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INCIPIT PER UN RACCONTO BREVE

Le istruzioni sono:

Da questo incipit scrivi un racconto BREVE:
"In un tardo pomeriggio di mezzo settembre, il giovane architetto Luca Sebastiani stava fermo davanti all'ingresso di un cinematografo, incerto se entrare o no."


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

L'Architetto Che Aveva Cuore

A Tavernola Bergamasca, piccolo centro situato sulla sponda occidentale del Lago d'Iseo in provincia di Bergamo, il 16 settembre di ogni anno è ricorrenza cittadina raccontare la storia di Luca Sebastiani, giovane architetto ricordato da tutti come “L’Artista dal Nobile Cuore”.
Il comune di Tavernola ha di fronte a sé un magnifico paesaggio: il lago, accompagnato dalle sue innumerevoli tinte e sfumature in continuo movimento, regala ininterrottamente mutazioni di colori in scala cromatica, un arcobaleno di luci festose, una giostra di riflessi ed ombre che disegnano su tela l’incantevole scenario di una orgogliosa natura.
Urbanisticamente selvaggio, grazie alla sua posizione che dal lago si arrampica verticosamente sulle colline prima, e sulle montagne subito dopo, ha permesso nel tempo una salvaguardia naturale del luogo.
Durante l’inverno, è pittoresco il Monte Guglielmo che, indossando il suo suo cappello di neve, si rende, agli occhi dei suoi spettatori, tanto affascinante quanto buffo al tempo stesso. La sera, invece, quasi fosse un rituale ringraziamento, diventa lo specchio di ogni rosso tramonto riflettendone luci e colori sulla circostante dormiente pianura.
Luca è nato e cresciuto in questo piccolo paese, una cartolina fuori dal tempo, dove il valore della parola umanità trova ancora il suo collocamento esaltandone il suo più intimo significato.
Luca è sempre stato stregato dalla magia del lago e delle montagne, dalle divertite trasformazioni degli scenari della natura, dai cambiamenti improvvisi dei colori dell’acqua e del cielo, affascinato dalle musiche orchestrate dal vento mentre libero corre attraverso le vallate e dagli imprevedibili mulinelli d’acqua che, a ritmo sincronizzato, sembrano danzare il valzer di Strauss.
Qui ha origine la passione fantasiosa ed artistica di Luca. E’ da qui che è cresciuta e si è nutrita di ogni suo stupore e meraviglia, idea ed illuminazione. Si è evoluta nel quotidiano ed ha maturato in Luca un elevato pensiero di straordinaria sensibilità. Il suo è un intenso lavoro creativo dell’immaginazione, un disegnare con la mente il nuovo alla continua scoperta di varietà e differenze nelle leggi della ragione sino a battezzare nuove filosofie, correnti e percorsi artistici.
Il destino di Luca era già segnato. Altro non poteva se non intraprendere gli studi d’arte, frequentando infine al Politecnico di Milano, l’Università di architettura e disegno.
Parallelamente ai corsi, Luca collaborava con uno Studio d’archittettura ed urbanistica altamente qualificato, sua personale iniziativa per migliorarsi e sviluppare le sue innate doti artistiche. Il tirocinante godeva della stima dei suoi colleghi ed era già molto apprezzato per la sua incredibile capacità creativa; operava nuove ed originali forme di alta espressione estetica al passo con il progresso tecnologico e nel rispetto degli insegnamenti trasmessi dalle opere del passato.
Sebastiani sarebbe sicuramente diventato un architetto di fama internazionale ed avrebbe ricevuto ambìti riconoscimenti, passando alla storia come una delle menti più creative dei tempi moderni.
Ormai prossimo alla laurea, Luca dovette affrontare l’orrore di una verità triste e scomoda: i suoi sogni si frantumarono come cristalli di fronte alla dipartita dei suoi genitori, vittime innocenti di un incedente stradale durante il loro rientro a Tavernola Bergamasca. Erano stati in visita dal figlio a Milano, e quel maledetto 29 agosto del 2000 vennero travolti dalla furia di un camion che invase la corsia autostradale opposta a quella di marcia, proprio nello stesso istante in cui i coniugi Sebastiani stavano sopraggiungendo. Lo scontro frontale fu inevitabile ed i genitori di Luca persero la vita nel violento impatto. Solo il giovane fratellino Michael, sei anni appena, venne risparmiato.
Fu un lungo penare, le operazioni chirurgiche si susseguirono l’una dopo l’altra, e finalmente 7 mesi dopo, il bimbo si rimpadronì della sua vita. L’angoscia di Luca era arrivata a destinazione, il suo respiro si riscoprì leggero, meravigliosa sensazione dimenticata da così tanto tempo da non averne quasi più memoria.
