Opera scritta il 01/01/1970 - 01:00
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Commenti
Grazie Giuseppe, commento molto azzeccato. hai ragione ad assimilare questo racconto a quello degli Occhi della mamma di Filippo. Infatti se aggiungiamo Connor e Cayden, ottieniamo un trittico di racconti sulla disabilità. Grazie del gradito commento....ciaociao.
Giacomo C. Collins 05/08/2020 - 14:03
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In conclusione al di là della storia che, come tante altre porta il peso non della perdita ma di una "perdita", ciò che appare originale è lo spazio lasciato alla forza comunicativa decisamente incisiva per non parlare di taluni aspetti sociali nella quale certe barriere NON devono esistere.
A te e a Gianni cinque stelline incastonate in una medaglia d'oro.
A te e a Gianni cinque stelline incastonate in una medaglia d'oro.
Giuseppe Scilipoti 04/08/2020 - 23:10
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... che va dalla stima rivolta ad un nuotatore che nonostante l"ammanco" riesce a stare a galla quanto nella vita che nella piscina, all'amore filiale fino ad arrivare ad una poderosa e condivisa morale di vita. Nel testo non riscontro competitività semmai un positivo spirito di gara.
(segue disamina)
(segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 04/08/2020 - 23:04
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È evidente la tua passione chiamata nuoto, ti riveli autore/nuotatore in grado di esternare più che indicare, descrivere prima di raccontare, nel quale l'occhio si muove acuto, disinvolto e ispirato.
In "L'uomo con una gamba sola" la cosa che risalta maggiormente è l'equilibrio di una narrazione nella quale viene gestito l'intero susseguirsi senza tralasciare l'aspetto emozionale...
(segue disamina)
In "L'uomo con una gamba sola" la cosa che risalta maggiormente è l'equilibrio di una narrazione nella quale viene gestito l'intero susseguirsi senza tralasciare l'aspetto emozionale...
(segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 04/08/2020 - 23:01
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Ciao Giacomo, mi sono letteralmente... tuffato dentro questo racconto tanto é vero che certi passaggi risultano autentici... tuffi al cuore. Mi permetto di associare lo scritto a "Gli occhi della mamma di Filippo" per via che ne condivide alcuni elementi.
Giacomo, sei un nuotatore in gamba, uno scrittore in gamba e naturalmente una persona in gamba, lo dico veramente.
Rana, ranista, girino... come nella boxe non mancano le categorie.
(segue disamina)
Giacomo, sei un nuotatore in gamba, uno scrittore in gamba e naturalmente una persona in gamba, lo dico veramente.
Rana, ranista, girino... come nella boxe non mancano le categorie.
(segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 04/08/2020 - 23:00
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E' vero, un handicap si può superare soprattutto se si ha un interesse che piace davvero molto. che non ti fa pensare. Apprezzato tanto. Complimenti di cuore, non solo per il significato
MARIA ANGELA CAROSIA 05/05/2020 - 15:44
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Ciao Giacomo, mi ero persa questo gran racconto, che comunque conoscevo, ma è sempre un piacere rileggere tutti i tuoi.
Il tema “ bellezza e sofferenza” è molto originale e sentito...ricordo anche altri tuoi scritti a questo proposito.
Grazie del bellissimo commento: vado subito a documentarmi!
Il tema “ bellezza e sofferenza” è molto originale e sentito...ricordo anche altri tuoi scritti a questo proposito.
Grazie del bellissimo commento: vado subito a documentarmi!
Mimmi Due 04/05/2020 - 14:06
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... cito il tuo finale perché lo trovo bellissimo ed esaustivo del tuo racconto e del miracolo che è la vita:
"E, a ben pensarci, siamo tutti handicappati in questa vita che a volte si dimostra crudele, anche più di certe belve umane, ma che lascia sempre una possibilità di riscatto e rinascita, una legittima opportunità che è giusto imparare a saper cogliere".
Molto bello il tuo racconto, lodi e complimenti.
"E, a ben pensarci, siamo tutti handicappati in questa vita che a volte si dimostra crudele, anche più di certe belve umane, ma che lascia sempre una possibilità di riscatto e rinascita, una legittima opportunità che è giusto imparare a saper cogliere".
Molto bello il tuo racconto, lodi e complimenti.
Paolo Ciraolo 29/04/2020 - 22:06
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Sì Leo, hai ragione. La mia è una semplificazione necessaria a spiegare una mia particolarità che mi accompagna fin dall'infanzia: vedo la bellezza nella sofferenza. E non posso dire che sia bellezza interiore...è una bellezza che deriva forse dalla commozione. la vittoria inaspettata di Gianni è stata bellezza pura. Avessi vinto io quella gara non sarebbe stata bella come è stata, la premniazione non avrebbe raccolto applausi...insomma tutto era bello, anche la figlia di Gianni...la sua medaglia splendeva di più, non so come dire. Ne avevo appena vinta una anch'io, nei 100 rana...ma non luccicava. Ciao e grazie.
