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Vita e morte

Un giorno vita e morte decisero di fare una passeggiata.


Si avviarono lungo un viale alberato. Un sole splendido ed un cielo privo di nuvole accompagnavano la loro libera uscita.


Era il primo giorno di primavera: l’aria profumava di verità.


Camminavano affiancati senza scambiare una parola. Era come se fossero ipnotizzati.


La vita, improvvisamente, si risveglia dal suo torpore.


Appoggia il braccio destro sulla spalla sinistra della morte e la guarda intensamente negli occhi. Dopo qualche secondo di imbarazzo, la vita chiede alla morte se esiste un modo per evitare di incontrarla: di incontrare lei, la morte, ad un certo punto nel corso della vita.


La morte è come gelata da questa domanda. Anche perchè non ha proprio idea di quale risposta fornire. Qualcosa, però, sente di dover rispondere.


Si nasce, si vive e poi, naturalmente, si muore. La risposta, breve e concisa, è servita.


La vita, allora, solleva la mano dalla spalla della morte e propone una smorfia che assomiglia molto ad un sentimento di delusione.


Si nasce e si vive. Tu, morte, nasci con me, vita, ed insieme viviamo.


Nasciamo insieme, viviamo insieme e…ce ne andiamo insieme. Non ti incontrerò mai…ed è l’unico modo per non avere paura di te.




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Opera scritta il 10/12/2015 - 11:29
Da gabriele marcon
Letta n.918 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Bel racconto che con tono leggero ed ironico tratta il tema della vita e della morte. Sembra quasi una favola di Esopo
Apprezzata anche per l'originalità.
A rileggerti
Ciao Nadia

Nadia Sonzini 10/12/2015 - 18:35

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Una favoletta che ha le caratteristiche dell'apologo. Molto serio è l'argomento, qui trattato con una garbata leggerezza dai toni filosofici.

Giuseppe Novellino 10/12/2015 - 17:13

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