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Scrivi un racconto che inizi così:
D'accordo, ti racconterò la storia della mia vita, come tu desideri ....


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Una vita

D'accordo, ti racconterò la storia della mia vita, come tu desideri ....
Erano i giorni della merla, grossomodo, nel senso che un tremendo freddo di tramontana continuava a soffiare sulla neve, che aveva quasi sepolto quel lembo di terra sperduto… dell’Appenino centrale.
Mia madre aveva rotto le acque e la mia nascita si annunciava difficile. Era la sera del 19 gennaio quando mio padre raggiunse a piedi il paesello, distante circa quattro chilometri, in cerca del dottore.
Non aveva un’auto, ma non si vede a cosa gli potesse servire un’auto, giacché mancavano pure le strade carrabili.
Il medico condotto del paese, vestiva a tutti gli effetti e con orgoglio tale appellativo. Il dottore aveva sfoderato la sua fiat 1100, ma con questa si erano dovuti fermare sulla diramazione più vicina della Strada Statale, a circa due km, dalla cascina della mia famiglia.
Ed è qui che venne fuori il vero significato della missione del medico. Mio padre lo aveva “condotto” per un sentiero che attraversava un bosco di cerri, fino alla piccola valle tagliata da un torrente in piena.
Il passaggio sul torrente avvenne per mezzo di due grossi tronchi che fungevano da ponte, allestito da mio padre, che si mostrava molto sicuro e orgoglioso della sua opera; al contrario del medico “condotto” il quale si chiedeva per quale diavolo di ragione avesse studiato tanto per poi ritrovarsi a vagare pericolosamente, di notte, per quelle lande sperdute…
Superato il torrente, non senza qualche palpitazione del bravo dottore, la viuzza risaliva un leggero pendio rischiarato dalla luna. Qua e là si vedevano le grinze scure della terra, intercalate da cumuli di neve gelata e dura, che ormai reggeva anche il peso di una persona.
“Che panorama, e che atmosfera!” Pensò il dottore, sentendosi quasi gratificato e non più affaticato da quell'esperienza.
“Questa terra, così dura, eppure bella da togliere il fiato” Si disse, mentre la neve lucente contrastava con le ombre e il buio impenetrabile del bosco. Il volo felpato di un rapace notturno fendeva l’aria… come ad affermare il suo predominio su quella terra.
Poi in lontananza apparve la luce rossastra della lampada a olio che indicava la presenza della casupola.
Mia madre aveva le doglie, e il dottore si mise subito all’opera. Non fu un parto facile, ma l’esperienza era dalla sua parte. Estrasse letteralmente “i ferri” dalla sua borsa e quando fu il momento, agganciò la mia grossa testa con il giusto attrezzo… e venni alla luce.
Si magari, non è tutta la storia della mia vita, ma il resto viene da solo… con un poco d'immaginazione o giù di lì.
Questo spiega, almeno in parte, il mio amore per la montagna, e l’impulso a fuggire dai luoghi comuni che caratterizzano la cosiddetta modernità…



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Scrittura creativa scritta il 07/01/2017 - 10:24
Da Francesco Gentile
Letta n.1273 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Un doveroso ringraziamento e un caloroso abbraccio.. a tutti voi.

Francesco Gentile 17/02/2017 - 07:37

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Bello il tuo racconto, bello come il mondo che ti porti dentro e che sai rievocare in modo molto piacevole. Complimenti e 5 * Aurelia

Aurelia Strada 16/02/2017 - 16:41

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Racconto accorato e denso di significati. Giulio Soro

Giulio Soro 17/01/2017 - 20:10

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anche io sono nata sull'Appennino, il 31 dicembre...tra monti freddi che formano la tua anima..

daniela cesta 12/01/2017 - 21:52

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In mezzo alle montagne...in mezzo alla neve, tra le impervieta' nasce una nuova vita...la tua! Davvero emozionante! 5* e buona notte!

Ilaria Romiti 09/01/2017 - 22:47

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bel racconto, mi è piaciuto.
La ringrazio del commento alla mia poesia cambiare. Buona serata

Alberto Berrone 08/01/2017 - 16:44

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Molto bello...letto con grande piacere. Ciao

Anna Rossi 08/01/2017 - 06:41

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Emozionante la tua nascita e la montagna che avvolge la tua vita...un'atmosfera magica nel cuore della natura che tu ami tanto...che condivido e che amo come te!
Bellissimo racconto Francesco.
Buona serata tra le tue splendide montagne innevate.5*

margherita pisano 07/01/2017 - 21:36

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Bello leggerti.La tua vita è iniziata con difficoltà , ma l'amore per la montagna si legge sempre anche nei tuoi versi.Complimenti.

Teresa Peluso 07/01/2017 - 18:11

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nella sua estrema semplicità,
bellissimo....

laisa azzurra 07/01/2017 - 14:19

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Veramente bello come un sogno.

Giulia Bellucci 07/01/2017 - 14:08

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Sai che scrivi molto bene? Ma certo che lo sai!

Mimmi Due 07/01/2017 - 13:59

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Un racconto e... tanto passato... che ritorna nella tua e nella nostra mente.
Straordinario racconto, Francesco.
*****

Rocco Michele LETTINI 07/01/2017 - 13:29

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Questo racconto mi ha evocato di un passato andato, in cui le vecchie abitazioni erano povere casupole di pietra intonacata parzialmente soltanto all’interno con copertura in lose, composte generalmente da una cucina col camino e la stalla al piano terreno, una o più stanze (dove si dormiva in molti) col fienile al piano superiore e in qualche caso la cantina interrata, le finestre erano molto piccole. Non c’era l’elettricità e la luce era data da lampade a olio di noci, petrolio o dalle candele di cera, che si stava ben attenti a non consumare. Il montanaro che un tempo viveva con quel poco che la montagna offriva svolgeva prevalentemente un’attività agricola. Le donne partorivano in casa nella camera matrimoniale o nella stalla con l’intervento della levatrice e di altre donne della borgata e al più tardi la prima domenica successiva, si procedeva al battesimo, perché si temeva per la sopravvivenza del bambino. Grazie per il risveglio di antichi valori, ormai sopiti nel caos di oggi.

Savino Spina 07/01/2017 - 12:39

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il racconto della tua vita 5*

GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 07/01/2017 - 11:34

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Un racconto molto personale e ben scritto.

antonio girardi 07/01/2017 - 11:27

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