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La canzone del fieno

Tante case. Porte chiuse.
Muri spessi. Dietro: te.
Coi profumi e il tuo respiro
anche la notte sa chi è:


chi mi ruba il sonno ancora
col ricordo di quel dì,
sotto il sole, di buon'ora,
uno sguardo che poi svanì.


Tante case. Porte chiuse.
Porte spesse. Dietro: te.
Nei sussurri e nei respiri
porti sempre un po' di me:


so di sole, di ore buone,
di stornelli e di bugie
rivelate e perdonate,
raccontate per le vie.


Tante case. Porte chiuse
troppo spesso dietro me.
Ho lasciato sotto il sole
quel sorriso e anche te,


perchè dica il tempo andato
e anche quello che verrà:
quello sguardo malcelato,
la ferita che resterà.




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Opera scritta il 19/05/2011 - 10:26
Da Donna Pola
Letta n.1985 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


È stato un piacere. Nella lettura cerco un equilibrio, una chiusura del cerchio, una completezza, una… “consapevolezza che vuole affiorare”, è vero. Naturalmente di chi altri potrebbe essere se non la mia? Perché dovrei cercarla, se l’avessi già? Quando la trovo mi fermo, me la godo, e la esprimo nel commento, in segno di gratitudine per chi, pubblicando, mi ha permesso di trovarla. Ma cerco di non chiedermi mai se l’autore era o no consapevole (nel pubblicare, non nel comporre) dell’equilibrio che io trovo nelle sue parole. Chiarito questo aspetto, ti dico che con questa tua graditissima risposta mi sono convinto d’aver visto giusto, nel presumere una certa profondità d’animo, nella tua poesia. Ma il merito di questa è, e rimane tuo. Se e quando appartieni, invece, a quella certa categoria, solo tu puoi dirlo con certezza. In ogni caso… un saluto affettuoso.

Fredy Taberna 06/06/2011 - 22:58

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Caro Fredy, più che un commento, la tua è una recensione!ti ringrazio molto e mi dico contenta di averti saputo trasmettere qualcosa. E' raro che con una poesia si riesca a condividere l'esatta ridda di emozioni che hanno spinto a scriverla....questo sembra essere il caso. E io che credevo sarebbe stata giudicata troppo infantile....malinconia, angoscia, speranza e disillusione sono state giustamente mascherate in uno schema di ritmo leggero. Questo per dare l'impressione di un refolo di profumo di fieno in cui mi immedesimavo. Con un po' di imbarazzo confesso che dei tanti rilievi che hai segnalato tu, specialmente di senso formale, neanche uno mi è saltato agli occhi scrivendo. E' bello questo tuo sapere leggere tra le righe e razionalizzare: chiudi un cerchio che io ho lasciato aperto. Alla fine credo di far parte di quel gruppo di poeti che desidera solo essere "tanato"...e tu ci sei riuscito! un caro saluto!

Donna 31/05/2011 - 08:30

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Ho controllato sulla Bibbia (il vocabolario Devoto-Oli), è una "Canzone a ballo", o anche "Ballata", o più semplicemente "Canzone" (visto che certamente non è una "Canzone di gesta", quella dei poemi epici medievali francesi). Il dizionario attribuisce al genere "l'intonazione solenne", ma io credo che il ballo, e quindi la "canzone da ballo", sia soprattutto gioia, seppur nella solennità. Era questo aspetto gioso della musicalità, da me impropiamente definito "di leggerezza", a provocare contrasto con i contenuti e a donare alla poesia quel particolare equilibrio da me avvertito. Questo volevo dire. Ho controllato anche "filastrocca", ha un'accezione decisamente negativa, ed una molto riduttiva della liricità del componimento. Di nuovo scusa.

Fredy Taberna 30/05/2011 - 17:10

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Tutto concentrato a scrivere il commento, ho dimenticato il titolo. Era appunto una canzone. Con il mio "da filastrocca" non ho meschinamente sottinteso il ridimensionamento a un genere minore (non so nemmono se lo sia). Mi è saltata agli occhi questa possibilità di interpretazione del mio commento solo dopo aver riletto il titolo. Mi scuso per la mia sbadataggine (mi caratterizza) Ciao

Fredy Taberna 30/05/2011 - 16:12

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La trovo incantevole. Il ritmo, per così dire "da filastrocca"(ma è bene dica che sto azzardando, vista la mia ignoranza),ingentilisce significati e stati d'animo molto profondi ma a tratti anche più che malinconici. Quella particolare musicalità, nella sua leggerezza crea un equilibrio sottile fra le emozioni, fra malinconia e angoscia, fra speranza e disillusione. E ci sono molti passaggi che definirei "lirici", nel senso di "suggestivi". Quella di emozionare, per me, è la qualità più grande di una poesia. Ovviamente, molto dipende anche dal lettore, che certamente, non è sempre in grado di cogliere i giusti significati, le sottili citazioni, le metafore(è spesso il mio caso, ne sono certo). Davvero molto, molto piaciuta, ma considera le mie, solo come le sensazioni di un lettore né troppo appassionato di poesia, né colto, in materia. Un saluto cordiale. PS Il sistema ha eliminato la divisione delle strofe. Pui rimediare inserendo, in modifica, un doppio capoverso. Ciao

Fredy Taberna 30/05/2011 - 16:00

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