È sotto il cielo di agosto pienissimo di stelle, che ci siamo incontrati. Quando i nostri sguardi sballottati da una curiosità struggente si cercavano. Quando il vento del mare innalzava la polvere dall’asfalto, tramutandola in una scia di meraviglia che penetrava i nostri corpi. Quando la tua bellezza insondabile abbracciava il mistero del mare stordendomi le emozioni. Quando il tuo primo sorriso raggiante di felicità, mi deliziava di un amore irrequieto, sconosciuto, e spumeggiante. È sotto il cielo di aprile accecato dai primi raggi del sole, che ci siamo innamorati. Quando il polline dei fiori esplodeva prepotente, inebriando i vicoli della città, posandosi placidamente sui rami degli alberi appena fioriti. Quando l’aria fresca della nuova stagione, quasi con l’imbarazzo di un bambino alla scoperta di chissà che cosa, lambiva le dolci onde del mare. Quando le prime nuvole del cielo riscoprivano il senso della vita, e pervase da una gioia tumultuosa sembravano commuoversi, scacciando piccole gocce di pioggia che inumidivano i nostri soffici maglioncini, accarezzavano la sabbia, e scricchiolavano come un’incantevole rugiada sui nostri abbracci. È sotto il cielo di dicembre irradiato dalle prime luci del Natale, che ci siamo persi. Quando dei bambini giù nel cortile calciavano un pallone contro un muro di cemento, quando i telegiornali parlavano di guerre lontane e di grattacieli distrutti, quando il mondo andava di fretta verso una fine remota, quando i nostri corpi sono rallentati rispetto alle leggi universali, quando i nostri baci sommersi tra voci insensate, chiedevano aiuto e riparo, quando i nostri sorrisi scheggiati dal caos esistenziale sfumavano mestamente. È sotto il cielo di ottobre pienissimo di alberi sfogliati, che ci siamo rincontrati. Quando le lettere d’amore scritte a mano cessavano di esistere, quando internet sostituiva i veri sorrisi ad un solo click. Quando c’erano file enormi per il prossimo smartphone in uscita, ed un nuovo romanzo in vetrina dimenticato da una vita. È sotto questo cielo di estate, che ci siamo sposati. Quando abbiamo fatto l’amore su quell’isola del sud America ed i tramonti tropicali ci soffiavano sul viso lasciando piccoli detriti di felicità. Quando le tue labbra al sapore di ananas, mi lasciavano la convinzione di avere un figlio. Quando in quella notte fonda di primavera abbiamo scelto il nome. È sotto questo cielo che passano gli anni e la storia delle nostre vite.
Mi torna in mente una storia, a ricordarla divento tutto rosso. Rosso proprio, come quando avevo quindici anni, e ti ho aspettato per la prima volta all’uscita del nostro liceo, sperduto tra quelle colline piene di meraviglia e di incanto.
Mi torna in mente una storia, a ricordarla divento tutto rosso. Rosso proprio, come quando avevo quindici anni, e ti ho aspettato per la prima volta all’uscita del nostro liceo, sperduto tra quelle colline piene di meraviglia e di incanto.
Opera scritta il 14/02/2018 - 15:17
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Commenti
Quattro stagioni d'amore...
Bellissimo racconto
Bellissimo racconto
PAOLA SALZANO 17/02/2018 - 07:45
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Molto bello,
scandisci la storia d'amore con la vita o viceversa, perché l'una è nell'altro.
Complimenti
scandisci la storia d'amore con la vita o viceversa, perché l'una è nell'altro.
Complimenti
Grazia Giuliani 16/02/2018 - 22:23
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molto bello
GIANCARLO POETA DELL'AMORE 14/02/2018 - 21:38
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SERGIO....Capisco perche Laisa si è innamorata del tuo racconto...perche è splendido fresco e la storia assomiglia a molte delle nostre.I particolari la fanno tua, impostandola nelle stagioni la tua vita a seguito tutte le fasi del suo divenire. Un modo molto particolare di raccontare. Complimenti le mie 5* sono tue.
mirella narducci 14/02/2018 - 19:40
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Mi sono "innamorata" del tuo racconto
laisa azzurra 14/02/2018 - 19:20
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