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Le istruzioni sono:

Da questo incipit scrivi un racconto breve: “Vuole ballare?” “No, grazie.” “Solo un ballo.” “Grazie, ma non ballo.” “Va bene…. È la prima volta che viene qui?” “Senta, mi può lasciare in pace per favore?” “…mi scusi … non era mia intenzione importunarla …. Mi scusi ancora. Buonasera". Infilo le mani in tasca e non mi allontano, le rimango accanto in piedi. La signora è seduta e …


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A RITMO DI BALLO

“Vuole ballare?”
“No, grazie.”
“Solo un ballo.”
“Grazie, ma non ballo.”
“Va bene…. È la prima volta che viene qui?”
“Senta, mi può lasciare in pace per favore?”
“…mi scusi … non era mia intenzione importunarla …. Mi scusi ancora. Buonasera".
Infilo le mani in tasca e non mi allontano, le rimango accanto in piedi.
Lei mi guarda per un po’ di traverso, poi un po’ spazientita nel vedermi ancora lì in piedi vicino a lei, mi si rivolge con voce decisa e quasi perentoria:
“Beh, se proprio non ha di meglio da fare che stare qui impalato vicino a me, almeno mi faccia ballare”
Un leggero sorriso appare sulle mie labbra, un sorriso che lei coglie immediatamente e continua sempre con lo stesso tono:
“E non rida, per favore, o mi farà arrabbiare davvero”.
Cerco di darmi un controllo per evitare di ridere apertamente, ma l’atteggiamento della giovane è troppo divertente e, per timore che possa cambiare idea, mi affretto subito a ribattere:
“Mi scusi, signorina, non voglio certo prenderla in giro, né mi permetterei mai di ridere di lei, anzi sono felice che mi abbia “invitato” a ballare, sono qui per questo. Ai suoi ordini …” e mentre dico queste parole, mi inchino leggermente facendola sorridere di nuovo e la invito ad alzarsi per seguirmi sulla pista di ballo.
La giovane è una gran bella ragazza, alta, magra, con un corpo da modella, un bel viso con due grandi occhi azzurri ed i capelli cortissimi, di color castano scuro.
In piedi accanto a me mi mette quasi un po’ di soggezione, visto che è alta quasi quanto me, ha due gambe lunghissime e i tacchi non sono poi così vertiginosi.
Ha una minigonna morbida sui fianchi, nera, le calze nere coprenti e una magliettina anch’essa nera tutta guarnita di strass.
La musica in sala è latino-americana, stanno suonando una salsa e le chiedo:
“Le piace questa musica?, Le piace ballare la salsa?”
“Certo” risponde lei con sicurezza.
Dentro di me penso <Sono curioso di farla ballare e vedere se veramente sa ballare la salsa. Voglio vedere se mi segue nelle varie figure>.
Arriviamo in mezzo alla sala, mi metto in posizione e aspetto il momento giusto per attaccare a ballare.
Lei mi guarda con quei suoi occhi grandi e azzurri e un leggero sorriso le ravviva il viso.
Stiamo ballando, lei si muove perfettamente in sintonia con me, non perde un passo, mi segue in tutte le figure base della salsa e sento che posso chiederle di più.
Averla fra le braccia è meraviglioso, era tanto che cercavo una ballerina come lei e la mia soddisfazione di ballare sta andando al suo apice.
E’ instancabile, un ballo dopo l’altro, per tutta la sala e riesco anche a cogliere lo sguardo meravigliato di chi ci sta guardando ballare.
Mentre balla le sue gambe si intrecciano, si scambiano con le mie e nelle giravolte la sua gonnellina un po’ larga fa la ruota e accentua ancora di più il movimento del ballo, così pure si intrecciano le nostre braccia, l’avvolgo e lei si libera con maestria dagli intrecci per poi crearne degli altri.
Io mi diverto a guidarla in figure sempre più difficili e veloci e lei non sembra per niente preoccupata o stanca.
Abbiamo ballato di tutto salsa, bachata, merengue, cha cha cha, ed ora siamo tutti e due accaldati e soddisfatti e ne approfitto per proporre prima del ballo successivo una breve sosta al bar per riprendere fiato.
Lei mi guarda sempre più soddisfatta, ma acconsente e mi segue mentre io la tengo stretta per mano come per paura di perderla.
Riusciamo ad arrivare al bancone del bar ed ordino due cocktail alla frutta e lei si affretta ad aggiungere:
“A me analcolico”
“Anche a me lo stesso” aggiungo subito io.
Aspettiamo che il barman ci prepari le nostre due bibite coreografiche per tutte le guarnizioni colorate che vi ha aggiunto, poi, prendendo ognuno il proprio bicchiere, ci allontaniamo dal bancone e cerchiamo un posto un po’ più tranquillo fra i divanetti.
Ci sediamo finalmente ed io decido di presentarmi:
“Beh, dopo tutti questi balli, forse è bene che io mi presenti, sono Rudy o meglio il mio vero nome sarebbe Rodolfo, ma non mi piace assolutamente e preferisco farmi chiamare così. E tu come ti chiami?”
“Valeria, ma ormai tutti mi chiamano Vale, con questa moda di abbreviare tutti i nomi, anche se a me invece il mio nome è sempre piaciuto”.
“Bene, Vale, ora che ci siamo presentati sarei curioso di sapere dove hai imparato a ballare così bene i balli latino-americani, se lo posso sapere, naturalmente. Poi sarei anche curioso di sapere perché non volevi ballare, visto che ce l’hai nel sangue e sei bravissima”.
“Questa è una lunga storia, non so se ho voglia di raccontartela tutta ora. Intanto prima ero arrabbiata perché il mio ragazzo mi ha lasciato ed ero abituata a ballare sempre con lui, c’eravamo proprio conosciuti a lezione di ballo latino-americano. Scusa se ti ho risposto un po’ sgarbatamente, ma speravo che si sarebbe fatto vedere stasera e invece niente, non è venuto, peggio per lui, vuol dire che la storia per me finisce qui, non posso umiliarmi oltre.”
