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L'attesa per il Natale a Cassino

Quello che succede in gran parte del mondo, anche a Cassino, nel basso Lazio, il Natale è una grande occasione di festa. Tutti ne approfittano per sfoggiare vestiti nuovi, imbandire le tavole con cibi e bevande abbondanti e diversi dal solito, scambiarsi regali costosi e raffinati, ma anche lì (come dappertutto) ci sono persone che non possono permettersi di far festa neppure la vigilia di Natale. Una di queste, forse la più povera di tutte, si chiamava Benedetta. Era una piccola e graziosa bambina di Cervaro ed andava a scuola a Cassino, grandi occhi cerulei nel visetto pallido, che vagava per il mercato a piedi nudi, guardando ogni cosa che c’era sulle bancarelle. Tutte cose per lei proibite, ricca solo del suo sorriso con cui cercava di intenerire i venditori, che le regalavano sempre qualcosa. Tutto quello che riceveva lo metteva nella tasca del suo grembiule. Il contenuto di quella tasca era preziosissimo: quello era il cibo per i suoi fratellini e la mamma che aspettavano a casa. La sera prima della Vigilia di Natale, la tasca era colma più del solito e Benedetta però non era del tutto felice, aveva un piccolo ma insistente, segreto cruccio (portare un fiore a Gesù Bambino), ma come faceva a procurarsi un fiore? Avrebbe voluto comprare il fiore più bello dell’Angolo Verde, ma non aveva soldi! La piccola vagava inquieta, alla ricerca di un fiore. Si inoltrò in una stradina tortuosa piena di ruderi in cerca di un fiore, ma anche lì non trovò niente. Gettò un ultimo sguardo e vide in un angolo un ciuffo di piantine che avevano foglie verdi, lucide, disposte come i petali di un fiore. Raccolse alcuni rametti e formò un piccolo mazzo, mancava ancora qualcosa e la piccola si tolse la cosa più preziosa che aveva: il nastro verde che serviva a legare i capelli, facendo una coccarda intorno alle foglie verdi. Ormai doveva tornare a casa; Benedetta passò davanti alla chiesa San Giovanni Battista ed entrò. Vide la statua di Gesù Bambino e gli disse:” Te li lascio adesso, mi vergogno troppo a venire dopo con gli altri bambini” e con la speranza nel cuore che Gesù avesse gradito il suo dono, come il fiore più bello di Cassino: La Stella di Natale. Soddisfatta se ne tornò a casa e la mamma l’aspettava a braccia aperte! Il giorno dopo si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte Santa. Si attardò più del previsto e, sopraggiunta l'oscurità, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Per giunta incominciò a calare una nebbia molto fitta. Benedetta si sentì assalire dall'angoscia e pensò a come, nei mesi precedenti, aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare. Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparò sotto di esso: era un abete. Sopraggiunta una grande stanchezza, la piccola si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco e l'albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna che la proteggesse dal freddo. La mattina si svegliò, sentì in lontananza le voci dei familiari che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero, potè con grande gioia riabbracciare la mamma e il papà. Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la pianta aveva piegato fino a terra, aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole che stava sorgendo, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile. Più tardi incontrò un vecchietto assai buono e generoso con una lunga barba bianca ed aiutava spesso senza tirarsi mai indietro tutti i suoi vicini e sempre vestito di rosso, gli spiegò che nel mondo c'erano tanti bambini, ma tanti di questi erano poveri e non potevano permettersi niente, anche loro come tutti gli altri bambini più fortunati desideravano dei giocattoli, ma non avrebbero mai potuto averli, mentre lo raccontava il suo cuore era colmo di tristezza e un lacrima le scorreva lungo il viso. Il vecchietto che era molto sensibile chiese alla bambina cosa poteva fare per far spuntare sui visi di tutti i bambini un sorriso e un po' di felicità nei loro cuori. Benedetta rispose che avrebbe dovuto prendere le sembianze di Babbo Natale con un sacco pieno di doni da consegnare a ciascun bambino la notte santa, quando nasce Gesù. Fu così che il vecchietto assunse il ruolo di Babbo Natale di Cassino! Babbo Natale quindi da allora entra quella notte in ogni casa calandosi dal camino posando i doni sotto agli alberi di pino adornati a festa con luci e addobbi vari: palline, candeline, bastoncini di zucchero. E anche nelle case delle famiglie più povere gli alberi di pino vengono adornati con noci, mandarini, frutta secca, che profumano l'aria di festa e che poi vengono mangiati in famiglia tutti insieme. Grazie alla magia dell'amore fu così possibile a Babbo Natale di essere sempre puntuale la notte santa nella consegna dei suoi doni per poter far felici tutti i bambini di Cassino! E portare un sorriso nei loro visi e nei loro cuori! Anche Benedetta ebbe la sua razione di sorrisi e a sua volta stava preparando un suo pacco di Natale. Avvolgeva una scatola con costosissima carta dorata. Impiegava una quantità sproporzionata di carta e fiocchi e nastro colorato. "Cosa fai?" la rimproverò aspramente il padre. "Stai sprecando tutta la carta! Hai idea di quanto costa"? La bambina con gli occhi pieni di lacrime si rifugiò in un angolo stringendo al cuore la sua scatola. La sera della vigilia di Natale, a piccoli passettini si avvicinò al papà ancora seduto a tavola e gli porse la scatola avvolta con la preziosa carta da regalo. Il padre si intenerì. Forse era stato troppo duro. Dopo tutto quel dono era per lui. Sciolse lentamente il nastro, sgrovigliò con pazienza la carta dorata e aprì pian piano la scatola. Era vuota! Benedetta disse: "dentro ci ho messo il mio cuore e tanti baci e abbracci". Il padre prese la scatola e la mise in bella vista; per coloro che dicevano "Ma è vuota"! Rispondeva: "No. E piena dell'amore della mia bambina".



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Racconto scritto il 14/12/2016 - 20:46
Da Savino Spina
Letta n.2168 volte.
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Commenti


Il mio è un tentativo di riflessione : al Natale consumistico bisogna contrapporre sentimenti più forti, una vera rigenerazione che serva a cambiare di dentro le persone.

Savino Spina 15/12/2016 - 09:36

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storia molto bella e commovente grazie di averla scritta 5*

GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 14/12/2016 - 21:37

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