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Come sarebbe cambiata la mia vita?

Respirare e camminare coscientemente genera le energie della consapevolezza. Questa energia riporta la mente al corpo facendoci vivere davvero nel momento presente, a contatto con le meraviglie che ci sono in noi e attorno a noi. Se riusciamo a riconoscere tali meraviglie, arriviamo immediatamente alla felicità, aprendoci del tutto al momento presente, scopriamo che abbiamo già abbastanza motivi per essere felici: anzi, più che abbastanza. Non abbiamo bisogno di andare a cercare qualcos’altro nel futuro ne’ in nessun altro posto. Ecco cosa significa soffermarsi o risiedere felicemente nel presente. Thich Nhat Hanh (monaco buddhista novantenne)


Come sarebbe cambiata la mia vita? Buona Lettura!
Mi trovo in una fase della vita, a cinquantanove anni e passa e credo ancora di non aver imparato a vivere! Cerco di immaginarmi una vita completamente diversa da quella che ho vissuto; un’esistenza trascorsa senza macchia e senza gloria . Scrivere oggi non mi costa fatica, un tempo sarebbe stato come smuovere una montagna; provo a supporre delle strade diverse, per le scelte più significative del mio percorso di vita. Esprimere tutto ciò che si prova, quello che si pensa, quello che si vuole, non sempre è così facile, ma scrivere è il modo più bello per farlo; magari senza essere ripetitivo. Pensare al passato, agli amici, alle vacanze, la vita spensierata, mare, locali, ballare e a tutte le persone che ho conosciuto in tutti questi anni, e parte di loro sono rimasti solo ricordi. E poi sono arrivato a pensare alle medie, se non avessi cambiato sezione, per studiare l’inglese e sarei rimasto a cimentarmi col francese, successivamente rimasto in Germania e non tornarmene di nuovo in Italia; ancora non sposarmi e di conseguenza non avere figli e nipotina, a quest’ora come sarebbe la mia vita? In più considero le diverse opportunità che la vita mia ha dato e cosa starei facendo se non fossi qui, ed emergono comunque delle certezze, dei punti fermi, come non drogarmi, non bere alcolici e non fumare. Essere libero che è fondamentale, come l’aria e l’acqua; la sola sensazione di essere poco libero mi fa venire i brividi e la voglia di scappare da quella potenziale limitazione della mia libertà. Se fossi restato in Germania, tanto per cominciare, non sarei stato comunque in Italia a fare una vita di stenti, ingabbiato dalla politica clientelare, dove la meritocrazia è pura utopia! Mi sarebbe piaciuto iscrivermi all’accademia di arte drammatica di Colonia, la più vicina a Solingen; il mio vecchio luogo di residenza. Avrei fatto l’attore di teatro per dieci anni e poi avrei iniziato a lavorare in televisione e al cinema. In verità, il mio cruccio fare anche il regista. Per questo, ad un certo punto, avrei fondato una piccola ditta di produzione. Con questa avrei potuto realizzare lavori tutti miei e fregarmene delle offerte dei lavori degli altri. Essere produttore e basta. Quindi provare a realizzare dei cortometraggi per conto mio; ottenere riconoscimenti e premi per il lavoro svolto. Avere un copione; una sceneggiatura scritta da me. Cimentarmi nel sociale, anche con argomenti scottanti e di aprire la mente del pubblico ad una presa di coscienza critica. Avrei incontrato la mia compagna, ci saremmo messi d’accordo e deciso di scrivere il film insieme. Quando due anime si sono trovate, si sono scoperte compatibili, hanno compreso di essere fatte l'una per l'altra, di essere simili, si stabilisce tra loro per sempre un legame. Non vi è nulla di meglio che dare sempre, tutto, la propria vita, il proprio pensiero, il proprio corpo, tutto quello che si possiede. Pensare di iniziare una storia senza coinvolgimenti emotivi, senza parole sdolcinate, desiderare attenzioni, ma non certo la compenetrazione dell’anima. La convinzione che non avrei mai provato le emozioni, la passione e il grande amore struggente. Invece nel mio immaginario tu eri lì, dolce, educata, affascinante. Doveva essere solo un’unione artistica, ero io che non dovevo lasciarmi andare, non dovevo sostenere nessun coinvolgimento emotivo, dovevo essere forte, purtroppo passando i giorni le mie difese diventavano sempre più deboli, mi lasciavo andare ai sogni, pensavo alle cose che avrei voluto fare con te, aspettavo con ansia di vederti e di sentirti. Alla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati, al primo bacio. Rileggere certe cose scritte fa un certo effetto, una pagina scritta si stampa nella mente e nel tempo, potrò dimenticare i dettagli, ma non i concetti e nel momento in cui volessi ricordare con più precisione pure quelli, potrei riviverli di nuovo in prima persona, dando un’occhiata a quelle pagine. Credo che la vita è fatta da emozioni, belle e brutte, imprevedibili, alle quali non saremo mai pronti, ma che valga sempre la pena di viverle. Quante volte mi sono detto, che rifarei le stesse cose, rivivrei gli stessi momenti, non cambierei nulla di quello che ho fatto; persino commettere gli stessi errori. Non rimediare un errore ci