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Una notte a Cuba

Avevo quasi 50 anni, era novembre.
Sola soletta me ne partii per Cuba, dove mi sarei fermata qualche giorno e poi a zonzo per il mondo, senza programmare troppo.
La cosa più divertente del tragitto aereo, e che ricordo bene, fu quando, poco prima di atterrare ci spruzzarono tutti con un disinfettante, usando uno di quegli strumenti che da noi si usavano nel dopoguerra per il DDT.
Seduto vicino a me c'era un giovane uomo, una quarantina d'anni, molto curato e vagamente effeminato, che era assorto nella lettura di un libro di Bukowski: "Storie di ordinaria follia". Ridacchiava, faceva le smorfie con la bocca, insomma partecipava molto intensamente alla lettura.
E io mi divertivo a guardarlo di sottecchi, e conoscendo il libro provavo a immaginare quale punto stesse leggendo.
Quando ci servirono il pasto e interruppe la lettura, approfittai per rivolgergli la domanda che avevo in mente dall'inizio: Le piace Bukowsky ?
Questa semplice domanda aprì la stura a un fiume di parole, sensazioni, apprezzamenti....non la smetteva più, ed era entusiasta.
Non mi aspettavo tanta enfasi da un tipetto così....
Arrivammo, e attraversare Cuba fu un'esperienza malinconica; alla prima occhiata una città misera e triste, che mi fece pensare alla Livorno della mia infanzia, poco illuminata, case vecchie, sporco..pochi negozi tipo terzo mondo.
La sorpresa arrivò alla sera, mentre ero al bar del piccolo hotel alla periferia de La Habana che avevo prenotato. C'era un'orchestrina che in maniera discreta suonava "Besame Mucho" e mentre sorseggiavo il mio Bloody Mary qualcuno mi arrivò alle spalle e depose un lievissimo bacio sui miei capelli: era il mio compagno di viaggio che si presentò, Alain, e mi ringraziò per la chiacchierata fatta in aereo, aggiungendo "purtroppo è improbabile che ci si riveda, Madame". Era francese!
Dispiaciuta, chiesi perché dicesse così...non era forse nel mio stesso hotel? Ci saremmo certamente incrociati qualche volta.
Mi dette spiegazioni contorte e che non ricordo, era un giornalista, doveva scrivere su Cuba e poi ripartire in fretta. Più o meno.
Intimidita, accennai un saluto di commiato...che non fu accettato: stiamo assieme questi due giorni che passerò a Cuba, mi disse passando al tu, sarò un cicerone perfetto, di Cuba so tutto... in teoria . E visto che siamo nello stesso hotel potremo cenare insieme e chiacchierare un po', temo la solitudine della sera.
E così, cenammo assieme, e visitammo Cuba, che scoprii affascinante e pittoresca.
Verande di legno intagliato o di ferro battuto, si affacciano sulle stradine, patii andalusi, giardini nascosti che si intravedono appena e poi chiese, monumenti e piazze pigramente adagiate sotto al sole caraibico.
E le vecchie auto dipinte di rosa, azzurro, verdino che sembravano grandi fantastici giocattoli. 
E  il bar-ristorante dove andava Hemingway , la "Bodeguita Del Medio".
Su ogni cosa Alain aveva montagne di aneddoti, curiosità, notizie.
Era piacevolissimo passeggiare con lui, mi sentivo totalmente a mio agio, come con un fratello.
L'ultimo giorno, il secondo..., decidemmo di salutarci con una cena "speciale" che lui avrebbe organizzato e che sarebbe stata una sorpresa.
Adoro le sorprese e lo lasciai fare.
Appuntamento al bar dell'hotel. Non curai in modo particolare il mio abbigliamento, per uscire con un fratello basta essere in ordine, pulite e pettinate pensai. E anche lui si presentò molto sportivo, jeans e maglietta insomma.
Mi sorrise, mi baciò la mano (wow) poi con fare imbarazzato mi disse che aveva dimenticato il portafogli in camera, mi sarebbe dispiaciuto salire con lui a cercarlo?
Beh...un colpo al cuore: la camera era piena di rose, rose di tutte le sfumature, e due camerieri stavano disponendo, su un tavolo già apparecchiato degli aperitivi....
Lo guardai incredula e lui timidamente mi chiese: ti dispiace se ceniamo qui?
No, non mi dispiacque, mi pareva di essere in un film e poi ancora ritenevo che il mio "fratellino" fosse stato carinissimo a organizzare tutto questo per me.
Malignamente, lo ammetto, pensai che i ragazzi omosessuali hanno una sensibilità che gli altri non hanno.
Non era omosessuale. Non era imbranato. Non era timido.
Mi dichiarò che gli piacevo, che le donne "che pensano" lo affascinavano più delle ragazzine bellocce...e insomma tutto il repertorio che, ora lo so, si usa con un donna non più giovanissima.
Cenammo stupendamente, musica jazz in sottofondo, e non appena i camerieri se ne andarono con tavolo e stoviglie il letto fu il nostro regno.
Baci ,carezze, un sogno ad occhi aperti, e ancora baci e baci e carezze e.....l'amore fu fantastico!
Ci assopivamo ogni tanto per poi ricominciare, e ancora ancora ancora....il suo corpo giovane e magro aveva una resistenza incredibile, il fuoco era dentro di lui.
Un po' anche dentro di me....tutto l'amore pensato, tutto l'amore sognato, tutto l'amore che non avrei mai creduto di riuscire ad esprimere lo vissi quella notte.
Buscaglione avrebbe detto: che notte, quella notte....
Ci rivedemmo in Italia molte volte, e ogni volta il desiderio si riaccendeva incontenibile e immediato...perché resistere?


