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L'adozione

Massimiliano era un bravo agente di commercio e marito esemplare, molto stimato nell’ambiente degl’immobili. Immacolata, una maestra elementare scrupolosa e attenta, apprezzata dai superiori, dai colleghi e in modo particolare, dai genitori dei suoi piccoli allievi. Sposati da oltre otto anni, non avevano figli e come attestato da una serie di esami clinici, ai quali si erano sottoposti, non ne avrebbero avuti neppure in seguito. I contraccolpi psicologici per la coppia sono stati devastanti, Immacolata per non poter avere un bambino si è sentita deficitaria e deprezzata rispetto al mondo femminile fertile. Il senso di esclusione che percepiva e la frustrazione sperimentata ogni volta che qualche amica o conoscente rimaneva incinta con facilità, l’ha condotta a un sempre maggiore isolamento sociale. Si vergogna di sé e si vergogna dell'invidia che scopre di provare per le altre donne. Non tollera i commenti degli altri, anche se fatti senza intenzioni negative, le procurano molto dolore e la prima a sentirsi in colpa o a percepire la propria situazione d’infertilità della coppia. Evita normali eventi di vita come gli incontri in famiglia o con gli amici possono diventare momenti difficili: l'invito a una festa, a un battesimo oppure ricorrenze come la Festa della Mamma, che percepisce come situazioni pesanti poiché sottolineano, rimarcano e festeggiano esattamente quella che è la ragione del senso di vuoto e tristezza. Per quanto riguarda Massimiliano la prima reazione è stata di incredulità e di scetticismo. La sofferenza che emerge poi inevitabilmente è legata, oltre che al senso di incertezza per il futuro e al desiderio irrealizzato della paternità, anche alla sensazione di perdita di controllo sulla propria vita e alla impossibilità di determinare autonomamente il proprio futuro. La coppia affronta una crisi esistenziale che comporta la revisione dei progetti individuali e della coppia stessa, la ridefinizione degli obiettivi di vita, la messa in discussione dei tempi di realizzazione, continuando a macinare giorni e mesi, portando vita agli altri ma non alla propria esistenza e rischiando di estendere quel senso di "sterilità" a tutti gli altri ambiti di vita dei coniugi. Hanno affrontato la depressione, la rabbia e la paura che questo evento ha determinato, ma la coppia è stato in grado di riprendere in mano la propria vita, accettando consapevolmente la situazione di difficoltà procreativa che la caratterizza. Se lui si era rassegnato, lei sentiva in modo traumatico, tanto da soffrirne nel fisico e nel morale, il bisogno di maternità. Più di una volta Immacolata aveva manifestato il desiderio di adottare un bimbo, ipotesi sempre rifiutata da Massimiliano, che adduceva alle difficoltà e ai tempi troppo lunghi per l’adozione; inoltre la paura di non essere riconosciuti idonei per l’affidamento di un bambino.
In prossimità del Natale, tuttavia, la coppia accolse il suggerimento del parroco, don Emilio: “Perché non vi recate a far visita all’orfanotrofio? Aveva detto loro, lì ci sono tanti minori abbandonati; donate loro un sorriso, una tenerezza, ne trarrete motivo di conforto”. La mattina del 24 dicembre Massimiliano e Immacolata andarono in giro per i negozi e acquistarono dolciumi e giocattoli. Nel pomeriggio, mentre l’atmosfera della festa diveniva più intensa, con l’accensione delle luminarie e il suono delle zampogne, fermarono l’auto davanti all’orfanotrofio e bussarono, con una certa apprensione. Furono accolti dalla superiora, che intanto era stata avvertita da don Emilio. I bambini, radunati nel salone, salutarono gli ospiti con la vivacità di cui erano capaci. Ognuno ebbe il proprio regalo e tutti rimasero contenti. Nel momento in cui la coppia, visibilmente commossa, si accingeva a prendere congedo, ecco che Paolino, quattro anni d’età, corse incontro a Massimiliano, gli si aggrappò ad una gamba e chiese: “Tu sei mio padre, è vero? Dimmelo, dimmelo che sei il mio papà!”. Egli non rispose. Ebbe inizialmente un gesto di stizza, ma in quello stesso istante avvertì che un brivido gli attraversava tutto il corpo e fu invaso di amore celestiale per quel pargoletto. Intervenne la moglie: “Caro, vogliamo far trascorrere a questo bimbo il Natale con noi? Sempre che la superiora non trovi niente in contrario. Poi domani, o al massimo dopodomani, lo ricondurremo qui”. Massimiliano acconsentì con un leggero movimento della testa, la superiora si dichiarò d’accordo.
Portarono Paolino nella loro bella casa e di là non andò più via. I giorni di festa trascorsero veloci e, all’indomani del Capodanno, si diedero da fare per la pratica di adozione, con l’avallo di Don Emilio e la superiora; tutto andò a buon fine, anche se i tempi per l’affidamento definitivo, dovettero attendere parecchio tempo.
Per Massimiliano e Immacolata, quello fu un Natale meraviglioso e indimenticabile e Paolino illuminò l’intera casa e si adattò perfettamente al nuovo ambiente; crescendo sereno e amato.



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Racconto scritto il 25/12/2016 - 23:02
Da Savino Spina
Letta n.2339 volte.
Voto:
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Commenti


Bello! L'adozione lo considero un atto d'amore molto grande, forse molto più grande dell'accogliere un figlio proprio, atto che è scontato.

Patrizia Bortolini 27/12/2016 - 11:21

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Bello! L'adozione lo considero un atto d'amore molto grande, forse molto più grande dell'accogliere un figlio proprio, atto che è scontato.

Patrizia Bortolini 27/12/2016 - 11:21

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Adottare un figlio deve essere una scelta matura, responsabile e completamente condivisa dai due componenti della coppia. L’adozione non è la ruota di scorta dell'infertilità, non è lo strumento per onorare il diritto ad un figlio, è qualcosa di decisamente diverso: è un atto d'amore e il modo di dare una famiglia ad un bambino che ha il diritto di essere accolto ed accudito, al centro di tutto c'è lui, il nostro desiderato figlio. Un figlio adottivo significa aprire nella propria famiglia uno spazio non solo fisico, ma soprattutto mentale per l’accoglienza di un bambino o di una bambina, che è all'oscuro dei genitori biologici, con una sua storia, un suo carattere, bisognoso di continuare a vivere con l'affetto di nuovi genitori, una possibilità di normalità per il futuro! Felice 2017

Savino Spina 27/12/2016 - 00:13

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buona giornata Savino un bel racconto 5*

GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 26/12/2016 - 10:13

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