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Il mio Alter ego

A detta di tutti sono una persona carismatica e ho l’abilità di affascinare e sedurre le persone, con un linguaggio che confonde e convince. Sono un’accattivante narratore che usa la dialettica e la retorica per plagiare e distruggere la capacità critica dei miei interlocutori. Uso manipolazione e astuzia, non riconosco mai i diritti degli altri e considero i miei comportamenti come permessi e leciti; considero gli altri solo come uno strumento da usare e nei loro confronti nutro atteggiamenti di dominio ed umiliazione, pretendendo adulazione e servilismo. Non ho problemi a mentire freddamente e posso creare e rimanere coinvolto in una complessa diatriba e uscirne estremamente convincente. Fin da bambino l’ ho sempre fatta franca, riuscendo a ingannare genitori, insegnanti ed amici tutte le volte che lo volevo. Non provo nessuna ansia all’idea di essere scoperto, mi fido della mia capacità di ingannare il prossimo e non provo rimorso o vergogna, semplicemente sono incapace di amare. Ho una mente combinatoria flessibile, una mente che lavora scomponendo idee, concetti o “parole” nei loro elementi base e ricombinandoli poi nei modi più vari, che si adattino ai miei scopi. Per me vincere è tutto, qualunque sia la posta in gioco. Suscito e provoco invidia e in molti cercano di emularmi, con l’aggressività verbale induco alla soggezione facendo leva su ciò a cui l’altro è più sensibile, trovando la via d’accesso più facile al suo modo d’essere ed essa mi presta il fianco. Instauro rapporti di potere, attraverso il dominio e resta confermato che la condizione primaria per me è l’intervento forte sulle relazioni delle persone nel loro ambiente. Il mio messaggio è forte e chiaro, con il maggiore impatto persuasivo e la capacità di attrarre e trattenere l’attenzione e di eccitare l’immaginazione. Ricorro a domande retoriche (in cui la risposta è già implicita nella domanda) per intensificare l’impatto di una determinata affermazione è un espediente che uso frequentemente nei miei discorsi per ammaliare e plagiare chi mi sta davanti. Uso una comunicazione che favorisce la persuasione; si tratta di aspetti stilistici collegati alla distinzione di carattere generale è quella di stile discorsivo potente assertivo. L’uso frequente al condizionale (“vorrei dire”), un ridondante uso di forme di educazione (“non vorrei apparire inopportuno”), un lessico eccessivamente forbito e la giusta cadenza di un eloquio. E’ il diverso assetto cognitivo della mente dell’altro che determina quale sia il modo migliore per plagiarlo. Io uso anche l’inganno, provocargli illusioni, abbagli, previsioni errate, ecc .; interventi mirati sugli stessi punti critici possono ingannarlo con menzogne dissimulate e falsificate. Nella dissimulazione, nascondo certe informazioni senza dire effettivamente nulla di falso, ma che deviano dal vero. Se falsifico mi spingo oltre: non solo l’informazione vera la tengo all’oscuro, ma presento un’informazione falsa come se fosse vera. Quando c’è la possibilità di scegliere come mentire, generalmente preferisco la dissimulazione alla falsificazione. Ci sono molti vantaggi. Intanto, nascondere qualcosa è più facile che riferire il falso. Non c’è bisogno di inventare nulla e non c’è il rischio di farsi cogliere in fallo senza essersi preparati in anticipo una storia ben congegnata. Il modo migliore per dissimulare le forti emozioni è mettersi una maschera. Coprirsi la faccia con la mano o distoglierla dall’interlocutore di solito è impossibile senza tradire la bugia. La maschera migliore è un emozione finta: non solo serve a sviare, ma è il migliore camuffamento. E’ tremendamente difficile mantenere un volto impassibile e restare immobili con le mani quando si prova un’emozione intensa: molto più facile è assumere un atteggiamento fittizio, bloccare o contrastare con azioni diverse quelle che esprimerebbero l’emozione autentica. Ci sono vari altri modi di mentire oltre alla dissimulazione e all’attiva falsificazione, e in particolare, invece di cercare di nascondere un emozione, ammetterla e mentire sulle cause dei sentimenti attribuendola a una causa fittizia. E’ possibile poi dire la verità, ma con fare sprezzante, in modo che la persona non ci creda; è come mentire dicendo il vero. Esagerare la verità serve a mettere in ridicolo i sospetti altrui, rende più difficile approfondire le indagini. Un tono di voce o un espressione di scherno sono altri ingredienti che servono allo scopo. Parente stretta della tecnica di dire la verità per fuorviare i sospetti è la dissimulazione a metà. Si dice la verità ma solo in parte. Un tono di noncuranza o un elenco incompleto che omette l’elemento cruciale mi permette di reggere l’inganno pur senza dire niente di falso. Un’altra tecnica che mi permette di mentire senza essere costretti a dire nulla di falso è la risposta evasiva che suggerisce una conclusione sbagliata. Argomento, con un atteggiamento iniziale di generale modestia, in particolare modo se quanto sto per dire non ha i crismi della indiscutibilità e deve essere verificato anche e soprattutto attraverso la reazione psicologica dell’interlocutore. Utilizzo delle parole figurate che rievochino immagini, azioni e concetti in grado di incidere direttamente sui processi sensitivi, per avere un maggiore impatto comunicativo, con passaggi chiave del discorso accentuati con tono di voce o facendoli precedere dal silenzio. La forza degli argomenti a secondo dei casi, intenzionalmente li sopravvalutato per aumentare il consenso, o volutamente li attenuo per fornire una impressione di saggezza e sincerità, così che l’ascoltatore va spontaneamente al di là di quello che dico. Motivo dapprima le mie posizioni e soltanto in un secondo momento, in sede di conclusione, formulo la tesi che in definitiva intendo dimostrare; ho constatato che è la strategia migliore per coinvolgere ancor più emotivamente e di commuovere gli animi, rintuzzando nel medesimo tempo via via, le obiezioni. In realtà il linguaggio non rappresenta l’unico canale attraverso il quale comunico, ma anche dai gesti, dai movimenti degli occhi e del volto, dalle relative “esclamazioni”, dalle posizioni del corpo assunte. Mediante motti di spirito, metafore, forme linguistiche immaginifiche, aforismi, doppi sensi, giochi di parole, sottintesi, eufemismi, allusioni, ecco il risultato garantito. Le modalità comunicative sono in gran parte frutto dell’apprendimento e di studio, ma per quanto mi riguarda l’espressione delle emozioni e degli atteggiamenti interpersonali sono innate, che mi permettono di decodificare ed interpretare lo stato d’animo dell’interlocutore. Uso il contatto fisico che costituisce una delle modalità più efficaci per esprimere emozioni; i toccamenti come espressione di comunicazione. Utilizzo l’induzione di fobie, nel senso di indurre nella personaa una vera e propria reazione di panico alla sola idea di abbandonarmi, minacciandola di trovarsi sola e sperduta, indifesa ed incapace a fronteggiare una realtà esterna. Essa quindi non ha alcuna reale possibilità di scegliere, dal momento che è stata condizionata ad avere paura fobica del mondo esterno; le fobie indotte eliminano la libertà di scelta. In ultimo il controllo dell’informazione che attuo negandogli l’accesso a notizie di carattere critico in modo che gli vengono a mancare quegli appropriati meccanismi interni che servono ad elaborarle. Tale controllo dell’informazione ha un impatto drammatico e devastante a tutti i livelli relazionali. Il controllo del comportamento e del pensiero, delle emozioni e delle informazioni ha un grande potere ed influenza sulla mente umana. Insieme formano una rete totalizzante che può manipolare anche le persone più forti. Mi faccio ritenere affidabile ed attendibile per conquistare la fiducia della persone proprio perché dovrò tradirle. Con un inganno ben “architettato”, in cui tutto torna, tutti i pezzi si incastrano senza sbavature e contraddizioni, facendo credere proprio ciò che loro vogliono credere. La Programmazione Neurolinguistica (PNL) mi ha permesso la percezione del comportamento usato da tutti gli esseri umani per codificare, trasferire, guidare e modificare gli atteggiamenti. Ho capito che anche gli individui più forti si trasformano nelle vittime più devote e coinvolte, solo chi sta in cima alla piramide ha il controllo totale e ha il potere di onnipotenza. Quindi ho un senso di frustrazione, in quanto vittima e carnefice allo stesso tempo e non so come uscirne o meglio scacciare il Mister Hyde e far trionfare il Dottor Jekyll.