Giacomo C. Collins 29/04/2020 - 15:10
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Scritto in modo tale da suscitare vera emozione/commozione.
Aggiungo solo un mio pensiero:
Non penso che la sofferenza rappresenti sempre le radici della bellezza interiore. Il più delle volte fa da catalizzatore all'aumento del dolore e della miseria, quando non ne è la diretta conseguenza.
Aggiungo solo un mio pensiero:
Non penso che la sofferenza rappresenti sempre le radici della bellezza interiore. Il più delle volte fa da catalizzatore all'aumento del dolore e della miseria, quando non ne è la diretta conseguenza.
Leo Pardiss 29/04/2020 - 13:20
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Grazie a tutti per i bei commenti...temevo che l'argomento, molto particolare, non avrebbe ricevuto molti consensi...invece!
A questo punto dovrò postare l'ultimo della Trilogia sull'handicapp: Gli occhi della mamma di Filippo. Anche quello autobiografico. Un caro saluto.
A questo punto dovrò postare l'ultimo della Trilogia sull'handicapp: Gli occhi della mamma di Filippo. Anche quello autobiografico. Un caro saluto.
Giacomo C. Collins 29/04/2020 - 12:58
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Glauco, questo è il racconto originale, quello che avevi letto tu era una riduzione inserita nel contesto "bellezza e sofferenza". Sono tre i racconti sull'handicapp...gli ultimi due che ho postato, questo e quello di Cayden, e il prossimo, anch'esso già postato anni fa in formato molto ridotto: Gli occhi della mamma di Filippo. Ciaociao.
Giacomo C. Collins 29/04/2020 - 12:56
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Per chi ama la poesia come me il racconto rappresenta un po' il lato pratico, narrativo della vita. Una piacevole e scorrevole lettura per un racconto molto ben strutturato e di gran valore per l'esperienza di vita in esso narrata. Complimenti
luciano rosario capaldo 29/04/2020 - 12:50
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Grande Jack, il classico evergreen... ampliato, mi sembra. Ma forse mi sbaglio. Hola.
Glauco Ballantini 29/04/2020 - 11:43
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Sì, abbiamo tutti degli handicap e sovente quelli fisici non sono i peggiori.Dobbiamo sempre fare i conti con i nostri limiti e con limitazioni di vario tipo.Ogni volta però che buttiamo il cuore oltre l’ostacolo, in quel momento ci sentiamo davvero realizzati. È molto piacevole leggere il tuo racconto che con grazia pone anche riflessioni condivisibili.
Anna Maria Foglia 29/04/2020 - 10:16
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Racconto emozionante, narrato con bravura ed arricchito di citazioni di grande saggezza. Complimenti
Francesco Scolaro 29/04/2020 - 09:39
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Quando e come scrivi tu...leggerti è inevitabile. Grandioso racconto per tematica e scrittura. Molte le emozioni e le riflessioni. Davvero complimenti
Mirko D. Mastro(Poeta) 29/04/2020 - 09:38
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In questi giorni di resa, leggere i tuoi bellissimi racconti mi fa stare bene... l'amore per gli altri e la bellezza interiore sono le uniche cose che ci fanno stare bene anche nella sofferenza. Il tuo raccontare poi è appassionante, scorre libero nel mare o in piscina c'è sempre quel filo che trasporta. Bellissimo " la vera bellezza nasce dalla sofferenza" ciao
Margherita Pisano 29/04/2020 - 08:47
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Giacomo,
me lo conservo per rileggerlo ogni qualvolta sarò un po’ giù di corda. Voglio prendere da questa tua forza, e credere anch’io che “ la sofferenza rappresenti le radici di un grande albero che è la bellezza interiore”.
Bello veramente.
me lo conservo per rileggerlo ogni qualvolta sarò un po’ giù di corda. Voglio prendere da questa tua forza, e credere anch’io che “ la sofferenza rappresenti le radici di un grande albero che è la bellezza interiore”.
Bello veramente.
Valeria Germani 29/04/2020 - 08:06
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GIACOMO...L'albero dalle cui radici nasce la bellezza...hai ragione a credere che la sofferenza ci fa scoprire bellezze che non abbiamo mai considerato. Bè non lamentarti, rana o delfino sai nuotare, io purtroppo non ho voluto mai imparare ho il terrore dell'acqua pur amando il mare. Notte poeta
mirella narducci 28/04/2020 - 23:29
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Quando un racconto riesce a prendermi e con ansia guardo alla riga successiva vuol dire che è un gran bel racconto, non dico altro.Ciao Giacomo.
Antonio Girardi 28/04/2020 - 21:08
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Splendido racconto Giacomo, una bella esperienza di vita che credo faccia crescere molto.
Maria Luisa Bandiera 28/04/2020 - 20:55
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