tra il cielo il campanile e me.
Ignobili fracassi s’abbattono
su languori distratti da frenesie.
Né coscienze e né brividi,
né succulente pozioni bastano più
poiché striscio a terra sospeso
tra languidi fragori
e sobri tappeti di lacrime.
Siamo corrosi dal verde rame delle campane
ed armistizi di piccioni ingombranti,
mentre il batacchio di sangue
picchia esalazioni per il sacro fuoco.
Taglienti come lame di spade
tenere come piume di cristallo,
le fiamme c’inseguono ci vogliono
trapassando le membra agognate
nell’ora tarda dell’assenza.
Chi meglio di loro scandisce l’assassinio della ragione
all’implacabile scontro tra anima e collera?
La collera già…
Un temporale arriverà rinfrescando l’oblio
con talentuosi veleni di viola labbra vergate.
Che mi sia restituito l’azzurro!
nell’ora esausta dell’assenza.
Dalle ceneri oramai purificate
s’innalza lo squillo trionfante,
il sospiro s’incarna assoluto.
Forse il tempo rimane immobile al tempo
e sarà già l’ora di quell’ora,
che io barcolli tra me il campanile ed il cielo
lo strazio d’un bugiardo istante,
il sublime d’un eterno rintocco
su cui scorrono le inermi tue spoglie.
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Ah leggiti quella nuova e commentala so anche scrivere in modo scherzoso ma sempre misterioso cara Claretta,altrimenti dicono e pensano che ilk mio stato d'animo sia suicida ma è tutto l'incontrario.Il titolo della mia nuova lirica è:PER FINI PALATI
Invece per Michaela gabriele hai centrato anche se il tuo commento... Bhe ognuno mostra quelllo che ha, infatti sei proprio tu che avendo espresso questo pensiero ti sei suicidata in mezzo i miei versi,leggiti l'ultima frase.