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LA FIBBIA DI PERLE

Rientrai per il pranzo di buon umore. Claretta era in cucina a preparare uno dei suoi manicaretti. Si girò a guardarmi nel suo leggero abitino casalingo corredato da un minuscolo grembiule. Al mio saluto rispose:
- Sono nuda!
La osservai meglio: era senza maniche e con una scollatura a V. Normale per il mese di Giugno. Provai a capire se indossava l’abbigliamento intimo e mi parve di sì. Alla mia evidente perplessità replicò:
- Sono nuda! Non ho uno straccetto decente da mettermi per sabato sera!
- Non c’è problema, amore: questo pomeriggio andremo alla solita boutique…
- Sono stanca della “solita boutique”! Voglio andare in un negozio buono!
- D’accordo… - le dissi per placarla, chiedendomi che cosa determinasse la “bontà” di un negozio.
Mentre mi lavavo le mani e risciacquavo il viso, Claretta concluse il suo armeggiare in cucina e portò in tavola una profumatissima pasta con sarde (insegnatale da mia madre). Per lei soltanto un piattino, a causa della dieta (però mia moglie è un grissino). Mi guardò mangiare con avidità e sorrideva. Una bottiglia di Corvo Glicine troneggiava davanti a me. Me ne riempì un bicchiere di finissimo cristallo.
Chi ha detto che gli uomini si conquistano a letto e a tavola? E’ verissimo.
- Sai, caro… (raramente mi chiamava caro), la mia amica, la marchesina, ha comprato un abito favoloso da Tiffany, sai, quel negozio di alta moda che ha aperto l’anno scorso in via Libertà…
Intanto io mi chiedevo se quella pasta con le sarde non fosse un po’ pesante da digerire e se la mia carta di credito fosse abbastanza robusta da sopportare un impatto con quel negozio.
- Va bene, “cara”: questo pomeriggio andremo da Tiffany a comprare un paio di “straccetti”. Anche i Tiffany hanno diritto a vivere…
- E anche un costume da bagno… Quello dell’anno scorso è tutto slabbrato: lascia intravedere tutte le mie rotondità!
“Rotondità! Allora posso stare tranquillo…” pensai, ma le risposi:
- Certo, anche il costume… Abbiamo ancora un po’ di quel digestivo alle erbe?
* * *
Al negozio Clara scelse due abiti. Belli, erano belli. Io sbirciai con noncuranza le etichette in cerca dei prezzi, ma la Direttrice mi rassicurò col precisare che, prendendo due capi, avevamo diritto al 10 % di sconto.
- Allora è perfetto. – risposi, sempre con noncuranza.
Intanto guardavo i prezzi dei bikini, che mi tranquillizzavano parzialmente.
- E’ inutile che guardi i bikini, prenderò un costume intero, da signora. – precisò Claretta. E si recò nell’altro reparto con la Direttrice (o che diavolo fosse).
Mi rivolsi alla commessa: - Il costo dei costumi interi qual è… circa lo stesso?
Mi rispose con un ampio sorriso: - Noo, perché la stoffa è molta di più! Sa, i nostri abiti sono tutti francesi e firmati, compresi i costumi interi. Sono stoffe che… - e iniziò tutto un discorso sulle fibre naturali, sulle microfibre, sui trattamenti per conservare i colori ecc. ecc. ecc. Appena fece una pausa, le chiesi, arrossendo per la mia (presunta) tirchieria:
- Uno sconticino in più si può avere? Sa, penso che mia moglie tornerà ad acquistare già a fine estate…
- Suggerirò alla Signora di farvi il 15…
Confortato da quell’ancora di salvezza, raggiunsi le signore, che stavano osservando un costume nero (blu notte, mi fu precisato) con una grossa fibbia con perle, posta a chiudere un po’ una scollatura stretta e profonda.
- E’ francese? – chiesi, per mettere a frutto la lezioncina della commessa.
La Signora annuì: - E’ anche firmato. – e mi mostrò un’etichetta interna con una firma artistica in filo argentato, seguita da “Paris”.
- Lo provi, signora…
Claretta lo provò e si lasciò ammirare: era accollato sulle cosce, le lasciava interamente scoperta la schiena, che Clara ha perfettamente dritta, mentre davanti la stretta scollatura arrivava sotto l’ombelico.
Consapevole che noi mariti siamo sempre gelosi, la “Signora” sistemò la fibbia di perle in modo che lo spicchio di pelle scoperta che rimaneva dal seno all’ombelico risultasse una semplice civetteria.
- Sua moglie ha la fortuna di avere il ventre piatto: sarebbe un peccato non indossare questo costume…
“Allora me lo regala?” avrei voluto dire. Invece chiesi il prezzo.
Avete mai avuto un giro di testa inatteso? Non è piacevole.
La “Signora” si affrettò a precisare che le perle erano vere.
