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IL DIALOGO

Le istruzioni sono:

Scrivi un dialogo basandoti su questi elementi:
LUOGO: Una spiaggia deserta - ORA: il tramonto - STAGIONE: estate - PERSONAGGI DEL DIALOGO: un uomo di mezza età, una ragazza poco meno che trentenne - ALTRI ELEMENTI: si sono conosciuti da qualche giorno ma è la prima volta che si incontrano per una passeggiata, da soli. Lui pensa di essere innamorato di lei ed ha deciso di dirglielo. Lei è perplessa. E’ molto più giovane e soprattutto ha avuto una grande delusione sentimentale e non ha intenzione di sbagliare ancora. Un pescatore, quasi in riva al mare sta aggiustando una rete da pesca. Da un baretto di legno sulla spiaggia, deserta, arriva una musica dolce …


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Tramonto sul mare

Giorgio si era fermato davanti allo specchio dell’ingresso, ormai per lui quello era un gesto abituale, sapeva di essere sempre molto esigente e critico con se stesso e guardarsi nello specchio gli permetteva di controllare che la sua pettinatura fosse a posto e che il suo abito fosse impeccabile.
Stavolta però si guardava in maniera diversa, doveva controllare il suo viso, vedere se c’erano rughe visibili.
I suoi capelli, un tempo belli scuri, con gli anni erano diventati brizzolati, ma aveva sempre trovato che quei capelli bianchi fra i suoi neri lo rendessero più interessante e per questo non aveva mai pensato a tingerli, ora forse i capelli neri però lo avrebbero fatto sembrare più giovane.
Lo sguardo era poi sceso sul resto della sua immagine, era soddisfatto dell’abbigliamento che aveva scelto per quella giornata: camicia azzurra e pantaloni di lino bianchi che mettevano in risalto il suo corpo e la sua abbronzatura.
La camicia, leggermente aperta, faceva intravedere il petto e i suoi muscoli. Aveva sempre tenuto al suo corpo e alla sua efficienza e c’era riuscito grazie alla sua grande passione: il mare.
Era appena un ragazzino quando aveva cominciato ad andare al mare, a nuotare e a fare pesca subacquea. E’ nel mare che aveva forgiato i suoi muscoli, aveva allenato il suo cuore a scendere in apnea anche a profondità rilevanti alla ricerca magari di un polpo o di una bella cernia.
Lo sguardo continuava a passare sotto osservazione tutto il suo corpo, ma qualcosa lo lasciava ancora perplesso e quello non lo vedeva nello specchio perché era la sua età, infatti aveva quasi cinquantadue anni, non era più giovane. Questo era un problema che non si era mai posto fino ad allora, ma in quel momento aveva un significato diverso ed era come se improvvisamente tutti quegli anni lo volessero soffocare e ne conosceva anche il perché.
Quello era per lui un giorno importante, Susy aveva accettato di incontrarsi con lui alle diciotto sulla spiaggia, per vedere insieme il tramonto del sole.
L’aveva conosciuta solo da pochi giorni, ma dal primo momento che l’aveva vista i suoi pensieri erano stati monopolizzati da lei .
Era sulla spiaggia quando ad un tratto aveva sentito gridare.
Il suo sguardo era andato al mare ed aveva visto subito la ragazza che stava urlano in mezzo all’acqua.
Il suo spirito non poteva fare altro che buttarsi in mare per salvare quella ragazza.
Con poche bracciate era riuscito a raggiungerla, subito l’aveva presa in braccio per portarla sulla riva.
L’aveva adagiata sulla sabbia e aveva capito che doveva essere stata punta da una tracina, un piccolo pesce che vive nella sabbia anche vicino alla riva e che ha le spine dorsali piene di una sostanza velenosa.
Per fortuna era stata punta leggermente e con le pronte cure anche del bagnino, che nel frattempo era intervenuto, erano riusciti ad alleviarle in qualche modo il dolore.
Aveva accompagnato la ragazza ancora zoppicante al bar per farle passare almeno la paura del momento.
Si erano seduti ad un tavolino e solo allora era riuscito a guardarla bene.
Era giovane, alta, con i capelli biondi che le scendevano sulle spalle e due occhioni verdi, ancora luccicanti per le lacrime.
La sua attenzione era stata richiamata dalle sue parole, infatti gli stava dicendo:
-Grazie, non ho parole per ringraziarla. Quando ho sentito quel dolore al piede, mi sono spaventata. Sono stata forse sciocca perché mi sono messa ad urlare, ma non ne ho potuto fare a meno. Ero spaventata.
-Ma che sta dicendo! Io invece sono contento, non mi fraintenda, non che si sia fatta male, ma per il fatto che mi ha dato l’opportunità di conoscerla e di aiutarla.
-Beh, in effetti io ne avrei fatto a meno, scusi anch’io intendevo dire che ne avrei fatto a meno di quella puntura così dolorosa, ma è bene quello che finisce bene.
