Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l'argomento è:

..fanne la descrizione fisica, e non solo

Le istruzioni sono:

Immagina di incontrare, all’improvviso, una persona o ritrovarti in un luogo che non ti aspettavi...


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Per partecipare basta registrarsi gratuitamente ed accedere alla propria area privata dove si trova la pagina per la pubblicazione della scrittura creativa.
Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



RICERCA

     
 
UN SEGRETO

Le istruzioni sono:

Un segreto mai rivelato lega alcuni personaggi tra loro. Scrivete un racconto incentrato su un mistero che dovrà essere svelato solo nel finale.


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Carlotta e Camomilla

sono le 07:00
mi alzo
..eppure erano lì, dove sono?
insomma le mie ciabattine....
chi le ha visteeeeee? le ha prese qualcuno?
rispondete, per favore!!!!....
no, davvero, non posso crederci...come possono essere sparite. Non cammino mai a piedi nudi e sono certa, ieri sera erano qui, accanto al letto.
Non ho animali in casa che possano averle prese per gioco...mia figlia, ha le sue...a mio marito non entrerebbe neppure l'alluce...
sono piccole, morbide e soffici...adatte a coccolare i piedi dopo una giornata di tacchi alti...
stanno sempre lì, in religioso silenzio, pronte ad accogliere i miei piedi freddi ed indolenziti.
fanno il loro dovere, accompagnano i miei movimenti con grazia e devozione...
mai una protesta, mai un movimento sbagliato che possa nuocere al mio cammino.
sono quasi riconoscente ed ora, che non le trovo, scopro anche di sentirne la mancanza.
penso a movimenti inconsci che potrei aver fatto senza ragione, pensando ad altro
e allora, guardo nell'armadio,... (continua)

laisa azzurra 29/08/2016 - 15:42
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Il male dentro

Come medico condotto entravo in tutte le case di Collelieto e conoscevo tutti. Mi erano note, naturalmente, le loro condizioni di salute ma non solo giacché ai più piaceva mettermi al corrente dei problemi, dei progetti, delle situazioni belle o brutte che si trovavano a vivere. Mi fermavo volentieri a scambiare quattro chiacchiere e mi interessavo sinceramente alle loro cose; quando potevo, davo anche una mano.
La famiglia Toselli abitava quasi in campagna; la loro casa era l'ultima del paese e si poteva considerare una fattoria per il numero e le specie di animali che vi si allevavano e per le attività produttive che vi si svolgevano finalizzate al mantenimento della famiglia e alla vendita. Quando sono arrivato in paese, cioè nel 1952, i Toselli erano sei : Saverio con la moglie Clara, il figlio Silvio sposato con Gilda dalla quale aveva avuto due figli, Matilde e Filippo, rispettivamente ,all'epoca, di otto e cinque anni.
Ad aiutarli , durante il giorno, sei o sette operai a... (continua)

Aurelia Strada 11/08/2016 - 17:00
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L'AMORE DI ERNESTO

L’ AMORE DI ERNESTO
Tracce di vita percorrono il mio corpo
Il cuor ha ripreso il battito, è risorto
Da quando hai sbattuto la porta e sei andata
Mi fu fatale quella contentezza con risata.
Fu quella maledizione che mi lanciasti
Devi morir da solo mi dicesti
Nell’ingoiar quel boccone sono svenuto
Fortunato me, dopo un po’ mi son riavuto.
Non so quanto tempo a terra sia rimasto
Se pochi secondi o qualche minuto in arresto
Appena mi son ripreso subito a te ho pensato
un mio anatema di star male ti ho inviato.
Ti trovo all’ospedale con l’ossigeno alla bocca
Ti dissi:_ Il maleficio non si sa mai a chi tocca
Guardandomi negli occhi, mi hai fulminato
A te non ti hanno voluto neppure nel creato.
Pensar ch’è per quarant’anni ti ho governato
Ti sei levata l’ossigeno dicendomi:- disgraziato
A quel punto ho capito che non era mal di morte
Era stato solamente un fatto, non la benevola sorte.
Ho ripreso i miei piedi, via sono andato dai guai
... (continua)

GIANCARLO POETA DELL'AMORE 21/08/2016 - 13:44
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La lettera

Il citofono suona, è Margherita

-Margherita, sali-
-No Carla , ho fretta, lascio una cosa nella buca delle lettere, scendi a prenderla subito-

“Margherita, spiego tutto a te perché solo tu puoi capire. Ci ho pensato tanto e solo questo posso fare, l’ultima cosa che posso fare per aiutare i nostri figli. Non ne posso più di vederli così delusi e sofferenti e non poter fare nulla per aiutarli. Non ho conoscenze, non abbiamo conoscenze, quelle poche che avevo le ho tastate e Dio solo sa quanto per me sia stato difficile chiedere, e non ho sortito nessuno straccio di risultato, nessuno. Disoccupati, punto e basta. Sono quattro anni che Mara e Luca si sono laureati,o meglio hanno finito di procrastinare gli studi…laurea di primo, di secondo livello, master uno e master due…, ma, dico io, dovevano proprio innamorarsi frequentando la stessa università?se avessero trovato altri compagni almeno…e invece hanno sommato le loro frustrazioni (lo so sembra che io stia ragionando da cinica,... (continua)


SILVIA OVIS 10/08/2016 - 17:49
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LA SCELTA

Era una notte di tempesta, senza luna. Lo studio era rischiarato appena dalle candele. Alla fioca luce dei lumi, il volto del medico appariva ancora più grigio e tetro.
«Mi duole informarvi, che una delle bambine non ce la farà.» Gli disse. Un sospiro di sconforto gli sfuggì dalle labbra, sua moglie aveva appena partorito.
«Ne siete sicuro?»
«Non arriverà all'alba.»
«Mia moglie lo sa?» Il medico scosse la testa, mesto.
«È molto debole. A malapena è consapevole di aver dato alla luce una bambina.»
«Capisco.»
Congedò velocemente il medico. Ordinò la carrozza. Non ebbe un attimo d'esitazione, ed uscì nella notte.

