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L amore paterno

È solo una bambina, non sa cosa dire.
Il loro “solo” diventerà un’arma tagliante, un’arma pericolosa predisposta al cataclisma. Predisposta ad un disastro che porterà alla devastazione la vita della bambina e di chi essa stessa sceglierà. Magari, sarà solo una storia fantasiosa dove il piacere si mescolerà con il dolore, la tristezza con l'estasi, il desiderio con la paura come fosse si trattasse di un cocktail esplosivo nel quale avverrà una specie di appagamento perverso legato ad una profonda fame. Giungerà la vera pace dei sensi ma solo dopo aver dichiarato la grande guerra.
Questi sensi mescolati amabilmente opposti tra di loro mi perseguitano come l'ombra. Guardo nei suoi occhi e tremo, nella sua voce scorre il fiume di un'emozione forte. Pende dalle mie labbra vaghi nel buio delle mie risposte che non gli do ed in quel stesso frangente metto a nudo la mia anima innocentemente sporca. Non riesco neppure tenergli lo sguardo e le mie mani si attorciglino. Il nostro incontro si riempie silenziosamente di una squallida magia perché ora mi sta parlando, ora sono importante.
Da sempre nel mio giardino era piantato il suo seme e solo in questo frangente ha voluto germogliare. Mi guarda mentre porta le sue labbra su di me e nel fondo degli occhi miei c'è l'infinito vuoto di chi ha perso tutto ciò in cui credeva. In questi occhi vi è solo germoglio di un nulla che brucia vivo. Lui non si fermerà, continuerà. Si sta invaghendo del diavolo che vede sguazzare in questo invisibile dolore.
Io ho due anime in un corpo e quella che gli riservo è votata alla pura distruzione.
È fatta di paura, di bisogno, di dolore e delle lacrime perse di nascosto. La quotidianità dell'altra l'avrebbe annoiato, non gli basta, non la vuole. Convivo coerente nell'equilibrio precario delle mie anime e so come comportarmi per soffrire solamente alcuni minuti poiché poi, lui mi premierà, lui mi amerà.
Mi lascio guidare dai suoi desideri. I suoi sensi scivolano nei miei così come le sue mani slittano sul mio corpo. Il suo piacere è accompagnato dal mio silenzio; fa parte della nostra strada. Mi sta portando lentamente in quel gioco al massacro invisibile che io stessa ho permesso. Tutti e due lo sappiamo ma mai ne parleremo. Il nostro segreto rimarrà tra queste mura perché tanto nessuno mai mi potrà credere.
Purtroppo non ho mezze misure e nemmeno mi è permesso di averle. Devo dare tutta me stessa come nessuna, così poi i suoi occhi saranno solo per me e io diventerò la sua piccola principessa. Sono tutto o niente.
Il mio corpo è diventato un campo di battaglia. Le vibrazioni del mio essere sconfitto mi sollevano dalla mia più oscura essenza. Basta uno suo sguardo, e già so… le mie cosce, quanto le odio, sono loro la causa del mio dover subire.
Un arcano dominio, quella immensa forza che lega le nostre coscienze nella segretezza famigliare. Sono una perdente, una bambina, che vive il suo inferno imperdonabile. Silenziosa mi lascio dominare ma sono certa che sono entrata in lui come un fiume di lava. Io sono ogni suo sole ed ogni sua luna. Io sono l'essenza proibita di ogni suo desiderio poiché neanche la mamma ha stesso potere che ho io.
E lui? Lui è il mio invisibile richiamo dall'inferno che mi porto dentro. La paura mi sopraffà come una marea improvvisa e dirompente. Lo bacio e gli dico che gli amo. Ma egli non ricambia, è silente. Non so, che cosa ho sbagliato ora ma mi assale una grande gioia, io amo. Io amo la sua tristezza, io amo quando i suoi occhi si lavano di essa ed il mio diavolo imprigionato si nutre di quel luccichio. Io stessa sono la oscurità che diventa ogni giorno più forte. Questa malizia mi dà la forza nell'andare avanti come fosse nulla.
