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Tabbarr

Com'era bello il tuo paese,
abbarbicato alla collina,
li, di fronte al mare.
E poi un giorno partisti in fretta a far la guerra.
Il ritorno avvenne in primavera
trovando il tuo paese così strano
e la gente un po diversa.
Ti eri accorto
che la tua mente conservava salde,
immagini terribili
di morte e di esplosioni,
di sangue, bombe e fame.
Dentro la memoria, un’enorme tela bianca,
dolorante e logorata
da trincee e fil spinato.
Forse per un attimo te ne rendesti conto
che stavi scivolando nel burrone dell'oblio.
Qualcuno se ne accorse e,
scaltro e senza un Dio,
cominciò a tirarti scemo.
Su e giù nel freddo inverno
a prender secchi d’acqua
alla gelida fontana.
A spingere carriole di mattoni
o a spostare sacchi di patate
e perché no, a far la legna.
Ma tu non ti negavi mai
anche solo per un piatto di minestra.
Mi commuovo amico mio
perché non sarai mai Santo
e la neve che ti ha fatto da coperta
nel tuo ultimo giaciglio
non si è sciolta mai del tutto.
Vorrei portarti un fiore,
ma anche nel riposo eterno
hai dovuto accontentarti
di una fossa insieme ad altri.


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Poesia scritta il 25/09/2018 - 21:55
Da Nicolas Antares
Letta n.851 volte.
Voto:
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Commenti


A tutti i "dimenticati", a tutti gli ignoti.
Molto bella

laisa azzurra 26/09/2018 - 20:10

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