Mentre parlava osservava le sue labbra, dolci ben delineate e subito aveva sentito una voglia matta di poggiarci le sue per un tenero bacio, ma certo non avrebbe mai potuto farlo.
Avevano cominciato poi a parlare del più e del meno e Giorgio non sarebbe mai andato via, avrebbe voluto prolungare quel momento all’infinito, ma ad un certo punto la ragazza gli disse che doveva tornare in albergo per il pranzo e a lui non rimaneva che salutarla, ma nello stesso tempo era terrorizzato dal pensiero di non vederla più ed allora le aveva detto:
-Non ci siamo nemmeno presentati. Io sono Giorgio. Abito qui da sempre o meglio ci sono nato e non andrei mai in un altro posto.
-Ha ragione, mi scusi non mi sono presentata neanche io. Io mi chiamo Susanna, ma tutti mi chiamano Susy. Se vuole. può darmi del tu. Io sono qui in villeggiatura con una mia amica. Siamo alloggiate qui vicino, alla Pensione Serena, ci venivo anche con i miei genitori quando ero una ragazzina e già allora mi piaceva per le finestre che davano sul mare ed è per questo che quest’anno ci sono tornata.
-Bene, allora avremo anche occasione di rivederci perché io vengo qui tutti i giorni, vede quella barca a vela in rada, quella è la mia barca, ci vado quasi ogni giorno, ecco perché non l’avevo notata sulla spiaggia prima di oggi.
-Bella barca, ma io soffro il mal di mare e non potrò certo salire mai su una barca.
-Non importa, ci rivedremo sulla spiaggia. Vuole che l’accompagni?
-No, grazie. C’è la navetta dell’albergo che ci viene a prendere, grazie lo stesso.
Era rimasto a guardarla mentre si allontanava verso la navetta che nel frattempo si era fermata nel piazzale poco distante. L’aveva guardata salire e sparire e nello stesso tempo aveva sentito un dolore allo stomaco come se qualcuno gli avesse dato un pugno.
Da allora la sua mente si era focalizzata su quella ragazza e si era reso subito conto che si stava innamorando di lei.
Quella notte non era riuscito a dormire. Riviveva quei momenti vissuti insieme a Susy e si chiedeva che cosa avrebbe potuto o dovuto fare.
Sentiva che quella ragazza stava monopolizzando i suoi pensieri ed era felice di questo. Non aveva mai pensato che si sarebbe potuto innamorare dopo tanti anni di solitudine e di storie senza alcuna importanza, ma era accaduto e di questo non poteva che esserne felice. Poi mille dubbi e mille timori lo facevano stare male e quello che lo disturbava di più era la differenza di età: lui ormai era grande, lei invece, si vedeva, non poteva avere più di trentanni. Una differenza di età di quasi ventanni!
Come avrebbe mai potuto pensare a lui!
Questo pensiero lo disturbava, ma non voleva pensarci più di tanto.
In quei giorni era andato in spiaggia ogni mattina, dopo il suo solito giro in barca a vela, si tratteneva al bar nella speranza che Susy gli si avvicinasse e dopo il primo giorno che lo aveva salutato velocemente, aveva cominciato a fermarsi un po’ a chiacchierare con lui, sorseggiando una bibita o un aperitivo.
Erano appunto seduti al bar quando decise di chiederle:
-Ma tu cosa fai il pomeriggio che non ti ho mai visto qui sul mare.
-No, il pomeriggio devo studiare e rimango in camera perché al mio rientro ho un esame per un avanzamento nel mio lavoro e non posso permettermi di stare al mare tutto il giorno, poi al tramonto mi metto sul balcone della mia camera e mi godo il tramonto. Mi piace vedere il sole che scompare in mare e sullo sfondo il meraviglioso panorama delle Eolie.
-Perché allora una di queste sere non lo vediamo insieme il tramonto? Anch’io adoro il tramonto, è uno spettacolo sempre emozionante per me. Una volta te lo potrai permettere!
-Beh! Perché no! Potremmo fare domani sera, tanto la mia amica domani va in città ed io sono sola. Ci potremmo vedere dopo le diciotto, se per te va bene.
-Aggiudicato, vada per le diciotto. Ci troviamo a quell’ora alla spiaggia.
Giorgio era felice perché era riuscito ad avere un appuntamento con Susy e questo non se lo sarebbe mai aspettato così immediato.
Era tornato a casa emozionato come un ragazzino e nella sua mente si faceva anche largo l’idea che non avrebbe potuto nascondere oltre i suoi sentimenti e che durante l’incontro avrebbe trovato il modo di dirglielo anche se sapeva che ci sarebbe stato il rischio di sentirsi dire subito che era un pazzo e che non se ne parlava nemmeno, ma per lui era meglio un no deciso che vivere in quel dubbio e in quella situazione di incertezza.
Neanche quella notte era riuscito a dormire, ma si era alzato presto come al solito per andare in barca.