Un giorno mentre giocai con il mio amico diabolico pianificando la fuga un singhiozzo strozzò la voce del mio alleato silente, quando odo la voce di quell’uomo, padre, mio padre. Vidi i suoi occhi delusi con la supplica di non lasciarlo. Mi interruppi. Ormai è diventato un gioco d'azzardo in cui ho messo tutta la mia piccola anima però la spirale al massacro non è giunta ancora al fondo. Tornerà da me, già lo so, ha più voglia di quanto immagino. Sta solo aspettando, che io lo guardi, che io gli chieda di giocare.
Il mio cuore è diventato un cimitero impazzito di emozioni che vogliono sfuggire alla loro morte ma stranamente risorgono là dove non c'è più la vita. Mille volte pensai che non potrò mai cambiare le mie due anime in un solo destino. Faccio rivivere mille ricordi, rianimo le emozioni che m'hanno legato così tanto, proietto davanti agli occhi la pellicola invisibile del mio film ma di esso, ora, vedo solo delle immagini distorte e ormai lontane. Mi muovevo come una marionetta disperata, la piccola bambina, schiava del medesimo male che adesso si diverte ad invertire le parti in questa assurda tragedia. Stacco i fili e mi approprio della verità e della vita stessa scappando lontano dalla stessa. Ora, ritrovando questa dimensione perduta mi strappo un sorriso e miei occhi per un attimo diventano lucidi.
Amare è altra cosa e le teorie della realtà sono solamente un dipinto sbiadito. Il sazio spreca il cibo nel mangiarlo ma chi come me ha così tanta fame, vanno bene anche le briciole. Per la prima volta supplico, supplico di sentirmi amata, di avere un po' di quel calore mancato e nello stesso desiderio sento la corda che mi strozzava nell'infanzia.
L'odio infinito che ribolliva nelle mie vene si gela con quest’ultimo ricordo. Quest’ultimo frammento della memoria accompagno, con una grande freddezza e gelido sibilo del dimenticare, alla porta della mia anima nera.
La mia anima tenebrosa taglia il filo invisibile della sofferenza. Una parte di me verrà perduta, quella parte che m'ha dato le radici nel crescere. Il mio amico interiore ha trovato sempre la pace nella guerra del mostro amore. Il mio fautore, il mio confidente che fu così abile nel farmi sopravvivere placando il mio dolore trovando le ragioni in merito. Il mio amico oscuro, colui che ha acceso un filo di luce e di speranza.
La mia ingorda sete di sensazioni famigliari, quella sete delle emozioni strazianti ma rassicuranti, ora dovrà finire poiché non sono più una bambina. Il pensiero di abbandonare questo bisogno mi porta ad un’immensa frustrazione, perché all’epoca non mi sentii sola. Egli, il mio diavolo interiore ci fu quando non c’era nessuno, parlò quando io fu muta e mi rassicurò al risveglio dagli incubi. Ora, non ci sarà più, rimarrò sola con la paura dell’incognito e di dover imparare a crescere.



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Racconto scritto il 27/02/2018 - 12:23
Da Michaela Patricie Zaludova
Letta n.955 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Grazie Corrado. Si, non sono italiana. In caso che hai la voglia di segnalarmi errori, potrò prendere utilissime nozioni per le prossime scritture. Grazie ancora

Michaela Patricie Zaludova 03/03/2018 - 12:52

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Contenuto molto importante, di spessore, e caratterizzato da una certa originalità, singolarità. la forma purtroppo ha qualche piccola pecca( errori e refusi) ma facilmente rimediabili. Se non sono indiscreto ti chiederei. sei straniera?...perché in tal caso devo dire che è scritto benissimo, anche con quei piccoli errori. Se vuoi te li segnalo...5 stelle sulla fiducia.

Corrado B. 03/03/2018 - 07:26

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