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E le stelle non stanno a guardare....

Le nostre stelle, in armonia, concordarono il nostro destino: stesso luogo e data di nascita, stessa strada per le nostre abitazioni, poco distanti, stesso istituto per le scuole elementari, medie, liceo, stessa cerchia di amici. Una sola differenza marcava le nostre storie, l'appartenenza a diversi ceti sociali, di famiglia borghese medio-alta io, di estrazione popolare Sebastiano. Mio padre,medico, era stato l'unico a rinnegare gli studi giuridici per quelli scientifici, aprendo una ferita nel cuore dei suoi familiari, che considerarono la sua scelta un vero tradimento giacchè risaliva agli inizi del XVII secolo la tradizione giuridica dei suoi parenti,tutti avvocati, notai, giudici di grande valore. Il padre di Sebastiano faceva il ciabattino, onesto e infaticabile lavoratore con l'obiettivo del riscatto sociale,caricato, ovviamente, sulle spalle dei figli sottoposti ad un impegno scolastico molto gravoso in quanto da conciliare con la collaborazione domestica richiesta a tutti,maschi e femmine,con una suddivisione dei ruoli a cui nessuno si sottraeva o pensava di ribellarsi.
Sebastiano, Seby per gli amici, era il secondo di sette figli, non il più bello ma certamente il più simpatico ed intelligente, particolarmente versato per la matematica nella quale conseguiva risultati eccellenti. Questo costituiva un motivo di ammirazione per me che i numeri non li masticavo molto e lo invitavo spesso a casa per affrontare insieme problemi , logaritmi, equazioni, radicali e quant'altro. Fu così che ,galeotta la matematica,mi innamorai di Seby e scoprii che il suo aiuto mi era indispensabile anche per le altre materie. Senza di lui, infatti, anche la poesia di Dante perdeva luce, Cicerone diventava incomprensibile e prolisso, il greco uno strumento di tortura, la filosofia un inutile rompicapo. Con Seby entravo nella roccaforte del sapere ed ero felice anzi eravamo felici. Lo studio di casa mia era diventato il giardino dell'Eden nel quale Seby ed io eravamo Adamo ed Eva cui era concesso di mangiare dall'albero della scienza senza guastarsi l'innocenza e la purezza.
Quanto fu improvviso,duro e crudele il risveglio!
Una mattina i miei genitori entrarono nella mia stanza e senza giri di parole mi dissero che tutto era stato predisposto per trasferirmi in un college dove avrei potuto completare gli studi nella migliore maniera possibile.
E questo per il mio bene!!!!
Pessimo lavoro quello delle nostre stelle: avere predisposto tante coincidenze senza programmare un'adeguata conclusione!
Che dire? La mentalità perbenistica borghese contagia persino gli astri!



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Racconto scritto il 09/08/2016 - 14:27
Da Aurelia Strada
Letta n.992 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Ringrazio entrambi per il cortese e gradito intervento e vi auguro una lieta giornata. Aurelia

Aurelia Strada 10/08/2016 - 10:34

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Anche questo breve racconto, ben congegnato e simpatico. Complimenti e saluti.

Luciano B. 10/08/2016 - 00:05

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Bel racconto, forse sarà come dice nel finale o forse no... lo diranno le stelle.
Piaciuto , buona serata Aurelia.

Loris Marcato 09/08/2016 - 19:03

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