A Tavernola la notizia corse lungo le strade andando su e giù per le viuzze del centro. Bussò ad ogni porta, volò dentro ogni casa intrufolandosi attraverso le finestre, radunò in piazza sorrisi e gioia di ogni gente. Il paese organizzò una meravigliosa festa cittadina per accogliere il ritorno di Michael e tutti si strinsero amorevolmente intorno ai fratelli rimasti orfani troppo presto, anche loro vittime innocenti di un crudele destino.
Non mancarono le difficoltà, ma queste non fermarono Luca che non si piegò alla disperazione e superò fiero ogni ostacolo terminando con orgoglio l’Università. Conquistò la laurea in memoria dei suoi genitori che, andandosene, gli affidarono anche la vita del piccolo Michael.
Era per Luca tempo di decidere del suo futuro. A malincuore lasciò la sua terra, il paese dal lago incantato, scrigno dei suoi tanti ricordi e sogni lontani, guardiano fedele del suo più gioioso passato. Così, stringendo simbolicamente l’intera cittadina, prese il fratellino per mano e si trasferì a Milano.
Non ci è dato sapere se la forza ed il coraggio di Luca fossero incentrati nella figura di Michael o se fossero il frutto d’insegnamenti ricevuti, oppure il risultato dell’amore goduto un tempo, regalo Divino donato costantemente dai suoi genitori. Di sicuro Luca rispettava la vita e la custodiva da sempre nel suo cuore come la più preziosa delle gemme, così come i coniugi Sebastiani adoperarono tutta la loro saggezza nel trasmettere serenità e stabilità ai propri figli, prospettando loro la luce anche lungo il più buio dei sentieri.
Quando i fratelli Sebastiani partirono da Tavernola, l’affetto di tutto il paese li abbracciò delicatamente ricordando loro di mantenere vivo ogni contatto, di osare nel chiedere aiuto e conforto quando mai ce ne fosse stato bisogno, di affrontare l’avvenire con la coscienza di chi ha in tasca l’amicizia di una cittadina intera, che da lì in poi, avrebbe atteso con gioia ogni loro ritorno.
Questo è uno degli aspetti cordiali e tipici dei piccoli centri, lì dove si è ancora tutti una grande famiglia, dove se hai bisogno di aiuto o di conforto c’è chi è pronto a tenderti la mano, a prepararti una tisana, ad accoglierti nel calore del proprio focolaio. Lì, dove umanità e solidarietà sconfiggono ancora l’indifferenza, alienazione moderna delle grandi città. Le città, prigioni di cemento, dove solo nel momento del bisogno realizzi che stai per bussare alla porta del tuo storico vicino, ma del quale non conosci nemmeno il nome....
Sono trascorsi altri due anni. La professionalità di Luca è cresciuta e maturata molto velocemente; giovane brillante architetto ormai prossimo a raggiungere l’apice del successo quale meritato traguardo per impegno, umiltà e creatività.
Come promesso, Luca non dimenticò il suo paese natio, e grazie all’attuale tecnologia riuscì a mantenere stretti contatti con le persone e gli amici a lui più cari. Con la dovuta tenacia raffigurò al meglio il difficile ruolo del padre-fratello, incarnando e vestendo i panni di mille personaggi.
Michael ha ora otto anni ed è bisognoso di affetto, di attenzioni, di amore, di protezione; è un bimbo in cerca di continue sicurezze: le necessita nel quotidiano per potersi fidare ancora, per crescere sereno e sicuro di sè e per non essere, costretto mai, a smettere di sognare. I sogni ci rendono liberi e leggeri, sono il brodo per l’anima che alimenta ogni nostra speranza.
Finisce un’altra estate e riaprono le scuole. Come ad ogni inizio e fine anno, gli allievi vengono coinvolti da maestre ed insegnanti in manifestazioni sportive e recite di apertura e chiusura corso. Micheal che da una settimana ha iniziato le lezioni, non fa che parlare e raccontare del ruolo che dovrà interpretare nella rappresentazione teatrale organizzata dalla scuola per salutare l’inizio del nuovo anno. E’ eccitatissimo, orgoglioso e fiero per essere stato scelto quale protagonista di un ruolo così importante. In casa Sebastiani, si vive l’atmosfera della festa, si gioisce e si fantastica su questo evento ormai alle porte: solo sei giorni mancano al 16 settembre 2002.
La scuola di Michael è situata nelle prossimità di un vecchio cinematografo ormai dismesso ed utilizzato dal comune per rappresentazioni canore, musicali, scolastiche, dibattiti e quant’altro sia a beneficio dei cittadini residenti. Ed è proprio lì che avrà luogo la recita del piccolo Sebastiani.
