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Dannata giovinezza

Perché hai dato al sorriso la voce del pianto?
Continuo a ricordarti nel tuo semplice e indeciso
silenzio, prima di un bacio imbevuto dal canto
delle mie labbra e poi quel tuo gesto temuto e deriso
da quelli, lo sai, fu solo il grido di un rimpianto.


Amati come sei, dolce bambina, spensieratezza.
Non sai nulla del tempo che ricama la pelle,
ne dell'amore nella sua logorata bellezza,
perché le ritieni troppo gioconde e belle,
le ore della tua illusoria giovinezza


da non curartene più della vita, saggezza.
Eppur ti ricordo nel tuo semplice e indeciso
pensiero, a quelle notti, alla tua curata delicatezza
nel fare l'amore. La si leggeva sul tuo viso,
l'utopia di una vita, madre, di figlia debolezza.


Lo si toccava sui tuoi fianchi il trapianto
di una, ormai, stanca seduzione e deciso
il tuo volere, si affacciò a quel pianto,
alla moralità, che in te discese, come vento improvviso,
in un senso d' abbandono mai come ora dannato.




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Opera scritta il 08/12/2014 - 16:47
Da Sined Gabbana
Letta n.997 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Con rara delicatezza hai affrontato un tema complesso. La "stanca seduzione" è una bellissima immagine che contiene tutte le gioie e tutti i dolori. Complimenti.

Valerio Poggi 08/12/2014 - 17:56

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