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INCIPIT

Le istruzioni sono:

Partendo con questo incipit scrivi un racconto breve: "Io sono un uomo invisibile"


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NESSUNO MI VEDE

Sono un uomo invisibile ormai.
Sono seduto sulla mia poltrona nel mio studio. La finestra è socchiusa e sento la casa stranamente silenziosa. Di tanto intanto sento qualcuno che bisbiglia, che piange, ma non riesco a capire cosa stia succedendo.
Suona il campanello. L’apriporta è proprio accanto alla finestra del mio studio, non mi è mai piaciuto aprire la porta e da sempre lascio che lo facciano gli altri. Qualcuno ora verrà ad aprire la porta, sono sicuro.
Ecco sento la porta che si apre e vedo passarmi vicino mia moglie. Stranamente non mi dice niente anzi mi passa accanto, mi sfiora, ma è come se non mi vedesse
La guardo meglio, ha gli occhi rossi, sembra che abbia pianto.
Vorrei chiamarla, la chiamo, ma non sento la mia voce, né lei sembra avermi sentito perché, aperta la porta, è tornata subito indietro sui suoi passi.
Mi sento strano, un po’ frastornato, ma sento le voci di là che si fanno più forti.
Mia moglie ora sta parlando a voce alta:
“Corri, ecco il dottore, sta salendo le scale. Vieni anche tu.”
Mi sento molto strano e stanco. Provo ad alzarmi dalla poltrona, strano, non sento il mio peso. E’ come se camminassi su un cuscinetto di aria.
Sono curioso, voglio vedere cosa sta succedendo.
Esco dalla stanza e vedo che in camera mia c’è un sacco di gente.
Ci arrivo, li guardo, ci sono tutti: mia moglie, le mie figlie, mia madre, mia suocera, due miei fratelli e il dottore che scrollando la testa dice:
“Mi dispiace, non c’è più niente da fare.”
Solo allora vedo che nel mio letto ci sono io, ma se io sono qui come posso essere anche lì?
Mi sento sempre più confuso e le forze sembrano diminuire sempre di più.
Mi avvicino al letto, voglio vedere meglio. Passo fra i miei fratelli, sfioro mia moglie, ma loro sembrano non accorgersi di me.
Ora piangono tutti sommessamente, il dottore si appoggia al cassettone e comincia a scrivere su un pezzo di carta, poi si rivolge a mia moglie e le dice:
“Ecco, con questo puoi fare tutto”.
Ma cosa deve fare mia moglie, perché non mi guarda, io sono qui, vicino a lei e lei non mi guarda, nessuno mi guarda.
Sono stanco e molto strano, mi siedo sulla poltrona che ho più vicina e aspetto che tutta questa storia finisca.
Dopo poco alzo la testa e intorno a me non c’è più nessuno, se ne sono andati tutti, ma dove possono essere andati.
Guardo me a letto, ho gli occhi chiusi e non mi muovo.
Rimango sulla poltrona, non posso staccarmi da quel posto, quel posto è mio.
Ecco di nuovo il campanello. Qualcuno corre ad aprire la porta.
C’è un po’ di trambusto, ma non voglio alzarmi.
La porta si spalanca improvvisamente.
Sento mia moglie che dice:
“Ecco, entrate pure. Ho già preparato tutto. Ho messo tutto su quella poltrona. Quando siete pronti poi mi chiamate.
“Bene, grazie, Signora, non si preoccupi, faremo presto”.
I due uomini avanzano verso di me, ma cosa vogliono?
Non vedono che sulla poltrona ci sono io?
Ma guarda questi. Ma che prendono? Le mie mutande, la mia maglia, i miei calzini, ma quelli sono i miei pantaloni di quando mi sono sposato, anche la camicia è la stessa.
Lasciatemi stare, non datemi noia, ci sono io sulla poltrona!
Niente non mi considerano. Ora vanno a mettere tutti i miei vestiti all’uomo che è nel mio letto, che sono poi io, ma io non mi voglio mettere quell’abito, è un secolo che non lo metto più e la giacca poi non mi è mai piaciuta.
Pazienza non mi stanno a sentire, continuo a lamentarmi e loro non mi ascoltano, sembrano che nemmeno mi sentano né mi vedano.
“Signora, siamo pronti, può venire.”
Mia moglie entra in camera, sta piangendo. La sento dire:
“Come gli sta sempre bene, quel vestito.
“ Bene, Signora, noi andiamo via, poi verranno i nostri colleghi dopo a sistemare tutto.”
“Grazie. Siete stati molto gentili e bravi”
Ma che bravi, dico io, mi hanno messo quel vestito vecchio che se mi avvicino sa anche di naftalina. Mi hanno pettinato in una maniera strana e mi hanno anche fatto degli strani massaggi al viso. E tu hai anche il coraggio di dire che sono stati bravi.
“Basta ora con questa farsa” urlo con tutta la voce che ho, ma mia moglie esce dalla stanza senza nemmeno voltarsi verso di me.
Ora sto meglio, voglio andare un po’ in giro per casa.
Vado in cucina, mia madre sta facendo un caffè per tutti: ha preparato la macchina da caffè, il vassoio con le tazzine e la zuccheriera. Mette la caffettiera sul fuoco, poi esce e va in salotto.
Il caffè comincia ad uscire, comincia ad andare di fuori dal bricco, comincio a chiamare:
“Mamma, corri, il caffè sta andando di fuori, brucia tutto, corri!”
Niente, nessuno corre.
Provo allora io a spegnere il fornello ma non ci riesco, non riesco a girare la manopola del gas, accidenti, mi era sempre riuscito ed ora non mi riesce più.
“Oh, mamma mia, mi sono dimenticata la caffettiera sul fuoco, esclama mia madre, meno male che sono arrivata appena in tempo.”
Mia madre infatti è piombata in cucina come una saetta e mi è venuta letteralmente addosso senza nemmeno chiedermi scusa. Ma è impazzita, queste cose lei non le ha mai fatte.
Ecco ora versa il caffè delle tazzine, mette lo zucchero, prende il vassoio e lo porta in sala da pranzo dove i miei fratelli sono seduti intorno al tavolo.
Mia moglie è lì con loro, ma non vuole neanche il caffè, dice che non lo richiede, strano lo ha sempre bevuto volentieri.
Io mi siedo accanto a lei, la voglio consolare, le voglio un sacco di bene, le voglio dire che starò sempre con lei, vicino a lei, che non la lascerò mai sola.
Lei si volta verso di me, ma è come se io non ci fossi, non mi vede.
Ma allora è vero, sono invisibile e forse anche un po’ morto.



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Scrittura creativa scritta il 26/06/2014 - 10:10
Da Roberta Sbrana
Letta n.1321 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Il tuo racconto è stata la prima cosa che ho letto entrando nel sito. Mi aveva colpito la tua immaginazione e lo ricordavo come se l'avessi letto solo ieri. Sono felice che sia stato scelto dalla redazione come il migliore del mese di giugno! Complimenti!!!

Candlelight Candle 30/07/2014 - 13:55

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