Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l''argomento è:

..fanne la descrizione fisica, e non solo

Le istruzioni sono:

Immagina di incontrare, all’improvviso, una persona o ritrovarti in un luogo che non ti aspettavi...


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Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



Lista Generale

     
 

A colloquio con Giuliana.

Poesia di E. Montale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. ( dalla raccolta "Satura")

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Ti abbiamo sepolta nella cappella dei frati francescani come volevi e come ci raccomandavi ogni tanto. Pensavi molto spesso alla morte; ti spaventava ma non volevi che ti cogliesse impreparata; pronta da tempo la busta con il pigiama da farti indossare per la circostanza e il rosario di legno da intrecci... (continua)


Aurelia Strada 06/05/2017 - 17:55
commenti 9 - Numero letture:1215

Argomento: DA UNA POESIA CREA UNA STORIA

Voto:
su 5 votanti



Avarizzia (Trilussa)

"Ho conosciuto un vecchio
avaro, ma avaro: avaro a un punto tale
che guarda li quatrini ne lo specchio
pe' vede raddoppiato er capitale.
Allora dice: quelli li do via
perché ce faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo pe' prudenza...
E li ripone ne la scrivania."
Un giorno er vecchio se sente na stranezza
er core ie batte forte e ie sale na tristezza
Un pensiero ie balena in testa
Ma se moro chi a piagne resta?
Del bene ne ho fatto poco, forse gnente
No non l' ho mai aiutata la gente
Né un soldo per un regalo ho mai cacciato
Ad ristorante, sé e chi c è mai annato!
La beneficenza e' na bucia
Mai fatta na cosa der genere in vita mia
Non c ho nessuno ar monno manco un cane
Starò da solo sicuro pure ar funerale !
Tutt antratto come na magia inaspettata
Er core se calma e non core più all' impazzata
Allora er vecchio se ripia e comincia a capì
La vita allora davero po' fini così
E i sordi che na scrivania metto via con tanta premura
A che me ser... (continua)

Valentina Foco 05/05/2017 - 00:41
commenti 4 - Numero letture:1146

Argomento: DA UNA POESIA CREA UNA STORIA

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su 2 votanti



IL PIANOFORTE E LA FOLLIA

Fabbricato da un’edilizia del 900’ il pianoforte sembrava di una raffinatezza inimitabile , nella sua lucentezza e la sua superficie tanto liscia quanto luminosa . Stava proprio bene in quella stanza , ornata come un salotto , poltroncine pregiate soffici…
La creazione fu molto particolare , fu l’ultimo ad essere realizzato a mano perché ormai la ditta le produce industrialmente. Vi era in lui una certa eleganza che lo distingueva dai suoi “fratellastri” , sta di fatto che Antonio mise anima e corpo per produrlo. Il legno ricavato da una QUERCIA nei pressi di Rovereto era di un marrone molto scuro ed uniforme , si prestava ad essere colorato e inoltre sembrava che il colore si fissasse su di esso quasi come lo assorbisse. Perfino i tasti del piano vennero intagliati col legno , e Giorgio il fratello di Antonio dimostrò una grandissima abilità nel levigare il legno , tanto che quei tasti sembravano essere morbidi , e le dita sembravano godere nello scivolarci sopra...

Ecco che ven... (continua)


Orazio augusto Guarrera 04/05/2017 - 18:45
commenti 1 - Numero letture:1163

Argomento: DA UNA POESIA CREA UNA STORIA

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Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia

Era il sole rovente con quel suo animo di fuoco, a tastare i lembi della nostra pelle. Ti eri come risvegliata da un lungo sonno, con un sussulto irregolare,dolce spasimo del precedente orgasmo. I tuoi respiri si lasciavano cullare dal ritmo dei miei sussurri. Eri affannata e anche un po' impaurita. Upreda innocua. Scorgemmo da lontano tra il fruscio delle piante, un leggero sibilo che risuonava quasi amic... (continua)


Salvatore Mauro 04/05/2017 - 18:05
commenti 2 - Numero letture:1193

Argomento: DA UNA POESIA CREA UNA STORIA

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