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Racconto scritto il 31/12/2016 - 14:43
Da Savino Spina
Letta n.2164 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Bella pagina, scritta molto bene, che può essere assunta come prezioso manuale per chi voglia diventare un consapevole, sofisticato lestofante. Imbattibile nell'arte della dialettica, l' interessante seppure spregevole figura delineata meriterebbe la condanna ad un soliloquio eterno in assenza di interlocutori disposti a farsi manipolare e turlupinare. Ma l'esperienza ci dice che il mondo è pieno di siffatti personaggi che,ahimè, hanno seguito e consenso ma valgono, sotto il profilo umano, veramente ben poco! 5* Aurelia

Aurelia Strada 03/01/2017 - 23:20

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LIETO 2017 A TE E LA TUA FAMIGLIA, SAVINO.
*****

Rocco Michele LETTINI 31/12/2016 - 19:33

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Non è un racconto autobiografico, il mio è uno spunto di riflessione, sui molti plagiatori che stanno in rete e sulle tv nazionali e private, che non sono facilmente riconoscibili. Il loro profilo, che comprende caratteristiche di fascino superficiale, con un linguaggio che può essere usato senza sforzo per confondere e convincere. Sembrano essere affascinanti, eppure sono nascostamente ostili, vedono le loro vittime solo come uno strumento da usare e nei loro confronti hanno atteggiamenti di dominio ed umiliazione. Posseggono un grandioso senso dell’ego: sentono certe cose come propri diritti, pretendendo adulazione e servilismo.
Auguro a tutti voi di trascorrere un nuovo anno ricco di fruttuosi impegni e soddisfazioni e grazie per gli auguri!

Savino Spina 31/12/2016 - 16:05

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AUGURI

GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 31/12/2016 - 15:31

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