Racconto scritto il 01/01/1970 - 01:00
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Commenti
Ebbene, sono passati sette mesi da quando l'ho pubblicato, per non parlare che il brano appena citato riguarda il sottoscritto di quando era piccino picciò. L'ho scritto e pubblicato su Oggi Scrivo a 35 anni accorgendomi non soltanto di come sono cresciuto ma anche di come mi son fatto grande.
Sulla chiusa del tuo scritto, beh, ci sarebbe da scrivere... un romanzo.
Bravo Giacomo, introspezione di pregevole fattura.
Alla prossimissima!
Sulla chiusa del tuo scritto, beh, ci sarebbe da scrivere... un romanzo.
Bravo Giacomo, introspezione di pregevole fattura.
Alla prossimissima!
Giuseppe Scilipoti 26/05/2020 - 18:07
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... se perdiamo pezzi di "noi" o porzioni di tempo.
A tal proposito questo componimento secondo me mette in evidenza per l'appunto proprio che scrittura ci invecchia o via via ci fa sentire più vecchi. Basta prendere in esame gli autobiografici che componiamo. L'anno scorso pubblicai il brevissimo racconto intitolato "The first memory," (se ti va di leggerlo lo trovi a pagina 7 della mia lista delle pubblicazioni)
(segue disamina)
A tal proposito questo componimento secondo me mette in evidenza per l'appunto proprio che scrittura ci invecchia o via via ci fa sentire più vecchi. Basta prendere in esame gli autobiografici che componiamo. L'anno scorso pubblicai il brevissimo racconto intitolato "The first memory," (se ti va di leggerlo lo trovi a pagina 7 della mia lista delle pubblicazioni)
(segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 26/05/2020 - 18:05
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Un pittore come lo scrittore vedono la loro opera come un insieme di immagini, forme, colori che si sprigionano e poi danno vita a ciò che loro hanno dentro.
Quando si scrive il tempo rallenta, diventa nostro, ci distacca dalla tediosa urgenza quotidiana, ci consente di stare con noi stessi.
Indubbiamente la soddisfazione che altri apprezzano ciò che noi scriviamo rasenta il sublime, un piacere non di rado viscerale di cui si diventa dipendenti e quindi pazienza...
(segue disamina)
Quando si scrive il tempo rallenta, diventa nostro, ci distacca dalla tediosa urgenza quotidiana, ci consente di stare con noi stessi.
Indubbiamente la soddisfazione che altri apprezzano ciò che noi scriviamo rasenta il sublime, un piacere non di rado viscerale di cui si diventa dipendenti e quindi pazienza...
(segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 26/05/2020 - 18:04
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Scrivere è un po' morire... ma anche vivere. Oppure scrivere... per non morire.
Molto, molto interessante, quasi una disquisizione sullo scrivere, righe significative che trovano giusto aggancio col cinema visto che la Settima Arte non di rado influenza ciò che scriviamo. E la citazione dei due film risultano un esempio lampante, lungometraggi che peraltro ho annotato perchè desidero procurarmeli per visionarli, infatti, ne ho già letto la sinossi.
(segue disamina)
Molto, molto interessante, quasi una disquisizione sullo scrivere, righe significative che trovano giusto aggancio col cinema visto che la Settima Arte non di rado influenza ciò che scriviamo. E la citazione dei due film risultano un esempio lampante, lungometraggi che peraltro ho annotato perchè desidero procurarmeli per visionarli, infatti, ne ho già letto la sinossi.
(segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 26/05/2020 - 18:03
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GIACOMO...Io non sono una scrittrice ma è da parecchio tempo che imbratto fogli e ti dirò che non mi sento morire, anzi rinasco mi sento un altra, più consapevole, più di tutto...per intenderci completa. Scrivere o non scrivere non cambia la nostra esistenza( Non s'invecchia) secondo me si diventa più saggi e di conseguenza più facili alla pazzia. Hai provato a non scrivere per un periodo...è quì che mi sento morire, datemi una penna e torno a vivere! Notte poeta
mirella narducci 29/10/2019 - 23:13
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Apprezzo molto i racconti a 'specchio'specialmente quando sono così chiari e ben scritti
Ernest Navi 29/10/2019 - 14:16
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Già... può sembrare assurdo ma è così che accade, ogni volta un pezzettino di noi va via e si disperde nel vento o nel mare nei profondi abissi. Ma poi ci ritroviamo diversi e con più consapevolezza su noi stessi, questo succede con le poesie ma a me succede di più quando scrivo racconti o scrivo di me... che solitamente non pubblico. Mi sento svuotata e una parte di me è su quella carta. Come sempre scrivi divinamente Giacomo. Grazie ciaociao
Margherita Pisano 29/10/2019 - 14:06
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Molteplici sono le sensazioni che uno scrittore o un poeta prova dopo avere scritto qualcosa. Tanti comunque si ritroveranno in questo tuo scritto io in primis perchè dopo che ho scritto qualcosa sembra che una parte di me se ne sia andata con quello che ho scritto ma poi magari basta una lettura per approppriarmi di quello che ho perso. Strano vero? però è quello che io provo e che si avvicina molto con quanto tu hai scritto e molto bene anche con la proprietà di linguaggio che ti contraddistingue. Ciao Giacomo.
Antonio Girardi 28/10/2019 - 17:14
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