Le gocce cadono dal rubinetto ad intervalli discontinui, il loro lento scandire il tempo fa sfilare nella mente i pensieri in foto: Io e lei seduti in spiaggia a conversare mentre osserviamo il mare; il tono è pacato e l'anima è serena, nessuna fretta, nessun livore, solo la benedetta calma di chi ha fatto pace con il mondo e accetta di farne parte.
La breve scalinata al buio, un intenso odore sconosciuto appena entrato, il peccato irriverente e l'audace ingenuità nel portarlo avanti ; ho una maledetta nostalgia di quella ingenuità, darei non so cosa per provarla ancora, magari solo un po' .
La paura adolescenziale, quella vera, quella che ti fa tremare le gambe e il buco del culo, la paura che ti salva la vita a trent'anni proprio per il fatto di averla provata prima.
Mio padre serio e con lo sguardo perso nel vuoto prima di imbucare le scale che portano a casa, io che chiedo a mia madre cosa potrebbe avere e lei che risponde "Un giorno più di ieri"; vederla rivolgersi a lui con comprensione e senza menzionare la cosa.
Un parcheggio in una fredda notte di inverno, un improvviso e disperato abbraccio che non mi aspettavo, andare altrove, in un'ampia zona sterrata, un orecchino perso in macchina, labbra calde al saluto, pochi giorni dopo sentirmi dire che è meglio chiudere lì. Su quello sterrato stanno tirando su un palazzo.
I bellissimi sprechi di tempo, il parco con la visuale dell'intera città e l'erba che macchia di verde gli indumenti, eravamo già grandi ma avremmo dovuto sprecare ancora più tempo.
La solitudine più atroce, quella nera, quella che ti fa pescare la prima occasione che passa in convento, che ti fa pentire poi nel corso degli anni.
La ricerca della solitudine quando sai che ci staresti bene.
Facce, voci, luoghi, morti.
Le gocce cadono dal rubinetto ad intervalli discontinui ed io mi sto addormentando.
La breve scalinata al buio, un intenso odore sconosciuto appena entrato, il peccato irriverente e l'audace ingenuità nel portarlo avanti ; ho una maledetta nostalgia di quella ingenuità, darei non so cosa per provarla ancora, magari solo un po' .
La paura adolescenziale, quella vera, quella che ti fa tremare le gambe e il buco del culo, la paura che ti salva la vita a trent'anni proprio per il fatto di averla provata prima.
Mio padre serio e con lo sguardo perso nel vuoto prima di imbucare le scale che portano a casa, io che chiedo a mia madre cosa potrebbe avere e lei che risponde "Un giorno più di ieri"; vederla rivolgersi a lui con comprensione e senza menzionare la cosa.
Un parcheggio in una fredda notte di inverno, un improvviso e disperato abbraccio che non mi aspettavo, andare altrove, in un'ampia zona sterrata, un orecchino perso in macchina, labbra calde al saluto, pochi giorni dopo sentirmi dire che è meglio chiudere lì. Su quello sterrato stanno tirando su un palazzo.
I bellissimi sprechi di tempo, il parco con la visuale dell'intera città e l'erba che macchia di verde gli indumenti, eravamo già grandi ma avremmo dovuto sprecare ancora più tempo.
La solitudine più atroce, quella nera, quella che ti fa pescare la prima occasione che passa in convento, che ti fa pentire poi nel corso degli anni.
La ricerca della solitudine quando sai che ci staresti bene.
Facce, voci, luoghi, morti.
Le gocce cadono dal rubinetto ad intervalli discontinui ed io mi sto addormentando.
Opera scritta il 01/10/2019 - 06:05
Da Ernest Navi
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Commenti
Giacomo, Leo, Grazia e Margherita grazie! Ho usato l'escamotage delle gocce per descrivere una sequenza di immagini e adoperare la metafora delle foto. Felice che abbiate apprezzato
Ernest Navi 01/10/2019 - 22:32
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Piccole gocce di ricordi...Piccoli sprazzi di pensiero incatenati in sequenze speciali. Molto piaciuto con un finale bellissimo! Ciao Ernest
Margherita Pisano 01/10/2019 - 21:31
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Una vita scandita goccia a goccia...
Molto bello
Molto bello
Grazia Giuliani 01/10/2019 - 19:24
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Visioni del pensiero, momenti vissuti, sensazioni e perdite. Il sottofondo descritto delle gocce, ipnotico fondale del palcoscenico della memoria!
Molto apprezzato!
Molto apprezzato!
Leo Pardis 01/10/2019 - 15:37
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Interessante l'aggancio della situazione monotona delle gocce che cadono con quelle foto dei ricordi. Ogni frase è scritta per far pensare il lettore, e questo è un pregio.
Giacomo C. Collins 01/10/2019 - 11:08
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