio in vista di un ritorno. Volevo dare l'idea della sensazione opposta...

Glauco Ballantini 11/02/2016 - 11:16

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Meglio non tornare più per non dover nuovamente andarsene. Su questa frase ci sarebbe tanto da scrivere....bellissima !!!!!

Gabriella De Gennaro 10/02/2016 - 22:39

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Caro Seby la metafora del biliardo si prestava e ti ringrazio per averla apprezzata.

Glauco Ballantini 10/02/2016 - 20:59

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Gennarino, aspetto lo scomparso centravanti, anche se il fantasista non è male!

Glauco Ballantini 10/02/2016 - 20:14

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Grazie Rocco e Giuseppe per l'attenzione dedicata al racconto che origina da un incontro in una piazza livornese con un amico...

Glauco Ballantini 10/02/2016 - 20:13

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Grazie Francesco, i miei racconti cercano spesso un tema sociale, nella scrittura creativa ho trattato il problema dell'emigrazione anni 50 e accennato sull'omosessualità. Questo è sulla nuova emigrazione. L'importante è mantenere la dimensione del racconto e della narrazione non scendendo nel sociologismo se si può dire...

Glauco Ballantini 10/02/2016 - 20:11

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Bel racconto, mi ha fatto piacere leggere la metafora del biliardo, gioco di cui sono molto appassionato. Complimenti!

Seby Flavio Gulisano 10/02/2016 - 20:09

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Glauco,
ho postato un racconto dal titolo "La fuga" che tratta l'argomento.
Sarò di parte, ma in Sicilia le cose non sono messe bene per i giovani.

salvo bonafè 10/02/2016 - 19:48

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Dopo aver letto questo racconto, penso che bisognerebbe raccontare, più spesso, la vita... quella di tutti i giorni. Sarebbe utile a tutti, e in tutti i sensi.. Complimenti

Francesco Gentile 10/02/2016 - 19:34

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Ciao Salvo, conosco due persone che sono in questa situazione e mi è parso di vedere queste caratteristiche di malcontento strisciante anche se sono in un certo senso trascinati dal fatto di essere arrivati fin li e di non sentirsela di accontentarsi di meno.
Secondo me sono i nuovi emigranti a cui manca comunque il fatto di non stare nel proprio paese...

Glauco Ballantini 10/02/2016 - 19:14

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Caro Glauco,
una finestra sulla realtà giovanile, questo breve e toccante racconto, che mi rattrista vivendo in prima persona la lontananza d'un figlio meraviglioso, in Irlanda come il tuo Batavo.

salvo bonafè 10/02/2016 - 19:08

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Una bella caratterizzazione. Il personaggio viene tratteggiato in modo efficace e vivo.

Giuseppe Novellino 10/02/2016 - 18:33

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per quanto forgiato con maestria... (non decantato).
SCUSAMI...

Rocco Michele LETTINI 10/02/2016 - 17:59

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Piacevole per la sua scorrevolezza e per quanto decantato esplicitamente. Il mio elogio e la mia lieta serata Glauco.
*****

Rocco Michele LETTINI 10/02/2016 - 17:47

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Una chicca delle tue...bella descrzione di un amico particolare, un quadretto che fa di questi corti un gran racconto. C'è un che di laconico nella narazione, quasi di ineluttabile, descrzioni precise e concise di vita vissuta che lasciano il lettore coi pensieri in mano, a rigirarseli. Inevitabile poi il confronto con alcuni tuoi( nostri) amici quasi scomparsi: per me sarebbe Giacomino cacca, il centravanti della mia squadra di calcio, l'Indomita...magari posterò il racconto. Olè, Glauco, 5 stelle a te!

Gennarino Ammore 10/02/2016 - 17:42

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