Aveva bisogno di non pensare e andare in barca per lui era il solo modo per eliminare i suoi pensieri e le sue preoccupazioni: in barca era solo lui e il mare.
Aveva volutamente evitato di rientrare in tempo per incontrare Susy al bar anche perché voleva evitare un suo eventuale ripensamento.
Era tornato a casa, aveva mangiato poco, ma non aveva proprio fame.
Aveva fatto una bella doccia, si era lavato con cura i capelli e si era fatto la barba con attenzione. Passandosi il dopo barba aveva sentito che la sua pelle era ancora liscia e morbida e ne era rimasto soddisfatto.
Alle diciassette era già pronto, ma non voleva arrivare in anticipo, voleva arrivare solo puntuale.
Si era seduto un po’ in poltrona, poi con calma si era alzato per l’ultimo controllo davanti al suo specchio.
Sotto casa c’era la sua moto che l’aspettava. Si mise con cura il casco per non spettinarsi, mise in moto e partì.
In quel momento era difficile sapere che cosa si sarebbe dovuto aspettare da quella serata, sapeva solo che l’esito di quell’incontro avrebbe veramente potuto cambiargli la vita.
Preso dai suoi pensieri, aveva guidato la moto automaticamente e si ritrovò inaspettatamente sul parcheggio della spiaggia.
Lentamente, con movimenti precisi, spense la moto, la mise sul cavalletto, aprì il bauletto per metterci il casco. Si slacciò il casco integrale con cura sempre per non spettinarsi, passò le dita fra i capelli per ricomporre gli eventuali capelli ribelli e lo depose al suo posto. Chiuse il bauletto, controllò che la moto fosse tutta a posto e si incamminò verso la spiaggia. Erano le diciotto in punto.
L’aveva vista subito seduta ad un tavolino; era di spalle e poteva vedere i suoi capelli biondi, ondulati, che le scendevano sulle spalle.
Lei doveva avere sentito il suo sguardo su di sé perché si era voltata a guardarlo mentre lui le si avvicinava. Giorgio avrebbe voluto correre da lei, ma non voleva tradirsi subito e continuò a camminare con il suo passo deciso e con il suo portamento elegante e disinvolto.
-Ciao, è tanto che aspetti, scusa, mi dispiace averti fatto aspettare.
-No, figurati, sono arrivata appena da cinque minuti, anzi ne ho approfittato per prendere un caffè. Siediti, prendi qualcosa anche te?
-No, sono a posto così. Allora hai studiato oggi?
-Per dire la verità ho studiato poco, ci ho provato, poi visto che non riuscivo a concentrarmi, ho pensato bene di chiudere il libro e di riposarmi un po’.
-Perché non riuscivi a concentrarti?
-Non so, era strano, pensavo a cosa mi sarei dovuta mettere per stasera.
Inevitabilmente gli occhi si posarono sull’abbigliamento di Susy, forse era la prima volta che la vedeva vestita non da mare. Aveva messo un paio di pantaloni neri e una magliettina rosa con i laccetti sulle spalle, arricchita da una bella collana di pietre dure verdi che si intonavano perfettamente con i suoi occhi. Sulle gambe aveva un piccolo scialle sempre rosa che accese immediatamente la sua fantasia e le sue speranze.
Fu Susy a interrompere i suoi pensieri, dicendo.
-Ti piaccio? Ti piace come mi sono vestita? Ho portato anche lo scialle perché a volte la sera fa più fresco e non vorrei prendere freddo.
Sembrava che avesse sentito i miei pensieri e avesse voluto dargli anche la spiegazione dello scialle.
-Guarda, il sole è sempre alto nel cielo, che ne dici di fare una passeggiata lungo la spiaggia? disse Giorgio facendo segno di alzarsi. Si sentiva imbarazzato e aveva bisogno di muoversi per recuperare la propria disinvoltura.
-Certo, sono d’accordo anch’io, stare qui ferma mi agita.
Giorgio gentilmente si alzò e le porse la mano come per aiutarla ad alzarsi.
Cominciarono a camminare lungo la battigia mentre il sole lentamente calava verso l’orizzonte.
Giorgio camminava tenendo le mani in tasca e Susy invece teneva fra le mani il suo scialle.
Giorgio non era mai stato tanto loquace e si meravigliava di se stesso di quello che stava raccontando a questa giovane donna si può dire mai vista e conosciuta.
-Mi sono separato quattro anni fa ed ora sono anche divorziato. Non sono mai andato molto d’accordo con la mia ex moglie, ma a volte la vita ti porta a fare delle scelte che poi ti mettono in situazioni difficili soprattutto poi quando vengono dei figli. Io ho due figli, un maschio e una femmina, la femmina ormai si è sposata mentre il maschio studia all’estero. Sono stati momenti difficili, ma finalmente sono riuscito a recuperare la mia tranquillità e la mia serenità. Mi sono stati di grande aiuto il mio lavoro e il mio amore per il mare, l’ultima arrivata è la mia barca che assorbe tutto il mio tempo libero. Scusami ho sempre parlato io fino ad ora, raccontami anche un po’ di te.
