Racconto scritto il 01/01/1970 - 01:00
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Commenti
Grazie di cuore Mirella,Laisa, Giulia, per i vostri splendidi commenti, li ho letti con immenso piacere.
Paolo Sermonti 05/01/2019 - 23:23
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il nuoto sintetizza la condizione del protagonista. il mare è il limbo in cui vaga, travolge con la sua inesplorata vastità. durante ogni bracciata misura i gesti per rafforzare la convinzione che esiste un modo per sopravvivere alla soppressione della mancanza, alla rabbia troppo violenta. la dimensione ctonia viene poi riconosciuta e integrata su un piano superiore. un testo capace di coinvolgere interamente. ti abbraccio forte. ciao carissimo paolo
GiuliaRebecca Parma 05/01/2019 - 18:48
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L'acqua come habitat. E lì, soltanto lì, poter essere se stessi. Molto piaciuto, sopratutto per l'ottima proprietà di linguaggio
laisa azzurra 05/01/2019 - 12:43
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PAOLO.....un bel racconto e non solo un dire di chi ama il mare, ma inteso come vitale e spirituale guida dell'anima.La sua grandezza e la magnificenza infonde quel conforto che nessuna parola può dare.Bellissime le descrizioni di un nuotatore esperto che vuole inabissare in lui ogni dolore. Le mie 5***** sono tue
mirella narducci 05/01/2019 - 10:52
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