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L'UOMO-PEZZETTO

Un uomo-pezzetto
avea solo il petto,
la testa sul busto
e nulla oltre il fusto.


Gli chiesero: “Dove
hai lasciato le braccia?”
“Saranno ora altrove
-si fe’ scuro in faccia- :


mi furo amputate:
ricordo il rimbombo
laggiù allo strapiombo
di due granate.


Gli chiesero: “Dove
hai lasciato le gambe?”
“Le ho perse, sì, entrambe,
le ho perse… ma dove?


Ricordi confusi …
Ricordo che un giorno
non feci ritorno
perché alcuni visi


mi dissero: Vieni,
dobbiamo portarti
a bordo dei treni
per interrogarti…”


Gli disser: “Peccato!
Un uomo sì bello
così menomato!
E dopo il macello,


quaggiù in questo mondo
che cosa ti resta?”
Gli disse: “La testa!
In fondo in fondo


un po’ fortunato
lo sono: altri umani
che hanno arti sani
la testa han perduto.”


Restò solo e muto
laggiù sulla via,
restò in compagnia
del suo starnuto.


La folla che, attratta,
si era addensata,
lasciò sconsolata
lui e la sua gatta:


per sola compagna un felino,
la noia il suo solo destino.




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Opera scritta il 29/12/2015 - 10:29
Da Gabriele Fratini
Letta n.914 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Originale...ha ragione Nadia...stupende rime...Ciao

margherita pisano 29/12/2015 - 19:30

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Veramente molto graziosa ed originale, ma tu lo sai già
*****
Con simpatia
Nadia

Nadia Sonzini 29/12/2015 - 17:00

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