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SCRIVERE UNA STORIA SENTIMENTALE

Le istruzioni sono:

"Una storia sentimentale": Durante le vacanze estive un uomo sui cinquantanni ha una breve storia d’amore con una donna molto bella e più giovane. Terminate le vacanze decidono di non sentirsi e non si scambiano nemmeno indirizzi o numeri di telefono. Ognuno torna alla propria vita. Ma poi… succede qualcosa o vivono con questo ricordo? Continua la storia......


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Una storia sentimentale - SCRITTURA CREATIVA

...nei giorni che seguirono l'inizio del meeting pranzammo e lavorammo quasi sempre assieme, ma sebbene trascorressimo notti di fuoco nello stesso letto rigorosamente ad una piazza, con disagi annessi e connessi, in realtà non fui mai in grado di comprendere perché una ragazza consideratamente per bene, senza una valida ragione decidesse di mandare in malora la carriera e il suo buon nome, per smarrirsi dietro un'attrazione folle e irragionevole per uno sconosciuto molto più vecchio di lei.
Allora avevo 25 anni, ed ero una secchiona naturale con nessuna esperienza sentimentale alle spalle, lui fu il primo e accidenti a me, anche l'ultimo uomo che mi fece letteralmente perdere la testa. Figuratevi che se soltanto mi sfiorava una mano...riuscivo a sentire violini suonare!
Pazzesco vero?
Ebbene oggi di lui rammento assai poco, però di tanto in tanto ho flashback del suo corpo slanciato e asciutto (da tener presente dell'allora mia assoluta, enorme inesperienza in fatto di uomini).
La sua bocca era carnosa, ben fatta. Aveva una bella fronte, alta e pallida e i suoi capelli, già brizzolati sulle tempie, erano un richiamo seducente, ma ciò che seppe conquistare irresistibilmente la mia immaginazione di giovane ragazza improvvisamente impazzita, furono i suoi occhi, di un verde intenso e luminoso e quel suo sensuale modo di osservarmi, mentre mi sussurrava impensabili verità.
Soltanto l'agenda dei lavori mi ricordava che i giorni passavano.
Quelle mattine, quando scendevo nel ristorante per la colazione, sfinita da nottate insonni, lui sedeva al mio fianco sempre con grande teatralità e la presuntuosità del grande intenditore.
Ma poi, improvvisamente qualcosa cambiò e al mattino lui riusciva sempre a raffreddare in un attimo la mia fiaba notturna.
A volte erano frasi dette con distacco a ferirmi:
- Sai, questo posto fa schifo, ma d'altra parte tutti gli alberghi fanno schifo. Magari fa schifo anche il letto della tua stanza e noi non ce ne accorgiamo
Una mattina, durante la colazione, gli chiesi se gli piacesse il mare.
La sua risposta seguì uno sguardo intenso ed un accenno con il capo
- Se ti fa piacere possiamo uscire questa sera a vedere il mare - propose
- Solo se farà tempesta - dissi con grande naturalezza
La cosa dovette sorprenderlo e forse stava per chiedermene una spiegazione, ma lo battei sul tempo
- Non lo trovi romantico?
- No! - rispose distrattamente - Io non trovo nulla di romantico in tutto quello che ci sta accadendo, ma debbo ammettere che la tua inesperienza è assolutamente eccitante.
Quello che mi punse nell’orgoglio fu la mancanza di sensibilità nei riguardi di quello che stavo provando.
Quando pronunciò quelle parole teneva la testa bassa e si divertiva a far scorrere un dito sull'orlo del bicchiere facendolo risuonare come un violino.
- Non sono d'accordo, quello che sta accadendomi non è soltanto eccitante... - dissi reagendo male alla sua infelice frase
Improvvisamente lui sollevò lo sguardo e fissandomi mormorò:
- Ah no? Allora dimmi in quale altra maniera definiresti tutta questa storia che ha come fine ultimo della corsa il letto della tua stanza?
Rimasi impassibile, ma provai l'improvvisa, volgare sensazione d'essere considerata una di quelle...Forse dovetti sorridergli al pensiero dei lunghi istanti in cui egli sapeva offrire al mio corpo meravigliose sensazioni e con un lungo giro di parole riuscii a nascondere la bruciante delusione.
Lui si alzò dalla tavola avviandosi all'uscita.
- Bene, bene! - disse - Vedo che anche tu hai le idee un po' confuse. Beh, andiamo a fare due passi prima che si riprenda con il lavoro...e speriamo che stanotte faccia tempesta.
Fu il colpo di grazia, soffrii terribilmente per quelle sue parole e fu quella la prima volta che mi domandai se sarei mai stata capace di tirarmi indietro.
