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UN NARRATORE INATTENDIBILE

Le istruzioni sono:

Scrivete una storia in cui il narratore è inattendibile (può essere un folle, un bambino appena nato, un animale che racconta delle sue tribolazioni per vivere, un adolescente che critica i genitori, una persona morta in un incidente che spiega le cause e via dicendo). Scatenate la vostra fantasia.


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Nome e Cognome: Sebastano Isogni

Per il mese di MARZO il tema è il seguente: UN NARRATORE INATTENDIBILE: Scrivete una storia in cui il narratore è inattendibile (può essere un folle, un bambino appena nato, un animale che racconta delle sue tribolazioni per vivere, un adolescente che critica i genitori, una persona morta in un incidente che spiega le cause... e via dicendo). Scatenate la vostra fantasia.
Nome Cognome: Sebastano Isogni
Non ci volevo credere. Mia sorella Speranza Sogni mi aveva detto che ero io, proprio io, Sebastano Isogni il vincitore del concorso.
Intanto vi spiego che, nonostante Speranza ed io abbiamo un cognome diverso, siamo veramente fratello e sorella. Il fatto è che quando mia madre è andata a registrarmi all'anagrafe ha trovato un impiegato , probabilmente un ragazzo assunto a tempo determinato, con la testa tra le nuvole, che dopo aver scritto il nome ed accortosi di aver dimenticato una “i” , non volendo fare correzioni sul registro delle nascite, il che è comprensibile essendo in prova, ha pensato bene di metterla da qualche parte e così l’ha messa proprio davanti al cognome ed ecco che Sebastiano Sogni è diventato Sebastano Isogni.
Dopo tutto ha solamente spostato una “i”. Io son contento così, mi piace Sebastano Isogni.
Tornando al concorso, aveva ragione ancora una volta mia sorella. E’ arrivata una raccomandata, chiusa con ceralacca rossa, intestata a me, e non ci sono dubbi che fossi proprio io, indirizzo giusto, anche se io al momento sono altrove residente, ed anche nome e cognome erano esatti, non ci sono altri che a Sospirolo in provincia di Belluno, portino il mio stesso nome e cognome.
La lettera diceva che dovevo presentarmi, a digiuno, all'alba presso il Centro Spaziale più vicino alla mia residenza. Avrei avuto l’onore di essere il primo uomo che avrebbe potuto andare di là e poi, dopo un paio d’ore tornare di qua. Ad essere sincero rimasi un cicinino perplesso, mi consultai con mia sorella Speranza che mi spinse ad accettare, nonostante le mia titubanza. Avevo una fifa blu, ad andar di là ci vuole poco ma…. ritornare di qua ?
Chi me lo avrebbe assicurato ?
Speranza mi disse che se fosse anche andata male non avrei sofferto e che dopo tutto non avrei avuto molto da perdere, se fosse andata bene invece sarei diventato famoso in tutto il mondo e poi mi disse di confidare “la speranza è l’ultima a morire”.
Ora non sto a raccontarvi la notte insonne, tutti i preparativi, dal barbiere, l’abito più bello, se andavo di là volevo andarci in ordine, il saluto a Speranza, e poi all’arrivo al centro. l’accoglienza ed anche qui tutta la trafila per preparare il vincitore del concorso, che ero io, al viaggio, loro lo chiamavano così.
Eccomi steso su una poltrona da dentista, attorniato da un sacco di scienziati, in una sala con decine di televisori, cineprese, una luce fortissima……Un ago in vena e….. Pronti ! VVVia !
Mamma mia che paura, una strada stretta, con muri ai due lati, grigia, una discesa mozzafiato e poi una salita faticosissima, ma la strada si allargava sempre più e ad un certo punto mi son trovato comodo comodo sopra una nuvola. C’era una vista spettacolare e nonostante fossi tanto distante dalla terra vedevo benissimo ogni cosa, bastava poi che pensassi a qualcuno o a qualcosa e subito eccola ai miei piedi. Per prima cosa volli vedere Speranza, stava bene, anche lei ben vestita passeggiava su e giù nel parco fuori dal Centro Spaziale, fumava, fumava ? e stava pensando …. ma cosa ho fatto, e se non torna ? …. Questo fatto che potevo anche sapere quello che Speranza pensava mi ha lasciato di sale. Poi vidi la mia Sospirolo. I miei concittadini che andavano al lavoro, eh già saranno state circa le 8.00, la mia casetta, eccola ! ci sono tegole rotte sul tetto, quando ritorno di là, che poi è di qua, devo provvedere a sistemarle. Poi ho pensato di cercare i miei genitori che erano già di là da quasi dieci anni ma mi hanno detto che erano su un’altra nuvola e stavano giocando a carte “rubamazzetto”. Pensa te ! anche di qui ! Gli addetti alla ricerca mi dissero anche che c’era una perturbazione e che gli spostamenti da una nuvola all’altra erano sconsigliati dal servizio MeTeOaltro e che pertanto il Colombo, che portava i messaggi, non poteva volare.