impedisce di maturare e di crescere come persone. Quando si tengono nascoste le cose, si limita la libertà, mentre quando vengono ammesse e portate allo scoperto si prende coscienza della possibilità di modificare questa realtà. Se una barca naviga sempre in acque conosciute e sicure, non sorgeranno problemi, ma non ci sarà nemmeno l’occasione di vivere nuove esperienze e di vedere nuovi paesaggi. Quando vogliamo dare l’immagine della perfezione e non riconosciamo i nostri sbagli, ci mettiamo in una posizione pericolosa perché agiamo come una persona ottusa che ha sempre ragione, che non sbaglia mai e che, quando non riesce in qualcosa, riversa la colpa sugli altri. Sbagliare non è così negativo, significa che si ha avuto il coraggio di rischiare, di vivere nuove esperienze. Se siamo capaci di ammettere ciò che non ci viene bene, saremo più liberi, perché quello che pensa la gente sulla nostra vita non è rilevante. Se nascondiamo quel lato umano e imperfetto, alla fine danneggeremo noi stessi perché saremo presi dalle nostre bugie. Se ci concediamo la libertà di sbagliare, impareremo a essere flessibili e tolleranti con noi stessi, e questi strumenti ci aiuteranno ad aprire nuove porte e a crescere. Che strano, le notti senza sonno, obbligato a rimanere sveglio; avere tempo per pensare e ripensare al passato e progettando il futuro, mentre il passato ci scappa dalle mani. Allora cosa fare? Almeno venti minuti all’aperto mi aiuta a mantenere uno stato d'animo migliore e la memoria ne trae benefici; soprattutto per la luce del sole, anche in un giorno nuvoloso, e l'aria fresca. Sentendomi alla fine più felice, ascoltando brani musicali allegri miglioro lo stato d’animo e questo mi predispone a riscoprire i miei punti di forza, che mi da più controllo e convinzione per superare le difficoltà. Fare l'esercizio fisico che rilascia endorfine nel cervello, che migliorano il tono dell'umore. Se è ripetuto e regolare, il moto positivo dell'animo si estende anche ai giorni in cui non lo si fa. Dare sempre un significato alla vita e avere ottimi motivi per aggrapparsi e dare un senso alla nostra esistenza; soprattutto di circondarsi di persone positive e allontanando quelle lamentose e negative. Disporre di pochi amici intimi, occuparsi di volontariato; aiutare gli altri, sia che si tratti di animali, di altre persone o dell'ambiente, rende più felici e meno depressi. La cosa importante in tutto ciò è la concezione dell’essere reale prevale su quella dell’essere virtuale, tutto può essere ricondotto a uno, ed è proprio a questo punto che qualsiasi concezione egoistica perde significato, al pari dei concetti di “se” e “altro da se”, che vengono riconosciuti come descrizioni fuorvianti di una realtà unica e non di divisione. A quale livello la nostra libertà raggiunge la sua massima espressione, attraverso la consapevolezza più profonda del senso di tutto ciò che esiste e del nostro relazionarci ad esso. A quale meta ambire, sta soltanto a noi deciderlo: l’unica certezza è che il processo di consapevolezza non può mai venire da “fuori”, bensì soltanto dalla nostra libera determinazione. Quante esperienze, quante sofferenze, quante delusioni, angosce, ansie e frustrazioni sperimentare lungo il cammino della consapevolezza sta soltanto a noi deciderlo: ognuna di quelle circostanze, o stati d’animo, rappresenta un’occasione per comprendere qualcosa che ancora non abbiamo compreso. Il numero di volte che dovremo sperimentare le situazioni che consideriamo sgradevoli dipende esclusivamente dalla nostra capacità di mettere a frutto il nostro potenziale: quanto più saremo capaci di estendere la schiera della nostra considerazione fuori di noi stessi, tanto più sereno sarà il nostro cammino. Il massimo augurio che possiamo rivolgere a noi stessi è quello di acquisire una consapevolezza sufficiente a far cadere qualsiasi nostra barriera mentale a realizzarci in una dimensione assoluta, ben al di là di quei microscopici appagamenti egoistici che sperimentiamo quotidianamente. Attualmente non so definire che livello di comprensione e consapevolezza abbia raggiunto e se ho la facoltà di elevarmi a quelli superiori? Dall’altro canto non c’è nessuna riprova, che possa dimostrarmi che scelte diverse avrebbero determinato livelli di consapevolezza inferiori, superiori o uguali, con meno o più tempo; soprattutto con la certezza del non raggiungimento della consapevolezza del tutto. La comprensione di eliminare la linea della discriminazione e rinunciando a considerare se stessi quali arbitri altrui. I concetti labili e arbitrari di specie, regno, vita, etc., lasciano il passo a una consapevolezza più ampia e priva di pregiudizi, che rinuncia a classificare in vista di qualsiasi discriminante, che consente di sperimentare un senso di appartenenza illimitato; quindi accetto il tragico conflitto tra la vita che cambia continuamente e la forma che la fissa immutabile!




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Racconto scritto il 06/05/2018 - 10:29
Da Savino Spina
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