Si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata di sudore. Erano 37 anni, che quell'incubo lo tormentava. Suonò per chiamare il suo cameriere personale. Tanto valeva prepararsi ed affrontare la giornata, sin da subito. Era vecchio e stanco, e come se non bastasse, suo genero gli aveva affidato la nipote, per la stagione. Serrò i pugni per la rabbia.

Era nel suo studi... (continua)


Marirosa Tomaselli 26/08/2016 - 19:09
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Le ricchezze di zio Giuseppe

In alto verso lo sfondo azzurino delle montagne sotto il cielo fresco ,di una profonda solitudine dei boschi ,si intravede un piccolo villaggio del centro Sardegna ,seminascosta dalla vegetazione con le sue strade tuortuose che solo con i cavalli e con i carri trainato dai buoi poteva essere praticata .
Calava la sera ,una di quelle assai pesante ,ecco che con passo lento ,si incamminava un vecchio ,che il tempo aveva tanto logorato sia l'animo che il corpo del povero uomo ,non fattevi ingannare dal corpo ,per la sua età la dice lunga. Il suo nome era zio giuseppe,la vita la reso molto determinato e anche molto ostinato ,e orgoglioso aveva dato tutta la sua vita per il bene della sua famiglia .
La famiglia carru era la più ricca del villaggio ,avevano tanti terreni , e ogni anno con le varie coltivazioni ,il vecchio riscuoteva tanti soldi , zio Giuseppe era ultimo di due fratelli, il più grande era Giovanni carru , un uomo sulla settantina alto e rubusto ,colorito olivastro a differ... (continua)

Marzia Serra 17/08/2016 - 21:54
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Maturità

Prima li contavo, adesso li contemplo. Era uno, poi due, poi quattro. Ora è una voglia. Bianchi, candidi, di saggezza. Sono una donna d’altri tempi, fiera di esserlo.
L’altra sera ho conosciuto due persone fantastiche, lei e lei. Lei solare, allegra, gioviale, innamorata. Lei pacata, matura, temperata, innamorata. Le ho invitate a cena. Mi piace cucinare per la gente che mi piace. Ho sempre desiderato la casa piena di bella gente, un grande tavolo di legno pesante, i piatti spaiati, tanti. L’allegria. I figli, le compagne, le amiche. I fiori di campo, gialli, rossi, viola. Il profumo di soffritto e il calice pieno.
Le Fate ignoranti.
Mi perdo nei miei pensieri.
Egocentrica, egoista, narcisista, capricciosa.
Matta da legare.
Non sono pronta a rinunciare a nulla. Voglio tutto e subito. Anche prima.
Snocciolo amarene, sette chili, cinque ore. Le dita scure. Che bel colore, rosso carminio. Sangue dolce.
Le mie morbide carni si fondono con le tue voglie.
Ne sento il sapore, di ni... (continua)

jlenia cantavenera 02/09/2016 - 12:16
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Paint

Spesso mi domando se sia appena più bello vivere in un sogno e familiarizzare poco con la realtà, al posto d'illudersi deliberatamente del fatto che la verità velata elegantemente dall'incanto d'ogni alba possa realmente concernere l'immensità della fantasia. Sono consueta domandarmelo in clima tranquillo, lietamente sereno. Il momento ottimale per pensare è quello; il resto è un di più dalle vesti masochiste. La Beshaba non sarebbe certamente triste d'incastraci in un guazzabuglio dalle uscite sbarrate, ogni qualvolta s'annoiasse. Farebbe un po' le cose a casaccio: fan tutti così, d'altro canto.
Chi di sé non ha due lati? Barricati dalle esitazioni, tuttavia un'antinomia vivente.
Da una parte c'è quel fatale senso d'aspirazione a gioia e libertà: una fantomatica voglia di fare ed essere tale da destarci ad un soliloquio di pura fantasia, ad una spirale che drizza nientemeno che all'imprevedibile. Si loda qualsiasi cosa, ci si lascia affatturare dall'indigenza d'un fulgido sole co... (continua)

Grazia Difonzo 08/09/2016 - 23:54
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Questione di Minuti

Quando Miriam perse l’aereo, si infuriò con Elisabetta….era colpa sua, sempre in ritardo, perennemente incollata al tablet fino a perdersi per minuti, ore…giorni
Ed ora? Il prossimo volo per Milano era stato soppresso per intemperie. Che avrebbe fatto?
Elisabetta si era ammutolita, si sentiva in colpa, ma Miriam aveva esagerato….in fondo, aveva tardato solo 15 minuti e del traffico che avevano trovato sulla Roma - Fiumicino non aveva nessuna responsabilità.
Miriam si mise a cercare un treno che potesse rimediare all’inconveniente e trovò che se fossero riuscite a raggiungere Termini in ¾ d’ora, alle 18:00 sarebbero arrivate a Milano. La conferenza sarebbe cominciata alle 20:00, avrebbero avuto il tempo necessario per raggiungere l’albergo e prepararsi.
Elisabetta si convinse che era l’unica soluzione. A Roma sarebbero rientrate comunque con l’aereo ed avrebbero ripreso la macchina senza problemi. Presero il treno da Fiumicino e raggiunsero Termini in tempo per il frecciarossa. Con... (continua)

laisa azzurra 30/08/2016 - 14:13
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