L'innaffiatoio di poesia
Natura senza tempo,
case ormai fantasmi,
brulicanti di macerie,
adagiate alle intemperie,
raccontano di un borgo militare
dove lo Stato italiano
si arrese alla rivolta
degli Orgolesi quella volta.
Per ricordare le miserie,
oggi dei murales fatti in serie.
Qualche gatto solitario
in cerca di cibo,
ma non trova al suo arrivo
perché non c'è nessuno vivo.
Ruderi nella valle,
adagiati dove un tempo
fu presidio militare,
ora monumento nazionale.
La natura ha preso il posto,
ricoprendo di ricco bosco
di ginepri e asfodeli,
rami come grate di prigionieri.
Non c'è vita,
persino la campana è zittita
nel campanile irto,
dove un giorno fu sentito.
Il municipio senza
impiego, dove lo sguardo
mio diniego,
vagabondo e straniero,
in quell'umile sentiero.
Il mio diario,
giovinetto di un borgo militare
fra Fonni e Orgosolo,
senza più distretto.
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Seduta su di un masso di
Orgosolo stetti,
ad ascoltar di me le gesta,
io un cantastorie d'altri tempi.
Come un rigoletto
canto della Sardegna
gran rispetto.
Conosco ogni angolo
ogni parola
di chi sogna ancora
hai margini di un passato
antico dove il nuovo
mi e amico.
Orgosolo io stetti, ad ascoltar di te le gesta, un cantastorie d'altri tempi.