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Parole inattese

Dolci, inaspettate parole
che riaccendono sensazioni
riposte nel fondo dell’anima...
Il tempo si dilata e si contrae generando spasmi della mente
che piegano la volontà e feriscono il corpo.
Dolore lancinante trapassa la mia verticale staticità
Barcollo e mi sbilancio
chiudo gli occhi in cerca di uno smarrito appoggio.
Non si può dimenticare. Mai. Ma nemmeno ricordare.
E che sia così. Discreto, emozionante gioco
dove menti si rincorrono gioiose
sotto il sole della vita
lievemente accarezzate dal vento della fuga
prima di precipitare a picco sulla sponda del reale.



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Opera scritta il 05/10/2012 - 16:39
Da Daniela Cavazzi
Letta n.1116 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Bella la tua poesia: triste per la consapevolezza che non si può sfuggire al reale, ma che lascia aperta una via di fuga almeno ai pensieri. Brava

Francesco Patecci 10/10/2012 - 17:55

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