La giornata si concluse nel peggiore dei modi, io nella mia stanza e lui nella sua.
Verso le dieci si alzò il vento e alle undici cominciarono a picchiettare sui vetri le prime raffiche di pioggia.
Scesi nella hall, ma non ero dello spirito migliore. Lo trovai sorridente ad aspettarmi.
- Credevo non saresti più scesa - disse - Cos'hai, sei nervosa?
- No! - sussurrai indossando l'impermeabile e inoltrandomi lungo il litorale. Per un po' camminammo in silenzio, fianco a fianco, poi lui provò a scambiare qualche frase, ma la pioggia, il vento e il rumore delle onde coprivano le domande alle quali non avrei saputo dare risposte e alla fine, dopo appena un quarto d'ora, decidemmo di rientrare in albergo.
Sulla porta della mia camera gli chiesi se avesse figli.
- No - rispose - li ho tutti uccisi con la mia incertezza ancor prima che potessero nascere
Poi, senza darmi il tempo di chiedergli cosa intendesse con quella frase enigmatica, mi lasciò dirigendosi lentamente verso la sua stanza.
La mattina dopo ero fermamente decisa a fargli le mie scuse, ma non mi riuscì sebbene avessi una voglia disperata di parlargli.
Lo incontrai nella sala del convegno e rimasi delusa di non trovarlo con lo sguardo implorante e colmo di quell'imbarazzo, che pensavo si dovesse provare davanti ad una persona alla quale si è fatto un grave torto.
Per la verità lui si mostrò subito molto vivace.
- Oggi pranziamo insieme o vuoi andare a vedere il tuo mare in tempesta? - mi chiese sorridendo.
- Decidi tu. - risposi contrariata - A me farebbe piacere restare con te, ma non posso costringerti a fare qualcosa di cui non senti il desiderio
Credevo che l'allusione fosse chiara, ma lui stravolse il senso delle mie parole, giacché rispose con un asciutto
- D'accordo, puoi andare ad osservare il tuo mare se vuoi, io ho cose meno frivole da fare
Per il resto della giornata ci si vide appena.
Quella notte la tempesta infuriò di nuovo, ma non scesi nella hall e non seppi mai se e quanto rimase ad aspettarmi, ed oggi, a distanza di tanti anni, ringrazio l'orgoglio che m'impedì di scoprirlo.
Il giorno successivo lui si mostrò con un volto stanco e un incipiente raffreddore.
- Presto sarà primavera - disse ad un certo punto rimestando nella coppa la frutta che ci avevano servita - Poi verrà l'estate, non vi saranno più tempeste e noi ci saremo dimenticati
Nel rientrare nella sala del convegno incontrammo uno dei relatori, una splendida signora di mezza età dai capelli rossi e trascurati, ma che le donavano un fascino particolare.
Dimenticandosi completamente di me, lui andò a sedersi con lei e per il resto della giornata non mi rivolse una sola parola.
A cena lo vidi seduto ad un tavolo lontano, tra la rossa signora ed altra gente allegra e ciarliera. Più tardi lo vidi uscire assieme al gruppo con cui aveva cenato, tra cui spiccava, languidamente appesa al suo braccio, la rossa e longilinea figura della relatrice.
Lo attesi insonne nella mia camera fino alle due del mattino, ma lui non rientrò o se tornò, non si preoccupò di farmelo sapere.
Quella notte presi la decisione di abbandonare il meeting e il mattino successivo, mentre restituivo la card della stanza, le Concierge m'informò della sua avvenuta partenza, consegnandomi, con discrezione, una sua lettera.
«Carissima, purtroppo i miei impegni non mi consentono di dedicarti altro tempo, ma tu sai dove e come trovarmi, ora decidi tu quale strada prendere. Ad ogni modo non vorrei far nascere in te illusioni, avrai capito che sono un uomo dal carattere difficile, quindi decidi tu. Per quel che può servire sappi che non mi sei indifferente, ma se deciderai di cercarmi vorrei che tu venissi da me senza passato. Le frasi che hai imparato, dimenticale, dimentica di aver frequentato quell'atroce stanza da letto. Vieni da me come fosse la prima volta, ma non dovrai dire mai che mi ami fino al giorno in cui non me lo dimostrerai.»
- Cristo! - esplosi furente - Possibile che gli uomini siamo tutti così imbecilli?
Non ebbi altri dubbi. Strappai la lettera e ripresi la mia strada, ma non impiegai molto tempo a darmi quella risposta…poiché presto compresi che se il 50% degli uomini sono più o meno come lui, l'altro 49%, se possibile, sono anche peggiori!



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Scrittura creativa scritta il 15/11/2015 - 05:43
Da m c
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