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DIARIO DI BARBARA terza pagina

DIARIO DI BARBARA (terza pagina)


La lettera.


Caro Diario...
Bello scrivere caro diario, non lo facevo dai tempi delle scuole...
Stamane camminavo di fretta. Non facevo caso a niente. Avevo solo premura di arrivare a casa. Ad ogni passo il mio cuore aumentava i battiti. Il mio sangue si scaldava e fluiva senza tregua al ritmo dei miei pensieri. Ho ricevuto una lettera. Un' e-mail per l'esattezza. Da questo stupido telefonino non riuscivo a visualizzarla. Forse a causa degli allegati. Appena varcato l'ingresso, mi sono precipitata nello studio. Se qualcuno mi avesse vista, avrebbe pensato che stavo per affrontare una questione di vita o di morte. Mi sono vista io, nella specchio immenso che mio marito ha voluto posizionare nel corridoio. Io non amo gli specchi. Sono traditori, riflettono immagini sfalsate, mostrano visi e corpi irreali.
Il mio computer faceva i capricci. Continuava a chiedermi una password che io inserivo senza successo. Errata. Errata. Certo, spingevo sui tasti con troppa avveemenza, muovevo le dita troppo velocemente. Dimenticavo le maiuscole, i puntini. Quando finalmente ho scritto la parola magica giusta, mi sono collegata alla rete. Nuova password, per accedere al mio servizio di posta elettronica. Stavo impazzendo di curiosità. Stavo impazzendo di emozione. Quando la pagina si è aperta, ho chiuso gli occhi. Avevo avuto tanta fretta, e poi... avevo forse paura di rimanere delusa, di essermi sentita così tra le righe per nulla. Avevo improvvisamente paura di leggere parole banali e non degne della mia emozione. Perché tanta aspettativa? Dal titolo della mail che avevo letto dal cellulare, pareva si trattasse di una specie di rivelazione. Qualcosa che mi avrebbe svelato un segreto, un pensiero, una mente affine alla mia, una poesia sulla vita o dedicata a me. C'era scritto: " Per non essere troppo vicino ma non farti fuggire troppo lontano ". Non conosco il nome della persona che mi aveva inviato quell'e-mail. Non so nemmeno se si tratti un nome reale o fittizio, uno pseudonimo, un'invenzione di pura fantasia. Voglio riportare il testo per intero. Voglio fermarlo nel tempo su carta tangibile. Non mi piace che resti un ricordo virtuale.
" Da dove vieni? Chi sei tu? Ti dirò che io sono il vento. Non potrai vedermi, ma potrai sentirmi. Potrò toccarti, potrò farti rabbrividire, potrò accarezzarti lievemente, potrò lasciarti tra i capelli un profumo delizioso. Chi sei tu? Dove sei stata nascosta fin ora? Cosa hanno visto i tuoi occhi in questa vita? Come fai a trasformare il sole in ombra e la notte in luminosità? Come fai a raggiungermi senza spostarti di un millimetro? Anche tu sei vento e aria? Quante volte hai pianto di consapevolezza? Quanta gente ti ha tenuto la mano? Su quali strade camminerai domani? Da quale finestra guardi il cielo prima di andare a dormire? Su quante stelle hai soffermato il tuo sguardo? Quante volte hai pensato al mare? Da quale dirupo avresti spiccato un volo? Chi sei tu? Dove sono i tuoi occhi adesso? Sei mai stata spensierata come un bambino che gioca? Hai osservato mai un insetto che fa l'amore con un fiore? Hai ascoltato la musica che compone il cielo quando s'infuria? Chi sei tu? Parlami di te, e fallo prima che il sole tramonti. "
Il vento.In allegato la meravigliosa fotografia di un di campo di grano che il vento ha piegato sino al terreno, sotto un cielo plumbeo e cupo.Ripetevo in continuazione: "Mi ha scritto il vento. Mi ha scritto il vento. Mi ha scritto il vento. "
Sono rimasta a fissare lo schermo del computer per un tempo indefinito. Non saprei dire quanto, davvero. Ma non riuscivo ad alzarmi, non riuscivo a pensare. Il mio cuore pareva essere una creatura a sé stante, la mia mente si svuotava di tutto e si riempiva di quelle dolcissime domande. Il vento aveva ragione. Rabbrividivo, sentivo carezze, odoravano di grano i miei capelli sciolti. Risponderò al vento. non gli domanderò in che modo ha avuto il mio indirizzo di posta elettronica. Non gli chiederò niente. Risponderò prima che tramonti il sole. Sento... una deliziosa sensazione di familiarità. Sento... che io e il vento ci racconteremo molte storie. Chi può mai essere? Che sorpresa! Non so bene se fidarmi però. Se fosse uno stupido scherzo? Se qualcuno mi stesse mettendo alla prova? Se fosse un pazzo? Se si trattasse di una persona alienata e depressa? Oddio. Cosa mi è capitato! Chiunque sia... ciò che ha scritto mi ha toccato ovunque, come se si trattasse davvero del vento, che oggi soffia con insistenza sui tetti e per le strade fiorite di questa città vecchia. Ora andrò a farmi un bagno profumato, accenderò un incenso, una candela, ascolterò Debussy.. penserò al vento.



L.M.




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Racconto scritto il 21/06/2016 - 10:59
Da Lylas Lena
Letta n.997 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Aspettavo che riprendessi il tuo diario convinta di non restare delusa. Ancora una volta una bella pagina che lascia spazio a libere interpretazioni. Alla prossima.

Rosa Chiarini 21/06/2016 - 17:51

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I tuoi diari sono attraenti e riflessivi.
Mi è piaciuto. Buon vento, come si dice ai marinai.
Salvo

salvo bonafè 21/06/2016 - 16:52

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