Che lavori l’ho capito ma ho capito anche che sei sola visto che sei venuta al mare con un’amica.
Seguirono alcuni minuti di silenzio come se Susy stesse valutando cosa raccontargli, poi con voce flebile cominciò a parlare di sé.
-Non parlo volentieri di me anche perché sono appena uscita da una storia difficile e non mi sono ancora ripresa completamente.
-Mi dispiace, disse subito Giorgio, non voglio forzarti a parlare, se non vuoi.
-No, forse mi fa bene raccontare la mia storia. A volte riuscire a raccontare serve a liberarsi da certi meccanismi perversi di chiusura come sta accadendo a me da un pezzo a questa parte.
Stavamo insieme da quattro anni, ma non avevamo deciso di sposarci perché troppo impegnati a seguire le rispettive prospettive di lavoro. All’inizio tornare da lavoro a casa e poter raccontare quello che ci era successo durante la giornata era piacevole e serviva a scaricare le tensioni, trovando la condivisione con l’altro.
E’ durato per i primi anni poi ognuno di noi ha seguito più le proprie problematiche di lavoro senza più sentire il bisogno di raccontarlo all’altro e ci siamo allontanati giorno dopo giorno, fino a diventare quasi degli estranei. Le nostre conversazioni si limitavano a semplici comunicazione di tipo logistico tipo “A che ora torni?”, “Mangi fuori?”, “Ti aspetto stasera?”, “No, stasera non mi aspettare, torno tardi”, “ Non vengo a cena” e così via. Poi cominciammo a mandarci semplicemente messaggi sul cellulare, si perdeva troppo tempo a telefonare e non era mai il momento opportuno per una telefonata.
Non ce la facevo più e cominciai a diventare più nervosa e agitata.
Avevo contro anche i miei genitori che non capivano la mia insofferenza e pensavano che i miei fossero semplicemente capricci.
Quando poi scoprii che mi aveva tradita con una sua collega, non ci ho visto più e ho fatto le valigie e sono andata a stare con un’amica che cercava una persona per condividere un appartamento in affitto.
Ora sono già otto mesi che vivo in questo appartamento in città e devo dire che per ora mi trovo bene, anche se non sto ancora al meglio.
Sono venuta al mare proprio per vedere di dimenticare un po’ tutta questa storia, ma non è semplice.
Sono rimasta delusa dal mio ragazzo. Eravamo coetanei, avevamo studiato insieme all’università, insieme ci eravamo preparati ai vari concorsi. Credevo che l’essere cresciuti insieme sarebbe stata una garanzia per la nostra unione ed invece è stata la più grande delusione perché mi sono sentita tradita due volte, dall’amico e dal compagno.
Ora ho paura di tutto e di tutti sono diventata sospettosa, mi sembra che tutti perseguano solo i propri interessi e i propri istinti e questo mi terrorizza.
-Susy, quanti anni hai? Disse Giorgio e la sua voce non era più così decisa come prima.
-Ho ventotto anni, quando ero andata a convivere ne avevo ventiquattro. Ero appena laureata e volevo sentirmi libera, rispose Susy, tenendo gli occhi bassi.
-Susy, io invece sono grande, ho cinquantadue anni, un matrimonio fallito alle spalle e due figli a giro per il mondo. Perché, continua Giorgio, stasera sei voluta uscire con me?
-Non lo so, ma ho sentito che potevo fidarmi di te. Forse avevo veramente bisogno di parlare con qualcuno, qualcuno che sapesse ascoltarmi, forse anche darmi qualche consiglio. Io non voglio più sbagliare. Io non voglio più soffrire.
Il sole si stava avvicinandosi sempre più all’orizzonte, un orizzonte che si andava tingendo sempre più di rosso e di giallo.
In silenzio si fermarono e si misero seduti sulla sabbia a osservare il sole che andava sempre più immergendosi nel mare, ma i loro occhi si perdevano nel vuoto e i loro pensieri si perdevano in quel mare tinto da tutti i colori dell’arcobaleno.
Ormai la spiaggia era deserta, solo un pescatore vicino alla sua barca stava riparando le proprie reti prima di andare a rigettarle in mare.
Il tempo sembrava essersi fermato e loro si sentivano soli e nello stesso tempo padroni del mondo.
Una musica dolcissima sembrò avvolgerli, una musica magica che proveniva dall’ultimo baretto rimasto aperto a quell’ora.
Il sole ormai era sprofondato dietro l’orizzonte e ormai le prime ombre della sera andavano coprendo tutto.
La mano di Giorgio si ritrovò stretta a quella di Susy.
La voce di Giorgio ruppe il silenzio.
-Ti amo, Susy. Non ti posso promettere niente. Ti prometto però che ti amerò sempre così come ti amo stasera ed anche di più, se me lo permetterai.
L’attirò a sé con dolcezza. Gli occhi di Susy brillavano nel buio e un lungo e dolcissimo bacio suggellò la loro promessa d’amore.