Fu quasi amore, forse fu amore....




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Racconto scritto il 02/09/2016 - 17:30
Da Marilla Tramonto
Letta n.1107 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


POETA DELL'AMMORE!!! Mi ero persa il tuo commento…che è gentilissimo, e te ne ringrazio!!!! Posso schioccarle un bacio sulla guancia?

Marilla Tramonto 04/09/2016 - 20:17

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bel racconto suggestivo e molto dettagliato scorrevole e simpatico 5*

POETA DELL'AMORE LUPO DELL'AMI 03/09/2016 - 12:31

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Grazie Margherita sei...un tesoro!

Marilla Tramonto 03/09/2016 - 11:17

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Rocco Michele un Grazie con tutto il cuore
n

Marilla Tramonto 03/09/2016 - 11:15

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Wow un avventura unica e bellissima questo viaggio a Cuba...bellissimo racconto con l'amore che travolge e sconvolge...si credo che fosse amore!
Ciao Marilla un piacere leggerti...Buon sabato

margherita pisano 03/09/2016 - 09:50

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Un racconto diligente quanto recepibile per la sua brillante et magistrale sequela.
Fu amore o... quasi amore? Solo al cuore la risposta Marilla.
Lieta giornata.
*****

Rocco Michele LETTINI 03/09/2016 - 09:50

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Grazie antonio girardi, buona serata

Marilla Tramonto 02/09/2016 - 21:47

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Salvo rispondo dal cell faticosamemte, sono al mare senza pc: grazie e un bacio...se ti metti un accappatoio e getti la sigaretta

Marilla Tramonto 02/09/2016 - 21:44

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Salvo rispondo dal cell faticosamemte, sono al mare senza pc: grazie e un bacio...se ti metti un accappatoio e getti la sigaretta

Marilla Tramonto 02/09/2016 - 21:43

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Bellissimo ilntuo racconto ed il tuo modo di narrare.

antonio girardi 02/09/2016 - 20:53

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Cara amica mia,
mi accendo una sigaretta, sono appena uscito dalla doccia, un tiro e son pronto a godermi questo racconto, rileggendolo per la seconda volta. Ti dico subito che conosco Cuba, poco l'Avana, 2 notti in tutto e poi Varadero e Cayo Largo. Ho dormito al National.Ma passiamo alla tua avventura che sembra scritta da Jan Fleming, con uno 007 di lingua francese, che tu descrivi mirabilmente nel ricordo ancora vivo. I viaggi arricchiscono e l'ho notato dalla tua asserzione finale del fascino di una cinquantenne con quel "ora lo so" che non allude a nessuna rinuncia
Mi è tanto piaciuto, è un tema che mi attrae molto. 5*

salvo bonafè 02/09/2016 - 19:15

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