Luca, diviso tra lavoro e famiglia, si propone e partecipa a concorsi, si aggiorna, si offre volontario come assistente per la realizzazione di progetti comunali nell’interesse della collettività, non lasciando mai nulla d’intentato.
Nel contempo, la città affida la progettazione e costruzione di un grande centro commerciale ad uno degli architetti più in voga del momento, Jonathan Miller. Conosciuto a livello internazionale per la realizzazione di strutture eccelse e di buon gusto, condite da sempre di spiccata originalità che premia le sue opere come uniche al mondo. Lo Studio ha sede a Londra, ma per ragioni logistiche apre una succursale a Milano. Indìce una gara privata ed invita ogni architetto a concorrervi; il fortunato selezionato farà poi parte di questo esclusivo “team”. Per partecipare occorre presentare un’idea inedita per l’attuazione di una torretta da edificare nelle prossimità del centro stesso. Luca partecipa.
Dopo svariate scremature, solo tre architetti restano in corsa, e tra questi c’è Sebastiani. La sua gioia è senza confini e tutta Tavernola tifa per lui. Invitati presso la sede staccata di Milano, i tre finalisti dovranno discutere non solo della tecnica e struttura del loro progetto, ma anche motivarne l’ispirazione e l’originalità della loro creazione. Questa è l’ultima prova richiesta dalla Direzione prima che si pronunci comunicando in via definitiva il nome del vincitore. L’incontro è fissato per il giorno 16 settembre.
Una volta appresa la data prescelta, Luca ed i suoi concittadini si chiesero il perchè di tanta miseria. Quale motivazione poteva giustificare l’accanimento di un tale bizzarro destino?
Trascorsero i giorni e Luca fu assalito da terrificanti dubbi ed indecisioni.
In coscienza sapeva che lo Studio Miller avrebbe potuto risultare la sua carta vincente, la sua svolta professionale definitiva, la garanzia di un futuro migliore per sè e per Michael. Ma sapeva anche che non presenziando alla recita del fratellino si sarebbero scatenate reazioni a catena capaci di ferire nel profondo e per lungo tempo, forse anche troppo! Michael ne sarebbe uscito sconfitto, mortificato, deluso. Luca è tutta la sua famiglia, è il padre, la madre ed il fratello. Come poter spiegare ad un bimbo di otto anni che la sua delusione ha meno valore del futuro professionale del fratello? Come poter ottimizzare entrambe le soluzioni senza infierire sull’una o perdere l’altra?
Oggi 16 settembre 2002 Luca si ritrova di fronte a quel vecchio cinematografo ormai avvolto da un fascino spento e stantio. Un cinematografo che trovò il suo splendore in altra epoca e che oggi ha il potere di riportare Luca indietro nel tempo. I pensieri ripercorrono i passi del suo cammino, la polvere del suo passato ritorna regalandogli bolle di lontani ricordi. All’orizzonte scorge il volto sorridente dei suoi genitori, rivede la luce dell’anima dentro i loro occhi, ritrova la fiducia nel loro sguardo, e, mordicchiandosi le labbra, assapora nuovamente tutto l’amore ricevuto e capisce.
Volgendo la sua visuale al cielo, scorge morbide nubi bianche che veloci si rincorrono sotto lo sguardo attento del sole, e sorride.
Rivive i suoi sogni di bambino e rammenta di quando si riprometteva di essere un giorno l’architetto delle nuvole progettando case, parchi e soffici aree giochi, dove tutti i figli tristi del mondo avrebbero potuto rifugiarsi per abbandonarsi serenamente al proprio immaginario.
E’ora! Deciso muove i suoi passi verso l’ingresso di quel vecchio cinematografo, là, dove oltre i rossi tendaggi del palcoscenico, cerca.
In corsa, verso la scoperta del sorriso di un bambino e del suo sguardo fiero. Sebastiani non si pentirà di questa scelta. Nulla potrà appagare mai la felicità ritrovata negli occhi trasudanti gioia del suo piccolo fratellino, occhi ormai impressi nella mente di Luca quale indelebile tatuaggio di un ricordo destinato a rimanere eterno.
Questa è la storia del giovane Luca Sebastiani, ricordato nel suo paesino sul lago d’Iseo come “l’Architetto Che Aveva Cuore!”



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Scrittura creativa scritta il 23/08/2011 - 18:42
Da Anna Valle
Letta n.1590 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Ho letto tutto d'un fiato.... con la pelle d'oca fino alla fine del racconto..... bello, scorrevole, entusiasmante nei dettagli e nei sentimenti.... complimenti per alcuni passaggi come....I sogni ci rendono liberi e leggeri, sono il brodo per l’anima che alimenta ogni nostra speranza...... che ti lasciano il segno nel cuore!!!!!

Roberta 31/08/2011 - 16:50

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