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La prima a servire

Brezz' saggia , mi dicesti :
"Un giorn' di queste steppe
Saremo sogni ,e resti
Com aria ti liberi in cime erte
Mi osservi e mi leggi
Attraverso realtà fin troppo spesse


Ch'io mentii su tutti quei preggi
Che viddi in te , e non viddi niente
Ch'io mentii mi disprezzi !"
E io ne fei gioia assente
Perché di tal parole
Udii musicalità saliente


Mi apparve dolce e di gran valore
Ti ho baciato come mai feci
Ormai cancellato il tuo amore
Lì fu l'unica volta che mi resi,
Resi conto che mai ti amai
Ma la felicità tu mi desti .


L'ennesima storia che tu già sai
Eccomi vittima del tuo passato
Fosti la malattia che non curai
'Namorata non viddi il mio stato
Atroce, fui sul punto di morire
Specchi e lingue riflettevano il fato


L'ultima fui a stupire
E te , la perfezione
L'ultima fui,e la prima a servire




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Opera scritta il 20/12/2014 - 14:05
Da chiara nardi
Letta n.1073 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Poesia bella e significativa. Apprezzo moltissimo, il tuo modo di scrivere.
I miei complimenti, Chiara.

Buon Natale di cuore!


Paola Collura 22/12/2014 - 11:29

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Con una lingua sconosciuta e ostica, a tratti carnevalesca, introduci note intimiste di notevole livello. Vorrei saperne di più.

Valerio Poggi 21/12/2014 - 21:28

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