- Altrimenti abbiamo lo stesso costume con perle finte, costa meno di un quarto di questo qui…
Guardai Claretta speranzoso, ma la trovai già infastidita:
- Non se ne parla nemmeno! La mia amica marchesina se ne accorgerebbe subito.
Comprammo e tornammo a casa leggeri (io e la mia carta di credito) e anche felici (soprattutto Claretta). Ad ogni modo, quella sera mia moglie si mostrò molto riconoscente e innamorata.
* * *
In estate, libera dalla scuola, Claretta andava spesso al mare con le sue migliori amiche, la marchesina e Teresa (una nubile convinta), di mattina, da sole, per spettegolare indisturbate. Secondo me, almeno la Teresa sperava di fare conquiste. Un venerdì invece dovettero andare di pomeriggio. Dissi a Clara che sarei andato a trovarla sul tardi.
Così feci. Individuai subito l’ombrellone e il posto e mi avvicinai. Le amiche non c’erano, probabilmente stavano prendendo il secondo bagno. Claretta era distesa al sole, appisolata. Aveva tolto la fibbia, probabilmente per abbronzare bene il decolté.
Nonostante i seni piccoli, era molto sensuale. Mi sedetti ad attendere il suo risveglio sfogliando una rivista. Intanto un braccio alzato al di sopra dell’acqua mi salutò. Mi sembrò che fosse di Teresa.
Finalmente Clara si svegliò, borbottando:
- Mi sono addormentata, meno male che avevo messo la crema!
Poi notò la mancanza della fibbia e si coprì, guardandomi sbalordita:
- Sei stato tu?
- A fare cosa?
- La fibbia! – e guardava intorno a sé la sabbia chiara. Compresi.
- L’avevi messa?
- Certo!
- Magari volevi prendere il sole…
- Mezza nuda? No, ne abbiamo anche parlato, di quella fibbia… Cercala un po’ tu, che io non mi posso muovere…
Mi tolsi la maglietta di cotone e l’aiutai a indossarla. Poi cercammo con calma e metodo, svuotando anche la borsa del mare. C’era da riempire un negozio! ma non c’era la fibbia. Niente di niente per parecchi metri intorno.
- Me l’hanno rubata! – concluse Claretta.
Intanto risalirono la marchesina e Teresa.
- Non dire niente, per adesso. – suggerii istintivamente a mia moglie.
- State andando via? – chiesero.
- Sì, ho preso abbastanza sole per oggi – rispose Clara.
Volle andare dai Carabinieri. Il Tenente ascoltò, poi disse:
- Probabilmente un ladro da spiaggia, o un maniaco, o un cleptomane. Io opterei per il ladro. Firmi la denuncia, signora, e inizieremo le indagini.
Tornando a casa precisai a mia moglie che i carabinieri danno la precedenza ai reati gravi e che non c’era da aspettarsi molto.
- E tu, che investigatore sei?
- In effetti la pista del ladro non mi convince: avvicinandosi a te, sarebbe stato notato. Dimmi: Teresa, da ragazzina, non era un po’ cleptomane?
- Rubacchiava ai grandi magazzini per gioco, qualche matita o altra cancelleria. Una volta la beccarono, e così smise.
- Quest’anno va in vacanza?
- Sì, va al villaggio turistico di …
- Davvero? Lì ci va sempre mio fratello Salvo: gli dirò di anticipare e di portarmi con lui.
- Pensi che sia stata Teresa? Hai un piano?
- Sì, vorrei verificare questa pista. Chiederò a Salvo di corteggiare un po’ la tua amica: devo perquisire il suo bagaglio.
- Ti riconoscerà!
- Non con pizzo, baffi, occhiali scuri e capelli tinteggiati. Intanto compreremo l’altro costume, quello con le perle finte.
La Signora si mostrò realmente mortificata, trovò una fibbia di ricambio del modello economico e ce la regalò!
Due giorni dopo, sulla spiaggia di … Teresa indossava un bel costume bordò scollatissimo, chiuso dalla fibbia di Clara!
Salvo riuscì ad attaccare discorso, poi prese a corteggiarla.
Una sera li lasciai a chiacchierare vivacemente al bar ed entrai nella camera di Teresa col mio passepartout. Trovai il costume appeso in bagno, sostituii la fibbia con l’altra e mi recai anch’io al bar.
Potete immaginare la riconoscenza di Claretta… Alle amiche disse che aveva trovato una fibbia di perle coltivate, un po’ più piccole.
Il sabato successivo, in spiaggia, Teresa indossava il solito costume, senza traccia di fibbia. Dopo il bagno, guardava perplessa la fibbia di perle sul costume di Claretta, la quale, attraverso gli occhiali da sole, la scrutava, mentre sulle sue labbra aleggiava un sorrisetto di trionfo.
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Racconto scritto il 02/07/2014 - 10:33
Da Michele Fiorenza
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