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discussione

A: Hey, esiste il bene?
B: Sì.
A: Esiste il male?
B: Sì.
A: Che cosa sono?
B: Due aspetti presenti nel cuore.
A: Come fai a dire che una persona è buona?
B: Buono è colui che non fa del male.
A: E chi è cattivo?
B: Chi non fa del bene.
A: Vero, però una persona che fa del male per salvare se
stesso o altri che cosa è?
B: Buona?
A: Ma fa del male, per cui è cattivo.
B: No perché lo ha fatto per salvare.
A: Tu hai detto, però, che chi fa del male è cattivo,
lui ha fatto del male.
B: Sì però…dove vuoi arrivare?
A: Voglio dire che il male è più presente del bene.
B: Dicendo così condanni gli umani.
A: Sì li condanno.
B: Perché?
A: Perché?...Perché?... Ah si, un buono può diventare
cattivo, ma un cattivo non diventerà mai buono.
B: Non è vero! I cattivi possono diventare buoni!
A: Solo nei cartoni, una volta commesso il male ti rimane
dentro, non si torna indietro, questa è una macchia
che non si può cancellare.
B: Io…Io non so…così gli umani non hanno scampo.
A: Esatto!! Gli uomini sono cattivi di natura, per fortuna
non tutti sono cattivi-bastardi.
B: ??
A: I buoni esistono, pochi, ma ci sono, poi ecco i
cattivi-buoni cioè persone che fanno del male per il
bene e, per ultimi, i cattivi-bastardi cioè quelli che
fanno del male per se stessi, per divertimento o
per guadagno.
B: Per cui i cattivi-buoni sono giustificabili?
A: Questo non posso dirlo. Se io uccidessi una persona
per salvarmi la vita o quella di qualcun altro sarei
giustificabile, ma se uccidessi per vendetta dopo che
è già stato compiuto il male non sarei giustificabile
perché avrei ucciso per mia soddisfazione.
B: Allora chi fa del male per salvare una vita è
giustificabile?
A: Per me sì, e per te?
B: Pure.
A: Bene, adesso che siamo arrivati a questo punto ti
chiedo, io, sono cattiva?
B: …No…non del tutto.
A: Perché?
B: Mi hai salvato.
A: Vero, ma io uccido per vivere.
B: E allora? Tu non sei una bastarda!
A: Come mai?
B: Se fossi bastarda mi avresti lasciato morire, non era
il tuo lavoro.
A: Sicuro, ma ho ucciso i tuoi aggressori senza pensare.
B: Non c’era alternativa.
A: C’è sempre un’alternativa, potevamo fuggire, o potevo
ferirli solamente, invece ho scelto la via più facile.
B: Se…se non lo avessi fatto ci avrebbero cercato per
vendicarsi e, probabilmente, saremmo stati noi a morire,
o tu li avresti uccisi lo stesso.
A: È diverso, in quel caso sarei stata costretta.
B: È uguale, tu hai ucciso per salvarmi la vita, non
per egoismo!
A: Può darsi, ma se ti dicessi che ho provato piacere?
B: Non sei una bastarda, in te ce ancora qualcosa di buono.
A: Grazie, però sono sempre un’assassina a pagamento che
ama uccidere, questo vuol dire essere cattivi-bastardi.
Sono marcia. Faccio parte dei morti che uccidono
per vivere.
B: Tu sei viva quanto me. Il tuo cuore batte come il mio,
anche tu hai paura di morire, per cui vuoi vivere.
A: Sì voglio vivere, vorrei essere come una persona
normale, ma ormai l’assassina è radicata in me, non
potrei mai farne a meno.
È un istinto troppo forte. Sono una morta che fa finta
di essere viva.
B: Non posso accettare questo.
A: Devi, una volta assassini non si torna indietro.
È come un cancro che ti corrode piano piano, fino a
che non sei più umano, diventi una macchina.
B: Tu sei ancora umana, se no non mi avresti salvato.
A: Hai più fiducia tu in me che io, e mi hai appena
conosciuta.
B: Tu non credi in te stessa perché non hai più un contatto
con il mondo umano, vivi in un mondo diverso dal mio.
A: Sì, in un mondo dove se non uccidi vieni uccisa.
B: Io questo mondo non lo conosco, però credo che vivendoci
ti trasformi e perdi il contatto con la vita.
A: Sei troppo gentile, nel mio mondo moriresti subito.
B: Ahahahahahah… hai ragione, io odio le armi, e tu?
A: Sono le uniche cose di cui mi fido.
B: Anche loro possono tradire.
A: E’ più facile che un umano tradisca che una pistola.
Se la curi per bene è difficile che un’arma ti
molli per strada o che vada da un tuo nemico per
guadagnarci.
B: Sei stata tradita?
A: Sì.
B: Allora capisco perché parli così, hai perso fiducia
nelle persone. Prima o dopo?
A: Prima, la persona che chiamavo padre mi ha venduta per
salvarsi la vita, solo una pistola mi ha salvato,
da quel giorno non me ne sono più separata.
B: Quante volte hai rischiato di morire?
A: Troppe.
B: Se ti dicessi “abbandona tutto e vieni con me”?
A: Fottiti, non posso abbandonare tutto, sono un’assassina
ricercata da quasi tutto il mondo.
B: Capisco, e se ti dicessi che ti darò una mano?
A: No, moriresti subito.
B: Grazie per la fiducia, tu hai bisogno di aiuto però.
Ti stai perdendo.
A: Lo so, non ho bisogno che me lo dica tu.
B: Ti devo la vita per cui voglio essere il tuo
collegamento ad essa.
A: Potresti morire.
B: Sarei già morto se non fosse per te.
A: Non mi conosci nemmeno.
B: Un po’ sì.
A: Non ti hanno mai detto che parlare con gli estranei è
pericoloso?
Ancora di più invitarli nelle tua vita.
B: Credo di sì, però tu non sei pericolosa!
A: Ti fidi troppo. Io sono pericolosa.
B: Per i tuoi obbiettivi e per chi tenta di ucciderti.
A: Ok, di questo passo non la finiamo più, accetto, sarai
il mio collegamento però devi imparare a difenderti
da solo.
È difficile proteggere qualcuno.
B: Ci sto, grazie. Hai appena corrotto un buono e lo hai
trasformato in un cattivo-buono.
A: Mi rimarrà sulla coscienza. :-D
B: Come no! Bhe siamo passati da discutere su ciò che è
buono e cattivo per finire che ti ho aperto casa mia.
A: Bello!!
B: Sì. E ora ti chiedo io sono buono?
A: Sei in bilico. Se io vivo nel crepuscolo in procinto
della notte, tu vivi nel giorno però vicino al
crepuscolo.
B: Credo che sia vero. Allora che dici di vivere insieme
nel crepuscolo?
A: Divertente, vivere fra due mondi senza mai cadere in
uno dei due.
B: Giusto. Creature del crepuscolo che vivono nel sole e
nella luna.
Due creature del giorno trasformate in esseri sempre
in bilico.
Sarà fantastico.
A: Esatto. Bhe buonanotte.
B: Notte.


16/4/11




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Racconto scritto il 17/07/2012 - 14:35
Da chiara munaro
Letta n.1194 volte.
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