” Si si” dissi io, “ ma qui siamo in Paradiso o…“? Non mi fu risposto.
Cercai San Pietro, ma era occupato; stava bevendosi un caffè della pregiata Vero Lezzi serie Auro. Allora provai a chiedere di Lucifero, occupato pure lui; stava rilasciando un’intervista esclusiva a Lucio Del Bono, un famoso giornalista che poi l’avrebbe pubblicata sul sito Oggiscrivo.
Guarda, guarda Li n quanti sono, sdraiati sui Lettini. Ma cosa fanno? Stanno aspettando di essere smistati. O scendono giu in una nuvola temporalesca con tuoni e fulmini o salgono su sui Ciraoli.
Mi sono reso conto che qui non sanno come ammazzare il tempo, ne hanno davvero davanti un Mucc(h)io.
Decisi allora di dare uno sguardo panoramico un poco più giù e vedere come gli uomini stavano vivendo quella giornata.
Forse avrei fatto meglio a chiedere qualcosa d’altro. Scoppi, spari, esplosioni. Carovane di vecchi, donne bambini che fuggivano dalle guerre. Si perché ce ne erano in ogni parte. Ma anche dove non c’erano guerre ho visto cose orribili, bambini sfruttati ed usati, donne stuprate, rifiuti tossici interrati vicino alle case, ma ciò che ancor più mi ha sconvolto è aver potuto leggere nella mente di tanti uomini e donne che vivono per il potere, per il danaro e per ottenerli sono disposti a tutto. Hanno dimenticato di avere un cuore ed un’anima.
Purtroppo tutte situazioni che conoscevo già anche quando ero di là. Non era proprio necessario questo viaggio, bastava leggere il giornale o accendere la tv. Avrei voluto togliermi l’ago, ma non potevo.
Per fortuna ho visto anche uomini e donne che lavorano, faticano, si aiutano a vicenda con tanta passione e tanti sacrifici, ma non erano molti. Ho visto alcuni che stavano leggendo, altri scrivendo e pensavano…. chissà se il mio racconto piacerà.
Ho riguardato il campanile del mio paese con l’orologio che segnava dieci a mezzogiorno. Olè ! Meno male che sta finendo, mancano solo dieci minuti al rientro.
Non vedo l’ora di tornare, non so quanto tempo mi resterà ancora prima di ritornare quassù ma ho ancora tante cose da fare: curare le mie piantine di erbe aromatiche, leggere il giornale alla Mariolina, che non ci vede bene, e poi Domenica viene a trovarmi l’Adalgisa ed ogni volta mi porta una sua poesia. E poi, poi c’è la mia Speranza, non vedo l’ora di riabbracciarla.
Attualmente la mia residenza è “Villa Serena” dove ad esser sinceri la vita tanto serena non è, ma che ci volete fare, anche se dicono che i manicomi sono stati chiusi, qualcosa si sono pur dovuti inventare per parcheggiare personaggi come me. A volte mi domando e dico una cosa che diceva sempre mio padre “Ma siamo poi così sicuri che i matti siano quelli dentro e non, macari (per dirla alla Camilleri) quelli che stanno fuori ? Mah !?”



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Scrittura creativa scritta il 13/03/2015 - 16:07
Da Roberto Colombo
Letta n.1278 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Originale e fantasioso!! Simpatico anche come hai inserito altri autori nel tuo racconto! Buona giornata,

Chiara B. 16/03/2015 - 14:57

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Delizioso racconto, mi è piaciuto molto!
Ciao Elisa

elisa longhi 13/03/2015 - 21:46

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Bravissimo caro Roberto ai tirato fuori una fantasia eccezionale, ti proporrò come ufficiale scientifico sulla mia navicella spaziale ora che Spock non c'è
più!
Sei bravissimo e scrivi oltretutto con una profonda vena di buoni sentimenti e giustizia sociale!!!!!!!

Giancarlo Gravili 13/03/2015 - 21:07

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