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Scrittura creativa scritta il 09/09/2014 - 01:48
Da Roberta Sbrana
Letta n.1830 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


LETTURA PIACEVOLE mi hai coinvolta ,l'ho letta con piacere descrizioni minuziose,bravissima ROBERTA

genoveffa 2 frau 10/09/2014 - 21:24

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cara vera ti ringrazio del tuo apprezzamento e ringrazio anche Paola.
sono contenta che vi sia piaciuta

Roberta Sbrana 10/09/2014 - 18:33

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Sono d'accordo con Vera su tutto.
Un racconto con un bel finale, letto molto volentieri. Complimenti.

Paola Collura 09/09/2014 - 17:28

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Tutta straordinariamente bella perché, almeno per me, tutta straordinariamente ESSENZIALE. Senza nemmeno una "sbavatura", nonostante la ricchezza di sentimento che tutta l'avvolge...E, a proposito di sentimento: gli uomini spesso non sanno che alle donne "veramente donne" poco importa di fisico e di età quando, ad attirarle, è l'ANIMA delle persone. Quella per cui l'Amore vero vive sempre, perfino quando sembri solo "carnalità". Opera bellissima anche per l'assoluta scorrevolezza. Scritta proprio...con l'anima! BRAVISSIMA! Io, Roberta, non uso dare voti. Qui non avrei potuto, anche volendo: mi sarebbe servito un "Eccellentissima"...che è inesistente! Ve

Vera Lezzi 09/09/2014 - 11:42

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