“Mi dispiace per questo, ma direi una bugia se non ti dicessi che ne sono estremamente felice perché così ho qualche possibilità di fare breccia nel tuo cuore almeno “di ballerina”.
“E tu dove hai invece imparato a ballare così bene?”
“Io gioco in casa, purtroppo sono un maestro di ballo, insegno proprio i balli latino-americani in alcune palestre cittadine e devo dire però che non mi sono mai sentito così soddisfatto come stasera, dopo aver ballato con te.”
“Grazie, mi stai facendo un complimento che apprezzo molto. A me è sempre piaciuto ballare, anche quando ero piccola ballavo sempre, la musica per me è sempre stata tutto e il ballo lo stesso. Ero felice di avere trovato questo fidanzato che ballava insieme a me, ma ora non voglio più parlare di lui, né ci voglio pensare più.”
Quando parlava la guardavo in viso, il suo sguardo era vivace e i suoi occhi brillavano di entusiasmo soprattutto quando parlava del ballo.
“Sai, non mi sarei immaginata, stasera, di ritrovarmi a ballare con un ballerino vero, ne sono entusiasta, ma dimmi perché hai scelto proprio me stasera, c’erano decine di ragazze in sala che avrebbero ballato volentieri con te. Cosa pensi che non me ne sia accorta di come ti guardavano mentre ballavi, avrebbero dato chissà che cosa per essere al mio posto.”
“Beh, è normale, molte di loro sono state mie allieve e avrebbero voluto diventare le mie compagne di ballo, ma non è così semplice, vedi i ballerini come me che lo fanno di lavoro, non sanno mai se chi balla con loro lo fa per il solo ballo o per mettersi semplicemente in mostra e poi ti piantano sul più bello. A me è accaduto più volte, l’ultima però è stata quella più deludente perché dopo tanti mesi di duro lavoro per prepararci ad una gara importante internazionale, alla vigilia ha deciso di mollarmi e ho dovuto rinunciare alla gara, solo perché lei si era innamorata di un altro.
Stasera invece quando ti ho visto, ho avuto come un déjà vu, dove io stavo ballando con te, mi è sembrato di conoscerti da sempre, ecco perché mi sono avvicinato a te e non mi sono allontanato nemmeno quando tu mi hai detto che non volevi ballare con me e mi sono sentito felice che tu abbia accettato il mio invito, anzi, scusa, devo correggermi, che tu mi abbia offerto di ballare con te.”
Ridiamo tutti e due, ma la risata di Vale è meravigliosa e coinvolgente. Era tanto tempo che non mi sentivo attratto da una ragazza come in questo momento da Vale.
“In effetti, per essere sincera, deve essere successo qualcosa di analogo anche a me perché non avevo nessuna intenzione di ballare con te, ma quando ti ho guardato mi sono sentita attratta da te, ma più che attratta ti ho sentito familiare e per questo che ci ho ripensato e sono contenta di averlo fatto.”
Mentre parlava le avevo preso le mani fra le mie e lei non le aveva ritratte.
Nel frattempo avevamo finito i nostri due cocktail e la musica continuava ad attirare la nostra attenzione, infatti, Vale non riusciva a stare ferma e i suoi piedi avevano continuato a muoversi da soli.
Sento che stanno attaccando una salsa e le dico:
“Che ne dici, ci lanciamo in questa rueda?”
“Certo, sono pronta!” e si alza immediatamente, ci teniamo ancora per mano e insieme andiamo al centro della pista dove altre coppie al comando di chi la chiama, stanno già eseguendo le varie figure.
<Ha la danza nel sangue, questa ragazza> mi scopro a pensare con piacere.
Nella testa mi stanno passando strani pensieri che cerco di rimuovere nello stesso momento in cui si affacciano perché mi sembrano strani e impossibili, ma quando sento il corpo di Vale che si muove fra le mie braccia, che si avvicina a me in maniera così morbida e sensuale, essi ritornano prepotentemente.
Un ballo dopo l’altro fino all’alba, incessantemente, poi decidiamo di tornare a sederci un momento prima di salutarci.
Di nuovo uno di fronte all’altro, la guardo negli occhi che brillano ancora per l’euforia di aver ballato così tanto.
“Non credevo di potermi divertire così tanto, stasera. Se penso che all’inizio ero arrabbiata con te che mi volevi fare ballare ed io invece ero talmente avvilita che non volevo nessuno intorno.”
“Beh, invece a me sei subito piaciuta, ma non credevo certo che avrei scoperto in te la ballerina dei miei sogni. Sai, è tutta la sera che ci penso, sento che tu non puoi essere la mia ballerina per una notte, devi essere la mia ballerina per la vita”.
Guardo Vale nel profondo dei suoi occhi, lo specchio della sua anima, la prendo fra le braccia e la stringo a me e in quel momento sento che sarà così per sempre.



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Scrittura creativa scritta il 31/03/2014 - 01:29
Da Roberta Sbrana
Letta n.1682 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Ti ringrazio,sono contenta che ti sia piaciuto e di averti trasmesso un sorriso:è la cosa più bella che avresti potuto dirmi

Roberta Sbrana 02/04/2014 - 01:09

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Complimenti!!Non sono esperto, ma a mio parere la scrittura è coinvolgente, decisa e non stanca mai...per non parlare della rappresentazione delle sensazioni.. Il racconto eccelle.
Mi hai trasmesso il sorriso

Emanuele Zito 01/04/2014 - 21:21

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